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E Spinelli divento’ presidente

Aldo Spinelli

Una volta i giornali erano determinanti anche nella scelta dei presidenti. Ricordo la guerra che "Il Secolo XIX"

aveva fatto a Enrico Preziosi per impedirgli di comprare il Genoa. Il giornale di Genova voleva un presidente genovese. E si sapeva che il "re dei giocattoli", nato ad Avellino e tifoso del Napoli, cercava di comprare il Genoa perché non ce l'aveva fatta a diventare presidente del Napoli.

Cesare Lanza, oltre che un abile direttore de "Il Lavoro" (e del Buongiorno, e di Telegenova...) era anche un grande tifoso del Genoa e lo è ancora, pur se da anni vive a Roma. Nel 1985 Lanza si era convinto che il ciclo di Renzo Fossati era concluso, bisognava trovare un altro presidente. Noi de "Il Lavoro" l'avevamo difeso (e ci eravamo beccati gli insulti dei tifosi esasperati) di fronte ai misteriosi acquirenti milanesi, alle cordate svizzere, alle manovre tutt'altro che limpide, di Gianfranco Gadolla. Però eravamo tutti convinti che era necessario cambiare. E il possibile presidente l'aveva trovato Lanza, con una delle sue testate, "Buongiorno-Porto" che gli aveva fatto conoscere un imprenditore di belle speranze, Aldo Spinelli, che raccontava di aver giocato nei boys del Genoa di Lino Bonilauri e che era sicuramente appassionato di calcio perché sponsorizzava una squadretta del porto. Lanza aveva subito simpatizzato con lui anche per la comune origine calabrese e perché li univa la passione per il gioco d'azzardo.

Ricordo la sera in cui venne a Genova una star delle telenovelas americane e che in Italia venivano trasmesse da Telegenova. Spinelli arrivò nella sede del Blue Moon a Marassi vestito a festa e fu premiato da questa divetta di cui non ricordo il nome. Era il primo premio che riceveva in vita sua, era contento.

Lanza gli parlò del progetto Genoa e Spinelli disse che gli interessava. Il direttore de "Il Lavoro" gli consigliò di dare un'occhiata alla squadra. Al Ferraris si giocava Genoa-Empoli. Al lunedì scoprimmo che Spinelli non aveva assistito alla partita. Era andato a Marassi ma non era riuscito a capire da che parte di entrava in tribuna. Per la cronaca finì 1-1 e il Genoa che il papabile presidente avrebbe dovuto scoprire (e poi ereditare), giocò con questa formazione: Favaro (Cervone); Testoni, Canuti; Benedetti, Sbravati, Policano; Bosetti, Peters, Simonetta, Bonetti, Rotella (Mariano). In panchina: Mauti, Picasso, Rovani. Allenatore Tarcisio Burgnich.

Lanza aveva appurato che Spinelli aveva i soldi per comprare il Genoa e fare il presidente, anche se in tanti si meravigliavano perché abitava a Pegli 2 e non in Albaro (Fossati, nativo di Quezzi, aveva addirittura acquistato la più bella villa di Nervi, dove continua ad abitare nonostante il fallimento). Ma Spinelli a Pegli stava bene, aveva unito due appartamenti, e lo considerava un traguardo visto che era partito dal centro storico, via Orefici, e poi era passato a San Pier d'Arena, via San Bartolomeo del Fossato, ha lasciato via Salgari solo dopo che il figlio Roberto si è impuntato e l'ha convinto che anche loro dovevano trasferirsi in un quartiere residenziale. Le perplessità di Lanza derivavano dal fatto che Spinelli era digiuno di calcio. Aveva quindi studiato una soluzione di compromesso: Spinelli e Fossati con il 50% delle azioni e un terzo come garante, l'avvocato Ugo Maria Failla (zio Ugo) che già aveva fatto il commissario del Genoa all'epoca di Giacomo Berrino.

Failla era contento di tornare alla ribalta, a Fossati stava bene, così avrebbe potuto rimanere al vertice della società. Ma Spinelli si prese qualche giorno di riflessione. Era un decisionista, abituato a comandare. Anche nell'azienda di famiglia aveva eliminato i fratelli, i due che erano rimasti erano diventati dipendenti, non più soci. Finita la riflessione tornò da Lanza per comunicargli la sua decisione: o avrebbe comprato tutto il Genoa, oppure avrebbe rinunciato a fare il presidente.

Fossati, sapendo di avere contro tutta la tifoseria, non poteva continuare da solo. A quel punto accettava di cedere tutte le azioni e di tirarsi in disparte. Così Aldo Spinelli diventava presidente del Genoa ed entrava nel mondo del calcio che l'avrebbe portato ad essere sempre in prima pagina. Ora ha annunciato che a fine campionato lascerà anche il Livorno. Dopo trent'anni è giunta l'ora di ritirarsi.

Elio Domeniconi

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