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Il Paese allo sbando

Prepariamoci al peggio, oramai è chiaro che il paese ha preso una china la cui pendenza appare difficilmente

scalabile al contrario.

Il paese sotto la regia dei commissari “montiani”  pare abbia più a cuore gli istituti di credito e i grandi interessi del paese rispetto ai  60 milioni di poveri italiani che si ritrovano ogni giorno ancora più poveri e disperati.

Aziende che chiudono con un ritmo in continua accelerazione, un esercito di cassa integrati che vanno a ingrossare le file dei disoccupati e dei rassegnati  cronici, consumi in calo anche tra i beni di  prima necessità ci dicono che il Paese è allo stremo. Non parliamo del settore immobiliare o automobilistico o beni di lusso, oramai tutto il ciclo economico pare che si stia bloccando.

L’aria che si respira è peggio di quella emessa dalle ciminiere dell’Ilva di Taranto. Non si muore di cancro ma si vive molto male. Iniziano a manifestarsi gesti estremi, sia contro chi rappresenta lo stato “gabelliere” che contro se stessi, i suicidi degli imprenditori e dei disperati causa crisi sono li in aumento a rappresentarci la drammaticità di questa crisi.

Ad acuire questo senso di malessere che ci affligge ci sta pensando quello che rimane della politica cialtrona e malandrina oramai condannata a scomparire per lasciare il posto a non si sa bene cosa.

In dieci anni siamo riusciti a distruggere tutto quello che i nostri padri erano riusciti a costruire, oggi chi può vive ancora di rendita ma non si sa bene ancora per quanto.

Insomma, prepariamoci al peggio.

Walter Pilloni
imprenditore

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