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Il coraggio di Walter Pilloni

Walter Pilloni

Walter Pilloni merita l'ammirazione di tutti perché è uno dei pochi genovesi che credono ancora in Genova

e, nonostante tutto, continuano ad amarla alla follia.
Forse dipende dal fatto che i Pilloni non sono genovesi, l'origine è chiaramente sarda. E sono proprio i genovesi d'adozione ad amare questa terra, che è sicuramente maligna. I più furbi tagliano la corda e vanno a far fortuna in altre regioni se non addirittura in altri continenti. Hanno successo perché sono i più bravi, hanno una marcia in più.
A Genova rimangono quelli del maniman, quelli che hanno paura della loro ombra. O i miliardari (autentici) che per non spendere 150 euro da due anni non cambiano il vetro rotto in un palazzo (storico) ereditato dal padre che a sua volta andava in giro in 500. L'oculatezza, il senso del risparmio, possono anche andar bene, ma non bisogna esagerare. Non ha caso Genova è andata in crisi quando ha rinunciato alle sue origini mercantili e si è affidata alla siderurgia, cioè allo Stato.
Walter Pilloni è un imprenditore con tanta voglia di fare. Ha tante idee. Alcune geniali. Rispetto a tanti suoi colleghi, vede più lontano. Vede in anticipo.
Ora tutti dicono che l'elettrico rappresenta in futuro. Significa non inquinare, ma anche risparmiare. Con i suoi motorini elettrici dapprima si è affidato ai cinesi. In genere sono i cinesi a copiare gli italiani. Pilloni ha copiato i cinesi. Poi da Shangai ha spostato tutto a Genova, nella sua Sestri Ponente. Ecomission è nata lì, e lì deve restare. Questo ci ha detto.
Pilloni è un geniaccio, ma non si è montato la testa. Continua a considerarsi un artigiano, è conscio dei propri limiti. Vorrebbe avere al fianco una persona, un investitore, che gli permetta di fare il grande salto. Da artigiano a imprenditore. Non servono grosse cifre, Pilloni è abituato a ragionare da genovese, il passo lungo come la gamba.
Ha tanti amici, perché tutti sanno che è una persona per bene. Non ha esitato ad impegnarsi anche in politica, per contribuire al rilancio della città che ama.
I politici l'hanno deluso. Quanti ostacoli a Genova, al contrario di quello che avviene in altre città, per inserire le colonnine necessarie per il rifornimento. Ma sinora le delusioni sono arrivate anche dagli stessi imprenditori. In tanti, anche tra quelli che vanno per la maggiore, sono andati a trovarlo in fabbrica. In tanti hanno visitato lo stand Ecomission nelle varie esposizioni.
Tutti a dirgli bravo e a fargli i complimenti. Ma sinora nessun colloquio si è trasformato in trattativa vera e propria. In tanti, fuori dalla Liguria, si sono detti interessati al progetto Ecomission. Gli iraniani continuano a fargli ponti d'oro. Ma Walter Pilloni resiste. Vuole che Ecomission, che è nata a Genova, rimanga a Genova. Nonostante tutto continua a credere nella città del "maniman".
Merita il nostro grazie. E i nostri auguri.

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