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Il collante arancione

Gli arancioni, i totiani, quelli del modello Toti, quelli che vogliono un’alternativa a Forza Italia

condotta da un unico capo, scegliete voi come chiamarli, si sono riuniti ieri al Beautiful Loser per contarsi e prepararsi alle regionali 2020. Al richiamo di Giovanni Toti hanno risposto in molti. Oltre agli assessori delusi da Silvio Berlusconi per l’esclusione dalle politiche, Ilaria Cavo, Marco Scajola, Giacomo Raul Giampedrone, erano presenti i forzisti Angelo Vaccarezza, capogruppo in Regione che guarda con preoccupazione l’avanzata del competitor di sempre Marco Melgrati che è pronto a uscire dal letargo per candidarsi a sindaco di Alassio, e la consigliera (regionale e comunale) e capogruppo della Lista Toti in Regione Lilli Lauro che qualche ora prima aveva tranquillizzato i suoi con un whatsapp: “Vado io in rappresentanza di Forza Italia (Biasotti) e capogruppo suo in Regione. Poi vi racconto io tutto”. Presenti anche i sindaci Marco Bucci, Ilaria Caprioglio e Pierluigi Peracchini e gli assessori comunali Elisa Serafini, Pietro Piciocchi e Matteo Campora.
Ieri, il governatore ha specificato che il suo modello vuole essere un collante per tenere insieme la coalizione di centrodestra. Per il momento più che incollare sta scollando. Toti tira dritto per la sua strada, mentre i fedelissimi di Berlusconi proseguono per la loro. A Imperia da tempo Claudio Scajola si è autocandidato a sindaco. L’ex ministro dice di avere l’ok di Berlusconi, l’ex premier al processo di Reggio Calabria ha raccontato che sente Scajola nelle festività per gli auguri e che lo stesso Scajola avrebbe deciso di isolarsi dalla politica. A Alassio un caso analogo, con Melgrati che a breve ufficializzerà la sua corsa a sindaco. E così a Ceriale e in altri comuni.
Probabilmente, bisognerà attendere la formazione del governo per capire il peso politico che potrà ancora avere Berlusconi, sia a livello nazionale che nelle regioni. Dopo, se i grandi mediatori, come Sandro Biasotti, coordinatore regionale e neo senatore, citato ieri sia da Toti che da Vaccarezza come il “padre” del movimento arancione, non riusciranno a far scoppiare la pace all’interno di Forza Italia, sarà battaglia all’ultimo voto. Il risultato potrebbe non cambiare, qualora tutto il centrodestra, compresa l’eventuale nuova lista arancione, si presentasse unito. Il pericolo maggiore lo correrebbe Forza Italia che si potrebbe ridimensionare a causa dei tanti trasfusi, quelli che da Berlusconi passano a Toti, e sono già in tanti. Allora Berlusconi dovrà correre ai ripari, pensare a un piano B. 

Il discorso di Giovanni Toti

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