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A tu per tu con Massimo Spinaci (FdI)

Massimo Spinaci, un passato nel Msi e in Alleanza Nazionale

Massimo Spinaci, un passato nel Msi e in Alleanza Nazionale

Intervista con il politico genovese Massimo Spinaci, ex missino della prima ora, poi 

per diversi anni con un ruolo di spicco in città in Alleanza Nazionale, quindi nella Destra di Storace assieme al grande amico, l'ex consigliere comunale Bernabò Brea, ha ricoperto l’incarico di responsabile provinciale prima e regionale poi, quindi ecco l’approdo in Fratelli d’Italia.

Come giudichi la prima giunta storica di centrodestra alla guida di Genova, quella di Marco Bucci?

Il Sindaco precedentemente  non ha mai avuto esperienze politiche, catapultato a gestire una città come Genova, amministrata nel passato da giunte di sinistra che ne hanno fatto scempio, sta facendo miracoli. Per quanto riguarda la Giunta non me la sento di esprimere un giudizio altrettanto positivo, perché ne fanno parte elementi che non mi paiono all’altezza della dimensione di Bucci.

Lo stesso Bucci, da Commissario straordinario per la ricostruzione del ponte Morandi, come si sta comportando in questa districata matassa?

Da quello che leggo sui giornali si sta comportando bene: se consideriamo quello che abbiamo detto sopra, questa tragedia sulle sue spalle avrebbe messo in crisi chiunque, mentre  lui sta mantenendo le scadenze previste, ha creato dei gruppi di lavoro altamente professionali che costituiscono  una grande risorsa per Genova.

Nel 2020 ci sono le regionali, riuscirà Toti in un'impresa storica del secondo mandato?

Certo, per quello che ha fatto ad oggi, la sua simpatia, la grande visibilità che ha saputo costruire, la capacita politica darebbero per scontata la sua rielezione: ma la certezza passa da una maggioranza di centrodestra ampia e oggi tra Lega e Forza Italia, passando per FdI, si sente qualche scricchiolio.

Te sei stato un ex missino della prima ora, ma Fratelli d'Italia incarna in parte, i valori di Giorgio Almirante?

Questa domanda è perniciosa e dovendo rispondere rischio l’espulsione dal partito per lesa maestà. Il partito di Almirante e Pino Rauti era un’altra cosa, era un partito vero, era presente sul territorio, ai congressi si arrivava con tesi discusse nelle sezioni, dove si litigava, salvo poi essere uniti con l’avversario politico di turno. Oggi in FdI si naviga a vista, partito io non ne vedo, vedo degli eletti che magari sanno fare bene il loro mestiere ma di partito capiscono poco. E la politica nazionale? Ci siamo fatti scippare tutte le nostre battaglie dalla Lega, vedi i risultati. Qualcuno pensa che raccattando eletti di altri partiti ci porti ad un rafforzamento, no, per crescere bisogna avere una linea politica ed essere presenti sul territorio.

Ci descrivi la tua carriera politica e ora che ruolo hai?

L’attuale mio ruolo è quello di iscritto a FdI, quindi spettatore. Nei lunghi anni della mia militanza di partito - prima nel MSI, poi in Alleanza Nazionale, dopo ne La Destra, infine in FdI (sono romantico e ho seguito la fiamma tricolore nelle sue varie trasformazioni), ho avuto la fortuna di vivere vicino a persone che, pur con tutti i loro difetti, avevano un grande amore per la politica, credevano in quello che facevano e difendevano sempre i più deboli. Parlo dell’On. Baghino, del Sen. Bornacin, dell’On. Marenco e, non ultimo, con i quale ho militato in FdI, il Dott. Gianni Plinio e il Ministro Alemanno, di cui sono stato consigliere.
Come ho imparato a fare dai miei maestri, ho sempre preferito al ruolo personale quello, impersonale, del dirigente di partito. A parte quello per Almanno, non ho mai voluto svolgere ruoli istituzionali, ma ho sempre ricoperto cariche dentro le varie aggregazioni che si sono susseguite.
Oggi noto che in molti militanti politici prevale la corsa al potere che non l’amore alla politica come servizio per il popolo>.

di Andrea Bazzurro

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