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Teatro Carlo Felice: la soluzione Tovo

Sulla difficile situazione del Teatro Carlo Felice, soprattutto in prospettiva di un futuro

dove i conti del bilancio sembrano minacciare ancora una volta l’attività dell’Ente lirico, è intervenuto questa mattina anche Massimiliano Tovo segretario dell’UDC genovese nonché assessore alla cultura del comune di Sant’Olcese.

Tovo comprende, prima di tutto, la drammatica situazione dei lavoratori del teatro e ha garantito il proprio personale impegno per trovare una soluzione definitiva e duratura alle prospettive occupazionali. Il segretario UDC ha sottolineato, inoltre, l’importanza anche in tempi di crisi, di tornare a investire nelle iniziative culturali attraverso misure controtendenti alle politiche di contrazione promosse dagli attuali governi e ha invitato in merito a guardare cosa succede sia in Francia sia in Germania.

“Il Teatro Carlo Felice è un gioiello – ha affermato Tovo - che appartiene al patrimonio della “nazione cultura” senza confini geopolitici-geografici, dove la musica è la lingua universale che unisce e non divide. Siamo davanti a una sfida che non può esaurirsi nella semplice adozione di vecchi modelli. L’evoluzione profonda della società, caratterizzata dalla globalizzazione, ci obbliga a un atto di coraggio e di media lunga visione. Gli effetti della Great Recession si abbattono purtroppo anche sulla Cultura, attraverso una selvaggia politica di tagli, ritenuta troppo spesso come “un pozzo senza fondo” destinato a risucchiare risorse invece di produrne”.

Secondo Tovo “occorre guardare con una visione diversa e cogliere il senso di un nuovo scenario per superare questo quadro cronico. Se si continua con atteggiamenti di indifferenza nei confronti dell’altissimo valore della cultura e le drastiche riduzioni di finanziamenti si rischia di compromettere la futura attività, non solo sotto il profilo produttivo ma anche qualitativo: se si prosegue con le linee attuali è a rischio la sostenibilità.”

“Serve invece – afferma il segretario dell’UDC – cambiare rotta inaugurando con coraggio nuove vie che sappiano delineare un nuovo processo culturale dove il Carlo Felice possa essere inserito nelle strategie tracciate dal piano Europa 2020.”

Per Massimiliano Tovo “il Carlo Felice va incluso in una complessa offerta culturale, nell’ottica di un nuovo modello di crescita, dove la cultura è intesa anche come produzione e occasione di lavoro. Si è perso troppo tempo? Per me non è mai troppo tardi. Dobbiamo vincere questa scommessa superando gli sterili dibattiti circa il ruolo e la responsabilità del pubblico e del privato nell’investire nella Cultura. Serve oggi più che mai l’unione tra chi vuole fare, non si vince sostenendo la divisione dei ruoli tra pubblico e privato. Salvare e rilanciare il Carlo Felice è una responsabilità che appartiene a tutti: la sconfitta si può evitare tenendo lontano criteri o atteggiamenti che non sono utili a nessuno.

Sia per il pubblico – sostiene Tovo – che per il privato esiste una responsabilità congiunta nella salvaguardia del patrimonio culturale e insostituibile del Carlo Felice: ma è soprattutto una realtà viva che deve continuare a costituirsi ed evolvere ogni giorno, tanto più la nostra inventiva e intelligenza è all’altezza del passato da cui si alimenta.

Guardiamo al Carlo Felice non come ad un problema ma come ad un’opportunità senza esitazioni: liberiamoci delle vecchie incrostazioni mentali. Non si può più procedere affrontando periodicamente la realtà dell’Ente lirico esclusivamente come problematiche di bilancio, ma – conclude Tovo - come perno di un’offerta culturale di cui la nostra città è in grado di poter realizzare. Il Carlo Felice è una delle tante risorse della nostra città, ma servono strategie che sappiano vincere la miopia culturale ed economica di una politica troppo arretrata per dare una risposta da tempo attesa”.

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