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Il Rossi blucerchiato

I giornali genovesi hanno ignorato la morte del giornalista sportivo Franco Rossi. Eppure era molto legato a Genova,

o meglio alla Sampdoria. A Milano aveva fondato il famoso Cerchio magico, che raggruppava vip col cuore blucerchiato e aveva nominato presidentessa Francesca Mantovani.

All'epoca, infatti, presidente della Sampdoria era Paolo Mantovani e Franco Rossi, fiorentino di nascita e milanese d'adozione, era diventato tifoso blucerchiato proprio per la sua amicizia con il presidente dello scudetto. L'amicizia era nata grazie a un quiz.

Mantovani, si divertiva a scherzare con i giornalisti, dava le notizie in modo sibillino. Un giorno disse a Rossi che gli chiedeva notizie: "Ho preso un giocatore di sei lettere, da una squadra di sei lettere e in un ruolo di sei lettere".  E il cronista di "Tuttosport" rispose pronto: "Renica, Napoli, libero".

Era nata un'amicizia leale e sincera. Rossi veniva ammesso nella villa di Sant' Ilario. Per Mantovani era uno di famiglia.

Ad assumerlo a "Tuttosport" era stato Giampaolo Ormezzano, che lo definiva "un geniaccio". E lo lanciò nel calcio anche se all'epoca Rossi confidava che si intendeva solo di ippica.

Eravamo amici. Mi aveva confidato che doveva farsi frate. Era entrato in convento, si era poi aggregato a padre Eligio, diventato famoso per la sua amicizia con Rivera. Ogni tanto nella tribuna stampa di San Siro mi mostrava la sua foto con il saio da francescano. Mi diceva sempre: "Un giorno te la do, così la pubblichi sul Guerin sportivo". Una domenica me la dette davvero. La pubblicai nello Zibaldone e suscitò molto scalpore.

Da Torino mi telefonò il suo direttore Pier Cesare Baretti: "Elio, mi spieghi come hai fatto ad avere quella foto". Non immaginava che me l'aveva data proprio Franco Rossi.

Elio Domeniconi

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