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Prandelli ha distrutto l'Italia

Cesare Prandelli

Cesare Prandelli ha dato due versioni delle sue irrevocabili (?) dimissioni. Prima ha detto che si dimette da CT

della Nazionale perché, dopo il rinnovo, è stato accusato di rubare i soldi dei contribuenti. Versione assurda, un allenatore sa che le critiche ci saranno sempre. Poi ha corretto il tiro: il mio progetto tecnico non ha funzionato, è giusto che me ne vada. E la voce in Brasile circolava dal giorno prima, segno che nemmeno lui era sicuro di spezzare le reni all'Uruguay.

Questa spiegazione è più credibile. Prandelli rinuncia a più di 3 milioni di euro, 6 miliardi di vecchie lire. Ma non è mai stato un venale. Aveva rinunciato alla panchina della Roma (e al relativo robusto contratto) per stare vicino alla moglie Manuela, colpita dal male che non lascia scampo.

Il Ct aveva un suo progetto tecnico, che del resto aveva suscitato non poche perplessità, ci ha creduto sino in fondo. Il progetto è fallito. L'Italia torna a casa. Logico che a pagare sia il responsabile di quel progetto. Semmai stupisce che una persona intelligente come lui abbia sposato un progetto ormai superato. Non era del resto un progetto suo. L'aveva copiato pari pari dalla Spagna. E Prandelli lo aveva scelto perché con quel tiki-taka che magari aveva annoiato, la Spagna ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Sembrava il calcio del futuro. Ma il Barcellona di Guardiola aveva ideato quel modulo perché davanti c'era Messi. E bastava che un pallone arrivasse a Messi e la vittoria era sicura. In quel periodo, poi, in Spagna erano spuntati tanti fuoriclasse, allevati nella cantera e quei fuoriclasse avevano indotto la critica a esaltare il modulo.

Prandelli aveva lasciato a casa tanti uomini-gol, da Gilardino a Rossi, da Destro a Toni, perché non rientravano nel suo modulo. Un modulo che non voleva punti di riferimenti. Aveva portato in Brasile Immobile perché non poteva lasciare a casa anche il capocannoniere del campionato. Ma l'aveva destinato alla panchina. Il suo Messi doveva essere Balotelli. Un Balotelli sempre più sconcertante. Un Balotelli, comunque, che nel Milan aveva fatto più assist che gol.

L'arbitro contro l'Uruguay ha indubbiamente danneggiato l'Italia. Senza l'assurda espulsione di Marchisio sarebbe forse finita 0-0 e avremmo superato il turno. Ma il giudizio sul modulo scelto da Prandelli non sarebbe cambiato. L'Italia è stata eliminata nel girone perché ha perso due partite di seguito, senza segnare nemmeno un gol. E le ha perse contro Costarica, un paese dove chi sa giocare al calcio è costretto a emigrare e contro l'Uruguay, tre milioni e mezzo di abitanti in tutto. Su questo si dovrà meditare per rimettere in piedi un'Italia decente.

Il mitico Fulvio Bernardini, che è stato grande come giocatore e poi come allenatore (e anche come giornalista) diceva: datemi uno che la sappia parare e uno che lo sappia buttar dentro e sono a posto. Prandelli ha distrutto l'Italia calcistica perché non ha tenuto conto degli insegnamenti di Bernardini. Ha preferito il tiki-taka della Spagna. Che è tornata a casa come l'Italia.

Elio Domeniconi

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