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Il pari a Castellamare non basta alla Sampdoria, che precipita per la prima volta in Serie C

Chicco Evani (foto sito Sampdoria)

La condanna è arrivata a Castellamare di Stabia, al termine di una prestazione inaccettabile. La Sampdoria precipita, per la prima volta nella sua storia, in serie C. A nulla è servito il punto strappato sul campo campano, visto che dagli altri campi si sono concretizzati i risultati peggiori: le vittorie di Frosinone, Salernitana e Brescia, che hanno sancito la retrocessione dei blucerchiati in compagnia di Cittadella e Cosenza, in attesa di conoscere la quarta compagna di sventura.

L'ultima gara del campionato è stata la summa di una stagione pessima sotto tutti gli aspetti. Dopo un primo tempo in cui le due squadre non hanno affondato i colpi, la ripresa – dopo un avvio favorevole ai padroni di casa – si è snodata con un uno sfoggio di impotenza offensiva da parte degli uomini di Evani, favoriti da un atteggiamento non certo bellicoso dei padroni di casa, che certamente non hanno giocato per vincere e in fase difensiva hanno concesso più di un'agevole opportunità agli antagonisti.

L'ingresso di Coda ha conferito una dose di brillantezza in più, ma l'unica conclusione dell'anziano centravanti è stata assorbita agevolmente dal portiere gialloblù. Akinsanmiro, altro elemento inserito nel secondo tempo, non ha lasciato traccia.

Clamoroso l'errore di Niang, che si è battuto ma senza la necessaria convinzione: corre l'82' e l'attaccante si trova solo davanti al numero uno Thiam ma invece di sfondare a rete sferra un tiro debolissimo consentendo una parata semplicissima. In precedenza lo stesso Niang, sempre servito a centro area, aveva perso il tempo per il tiro. Gli ultimi minuti sono passati con la Samp che senza badare al gioco ha indirizzato decine di palloni verso l'area gialloblù, ma senza nessuno che sapesse fare sponda di testa.

Nel dopo gara qualche giocatore non ha trattenuto le lacrime, altri si sono stesi affranti sul terreno di gioco, mentre la dirigenza ha invitato la squadra a dirigersi verso la tribuna che ospitava i tifosi doriani, i quali avevano già ammainato le bandiere lanciando al cielo meritatissimi epiteti di ogni tipo.

Pierluigi Gambino

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