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Cultura

L’Orlando avventuroso scopre la Genova dei Fieschi

Super User 24 Marzo 2021 1251 Visite

Una storia avvincente di avventure rinascimentali, che si snoda tra Genova e il Tigullio, sulle tracce dei Fieschi e delle altre famiglie maggiorenti dell’epoca. “L’Orlando avventuroso” è un libro di destinato ai bambini e ragazzi sopra i 10 anni, ma può piacere anche a tutti gli adulti curiosi di sapere cosa si nasconde dietro le mura delle chiese e dei palazzi antichi del centro storico: edifici e vestigia del passato che magari siamo abituati a vedere tutti i giorni senza farci domande. Il libro è nato dalla fantasia e dalle ricerche storiche di Federica Saini, una scrittrice e illustratrice genovese, ed è pubblicato da “L’orto della cultura”: a credere fortemente nel romanzo è stata Stella Nosella, direttrice editoriale dell’area ragazzi di questa casa editrice. Federica Saini, 36 anni, quando lavora come fumettista usa lo pseudonimo di Fersin. Originaria di Milano, abita però a Genova da molti anni. Ama molto lo sport e i giochi di ruolo, compresi i Larp (giochi di ruolo dal vivo, con i travestimenti e i costumi). Ama i film horror, i fumetti e, ovviamente, i libri per l'infanzia. "Scrivo libri per ragazzi per dare a loro quello che non ho avuto io – racconta Federica Saini - consolazione, insegnamenti e tante, tante avventure."

"L'Orlando Avventuroso - La congiura dei Fieschi" è ispirato a fatti realmente accaduti, ed è ambientato nel 1547. Il piccolo Orlando ha dodici anni e sta seguendo suo fratello maggiore Lorenzo, scudiero dalla lingua tagliente, e il loro buon padrone, il Cavaliere Giorgio Andolius, Barone di Genova e paladino del Principe Andrea Doria. Stanno andando a iscriversi ad uno dei tanti tornei d'arme che rallegravano la Genova del 1500. Orlando è orgoglioso d'essere lo "scudiero di uno scudiero" del suo amato signore, ma la voglia di giocare e cacciarsi nei pasticci è altrettanto grande per il piccolo scavezzacollo. Così, per colpa di un innocente scherzo infantile, i nostri si scontreranno con nemici potenti: il destino di Orlando sarà deciso in una manciata di ore e a casa altre grandi sorprese da parte di un rancoroso nemico li aspetteranno coinvolgendoli in un grosso guaio che potrebbe cambiare le sorti loro e quelle della bella Genova per sempre.

Un romanzo storico sulla Genova rinascimentale sulla lealtà, il coraggio e la resilienza, un percorso di crescita per il nostro piccolo eroe che si sconterà con nemici molto più grandi e temibili di lui tra cui un segreto che non può rivelare quasi nemmeno a  se stesso. Tre generazioni combatteranno senza risparmiarsi contro nemici invidiosi e potenti che ci mostreranno come le grandi battaglie si possano vincere con gesti piccoli, che i martiri non sempre sono eroi, e che il prezzo da pagare potrebbe essere alto per realizzare i propri sogni, ma anche i passeri possono volare in alto come i falchi.

Paolo Fizzarotti

L’ultimo respiro del sole, in libreria

Super User 22 Marzo 2021 686 Visite

Una tragedia lontana, dal punto di vista geografico, ma che ci riporta a un interrogativo vicino: qual è il limite tra uomo e natura? Fino a che punto l’uomo può utilizzare le risorse dell’ambiente in cui vive senza mettere a rischio la sua stessa esistenza? È una riflessione sul cambiamento climatico e l’urgenza di regolamentare l’intervento antropico sul nostro Pianeta il soggetto del romanzo etnografico dell’antropologa Silvia Grossi. “L’ultimo respiro del sole” (Edizioni Laurana, collana Rimmel) è ambientato nel Sultanato del Kelantan in Malesia durante la tremenda alluvione del 2015 che devastò il Paese: un numero imprecisato di morti, 100.000 persone sfollate, interi villaggi distrutti, il pugno duro del governo sulla resistenza degli aborigeni. Un Paese, la Malesia, tra i territori del nostro Pianeta oggi a maggior rischio ecologico a causa delle massicce deforestazioni per far spazio a nuove piantagioni di palme dalle quali ricavare i più redditizi olio e gomma. In un alternarsi tra la narrazione in prima persona e pagine di diario tra il 2005 e il 2015, “L’ultimo respiro del sole” fa luce sulla vicenda degli aborigeni Temiar, guidati dall’anziana e saggia Tijah, impegnati in una resistenza attiva contro la deforestazione dei loro territori ancestrali.

Ad appoggiare la ribellione indigena sarà Fadi, mediatore capace di dare filo da torcere agli interessi di Mr Saaed, comandante di polizia corrotto e deciso a seguire le proprie ambizioni di potere fino alle estreme conseguenze. Ad accompagnare la battaglia del protagonista, che diviene riflessione stessa sul futuro del Paese, saranno lo sguardo indagatore di un medico malese e di un’antropologa occidentale. Con un ritmo narrativo a tratti incalzante, a tratti dominato dall’atmosfera placida della più pura tradizione letteraria orientale, la storia si dipana anche attraverso l’incontro con i coltivatori di riso, i pescatori di fiume e i cittadini che abitano la Malesia contemporanea. Il romanzo nasce dall’esperienza personale dell’autrice che ha vissuto in prima persona l’alluvione del 2015 come volontaria dei soccorsi e che ha all’attivo un’assidua frequentazione del SudEst asiatico lavorando dapprima come giornalista freelance (dal 2004) e, successivamente, come ricercatrice sul campo in seguito al compimento degli studi di antropologia. Il suo studio si è concentrato in particolare sul modo in cui le comunità aborigene malesi hanno fatto – e stanno tutt’oggi facendo – resistenza ambientale contro la deforestazione attuata dagli interessi delle multinazionali, riportando queste tematiche nelle pagine del romanzo: «So bene quanto il panorama non sia dovuto alla sfortuna che si è abbattuta su questi popoli, quanto purtroppo alla deforestazione in atto a causa del commercio dell’olio di palma e della gomma. Una conversione economica il cui prezzo è evidente nel post disastro e che da troppi anni è il tema protagonista delle proteste del gruppo Orang Temiar, la comunità aborigena che stiamo andando a incontrare».

Oggi come più che mai, anche in virtù di quanto sta accadendo da qualche anno anche nel nostro Paese (sempre più colpito da fenomeni metereologici anomali e da conseguenti dissesti idrogeologici) e nel mondo, si fa forte e viva la necessità di sensibilizzare i lettori attraverso la formula della narrazione sui rischi causati dall’intervento dell’uomo sulla natura, dall’eccessiva urbanizzazione e industrializzazione, che riduce spazi naturali e territori agricoli nelle aree più fragili e povere del mondo e che ghettizza e segrega in spazi ristretti e senza rispettare i diritti umanitari intere comunità indigene, sfollate dai loro territori ancestrali.È quello che avviene in Malesia dove l’abbattimento delle foreste ha causato numerosi problemi: in primis la distruzione della barriera naturale capace di attutire la furia dei monsoni e, a cascata, la conseguente perdita di ettari di piantagioni e la tracimazione dei fiumi, causando ingenti danni all’economia e agli equilibri della società locale. A ciò si aggiunge una riflessione su cosa possa significare un disastro di tale portata in un Paese dove i servizi sanitari, di soccorso e di ricostruzione sono appannaggio delle grandi metropoli dominate dai poteri forti, dove oggi convivono tra loro diversi gruppi etnici, spesso trasferiti a forza.

Paolo Fizzarotti

La genovese Rita Nello investiga sulle donne di Dante

Super User 12 Marzo 2021 884 Visite

Dante, il sommo poeta considerato da molti come il padre della lingua italiana, studiato ed esaminato da un punto di vista femminile, oltre che letterario. A cimentarsi nell’impresa è stata Rita Nello Marchetti, scrittrice genovese che ha già pubblicato testi su vari argomenti (fiaba, mitologia, arte, storia) e che da oltre vent’anni tiene un atelier di scrittura creativa al Centro Universitario del Ponente. Nell’atelier vengono esaminati anche i problemi della lingua in generale: da qui la decisione per Rita Nello Marchetti di cimentarsi anche con Dante.

Il libro "Le Donne di Dante" ha come sottotitolo "Tre donne intorno al cor mi son venute". La figura di Dante Alighieri nei secoli è stata studiata in lungo e in largo, ma per lo più partendo da un punto di vista prettamente maschile. In questo saggio, invece, Rita Nello Marchetti analizza la figura del sommo poeta sotto diversi aspetti, ma sempre utilizzando un punto di vista femminile.

L'approccio che viene adottato in questo testo è dunque particolare. Con un approccio quasi familiare vengono evidenziati i risvolti umani e personali dell'Alighieri, come si farebbe con un amico. “Rita Nello Marchetti - spiega la studiosa Simona Bulgarelli - privilegia i rapporti intessuti da Dante Alighieri con l'animo delle donne, più che con il loro corpo. Donne che, frequentate nella vita o esaminate nelle opere, si rivelano soggetto di una devozione commovente, tanto da divenire tramite fra l'uomo e Dio, non certamente puro oggetto di trastullo per uomini dappoco, come purtroppo succede in molti casi di ieri e di oggi. Da Francesca, simbolo dell'amore passionale che vince la morte, a Matelda, emblema dell'amor poetico, fino a Beatrice, ovvero l'amore gratuito e sublime che porta alla redenzione, assistiamo nella Commedia ad un'escalation che attraverso fasi successive conduce alla donna suprema per eccellenza, Maria, cui viene dedicata la preghiera posta in appendice. Forme differenti di uno stesso amore che (lo dice Dante stesso nella canzone citata nel sottotitolo del libro), stabilmente alberga nel cuore del Poeta. Parallelamente alle icone femminili presenti in abbondanza, il libro svela la predilezione di Dante Alighieri per il numero tre, simbolo di perfezione e protagonista assoluto, con i suoi multipli, dei testi sacri cui Dante attinge a piene mani”.

Il volume, pubblicato dalla casa editrice Albatros, costa 10 euro. In copertina c’è il famoso ritratto di Dante Alighieri, dipinto dal Botticelli.

"Le Donne di Dante"
Autrice: Rita Nello Marchetti
Editrice Albatros
Prezzo: Euro 9,90

Paolo Fizzarotti

 

In “Voler scrivere” la grande passione di Maria Luisa Bressani, giornalista e scrittrice

Super User 22 Febbraio 2021 923 Visite

Ultimo libro della lunga serie della sua produzione, rappresenta un amarcord che fa quasi storia, induce a riflettere, narra un'epoca della nostra vita che sembra lontana ma, in fondo, è solo ieri.

“Voler scrivere”, edito da Stefano Termanini, è una raccolta di scritti della giornalista di rara emozione. Ma la bellezza del libro sta soprattutto nel fatto che questi scritti, quasi quarantenni, sono attualizzati al terzo millennio.

Opera trans generazionale, produce nel lettore attrazione ed interesse per la puntigliosa e precisa narrazione, mai fredda ma sempre partecipata della Bressani.

Quasi 300 le pagine, che si scorrono con rapidità, senza mai annoiarsi anche quando il lettore sia troppo giovane per aver vissuto quegli anni descritti nel libro.

Maria Luisa Bressani vanta oltre 30 anni di giornalismo, avendo lavorato per testate prestigiose, ultima in ordine di tempo, quella de “Il Giornale” ai tempi di Montanelli. Ma anche per il glorioso “Corriere Mercantile”, “Il Letimbro”, organo della Curia savonese, “Repubblica”, “La Trebbia” e “Il Cittadino”.

Scrittrice e giornalista colta, è donna di grande statura anche nel privato, nonna dolcissima di ben sei nipoti, mentre la scrittura è una sua irrefrenabile tensione; le nasce dal cuore, le fa esternare sentimenti nobili e pensieri mai banali.

La lettura è piacevole anche per un linguaggio ricco, elegante ed assai preciso e corretto.

Dino Frambati

 

Da un’idea di Paolo Fizzarotti, la grande avventura di Baden Powell è a fumetti

Super User 11 Febbraio 2021 2976 Visite

E’ appena arrivato in libreria il volume a fumetti “Impeesa - La grande avventura di Baden Powell”, pubblicato dalla casa editrice NPE, specializzata in fumetti d’autore.

Il graphic novel racconta la vita di Robert Baden-Powell, che più di un secolo fa ha fondato il movimento mondiale degli scout. La sceneggiatura è di Paolo Fizzarotti, collaboratore di Genova3000 e GenovaSi, mentre i disegni sono di Ivo Milazzo: e cioè uno dei più grandi maestri del fumetto in Italia. Il volume si inserisce in una collana che l’editore campano Nicola Pesce ha voluto dedicare proprio a Milazzo.

Il volume racconta la vita di Robert Baden-Powell e gli eventi che lo hanno portato a concepire l’idea dello scautismo. Il titolo “Impeesa” nasce dal nome che gli Zulu danno a B.P. e significa “lupo che non dorme mai, ma si aggira nella notte”.

Il fil rouge del racconto è un incontro fra Baden Powell e Rudyard Kipling, da cui partono alcuni flashback sull’avventurosa vita di BP fra il 1880 e il 1900.

Si parte dall’Afghanistan, con Baden Powell che - utilizzando tipiche tecniche scout - ricostruisce lo svolgimento della battaglia di Maiwand, vinta dagli afgani contro le truppe inglesi. Il racconto prosegue poi in Africa, fino ad arrivare all’assedio di Mafeking, nella guerra anglo-boera del 1899.

Il fondatore dello scautismo appare anche nelle vesti di agente segreto in Tunisia e Dalmazia, e viene ritratto nell’incontro con Olave, che diventerà sua moglie. 

Il libro racconta gli episodi che hanno portato Baden Powell ad abbandonare la carriera militare per dedicarsi alla fondazione e all’organizzazione dello scautismo. Vengono anche messi in luce i valori e le esperienze maturate in quella che chiama la sua “prima vita”, elementi che poi utilizza per tracciare le attività dei suoi boy scout durante la sua “seconda vita”. Annota nella presentazione,  il presidente del centro studi ed esperienze scout Baden-Powell, Vittorio Pranzini: “Forse è la prima volta che si vuole mettere in evidenza come la personalità dell’uomo Baden-Powell, militare o educatore, fosse improntata allo stesso comportamento, prima e dopo, naturalmente in contesti molto differenti: tutto ciò è molto evidente se consideriamo lo scouting e alcuni aspetti simbolici che dall’esperienza militare della guerra diventano strumenti educativi per l’educazione alla pace e alla fratellanza fra i popoli”.

“Impeesa” è soprattutto un libro di avventure basato sulla realtà storica del personaggio Baden Powell. La sceneggiatura non è basata sulla fantasia ma su numerose biografie, sui suoi testi dedicati agli scout e soprattutto sull’autobiografia “La mia vita come un’avventura”.

La prima edizione del volume è uscita, a cura del Cngei, associazione scout laica, in concomitanza del duplice anniversario dei 150 anni dalla nascita di BP (1857) e dei 100 anni dal primo campo scout, nell’isola di Brownsea (1907). Ci sono state edizioni in italiano, inglese, spagnolo e francese. Oggi è riproposto da Npe con grafica rinnovata e una nuova prefazione.

Matite e acquarelli sulla vita del fondatore dello scautismo sono affidate a uno dei protagonisti del fumetto mondiale, conosciuto dal grande pubblico per aver creato il personaggio di Ken Parker.

 

A cent’anni dalla nascita (3 giugno 1921), Luzzati dimenticato

Super User 10 Febbraio 2021 1435 Visite

Festival di Sanremo 2007, il manifesto ufficiale, l'ultima opera postuma di Emanuele Luzzati, il grande scenografo e illustratore genovese di fama internazionale di cui nel 2021 ricorrono i cento anni dalla nascita. Forse Lele meritava un ricordo.

La moleskine di Mauro Boccaccio

Per gli amanti del dialetto e dell’amor perfetto, in libreria c’è il Kamasutra in zeneise

Super User 09 Febbraio 2021 1281 Visite

Per gli amanti del dialetto e dell’amor perfetto, la casa editrice De Ferrari ha pubblicato una versione del Kamasutra in zeneise.
L’autore Andrea Acquarone, noto conoscitore della lingua, spiega alla perfezione come si devono comportare “o beccion” e “a figgia” per rompere la monotonia di coppia.
Le illustrazioni del grande vignettista Kim rendono le “quaranta mainee de becciâ” ancora più esplicite, calando il lettore, o lettrice, in una desiderabile realtà.
Un libro da leggere tutto d’un fiato. E, possibilmente, da mettere in pratica in queste lunghe serate di lockdown.

 

Sostegno alla cultura, Fondazione Compagnia di San Paolo dà avvio a SPACE

Super User 05 Febbraio 2021 556 Visite

SPACE, il bando con disponibilità complessiva di 1.5 milioni di euro, intende selezionare e poi accompagnare incentivare, sostenere e corroborare in un progetto triennale i Nuovi Centri Culturali, Centri Culturali Indipendenti e Centri di aggregazione Civica per garantire e preservare l’esistenza e sostenere le potenzialità di soggetti con un ruolo di primaria importanza per la realizzazione di iniziative di sviluppo civico e culturale.

Il bando è rivolto a SPAZI, aperti alla cittadinanza, che fungono da presidi culturali e civici dedicati a un territorio o una collettività specifica e quindi caratterizzati da una forte relazione con chi li frequenta; si deve trattare di spazi di inclusione culturale e sociale, multifunzionali, eventualmente aperti all’uso spontaneo e informale da parte degli abitanti del territorio, gestiti con una buona capacità di produrre risorse, tesi alla maggiore autonomia economica. La loro sede deve essere situata in Piemonte, Liguria o Valle d’Aosta.     

“La Fondazione, coerentemente con il proprio piano strategico presentato pochi giorni fa, con il bando SPACE intende identificare quelle realtà con maggiore potenziale ad accompagnarle in un percorso triennale mettendo loro a disposizione alcuni strumenti di una “cassetta di attrezzi” propri della filantropia più avanzata da accostare all’erogazione del grant. Confidiamo in questo modo di aiutarli a potenziare e rafforzare le loro capacità organizzative, gestionali e progettuali per avere, alla fine del percorso, presidi culturali e civici solidi, di riferimento e stimolanti per la partecipazione civica e culturale dei cittadini” Dichiara Rosanna Ventrella – Vice Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo (il video).

Le iniziative dovranno essere presentate alla Fondazione Compagnia di San Paolo entro le ore 12:00 del 5 marzo 2021.

Il progetto si delinea a partire dal bando Rincontriamoci che, nel pieno del periodo emergenziale causato dalla pandemia da COVID-19, ha tracciato un quadro di intervento concreto al comparto culturale, duramente provato dalla crisi che ne è conseguita, e ai presidi sul territorio, a tutti gli effetti generatori di valore sociale, al fine di favorire, incentivare e condurre verso nuove dinamiche relazionali e di coesione sociale.    

SPACE, si avvale inoltre dei risultati della ricerca condotta da cheFare, agenzia per la trasformazione culturale      – collaborazione nata dall’intenzione di voler fornire un contributo concreto, mirato e impattante – volta ad individuare le peculiarità dei 225 presidi civici e culturali che hanno partecipato al Bando Rincontriamoci nel 2020.    

Questa iniziativa si affianca alla chiusura della prima tappa de laGuida, il Festival dei nuovi centri culturali promosso da cheFare e primariamente supportato da Fondazione Compagnia di San Paolo, che nel corso del 2020 ha contribuito a far emergere le dimensioni di questo fenomeno in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.     

Gli aspetti indagati dalla ricerca – anagrafici e identitari – hanno contribuito a conoscere e individuare puntualmente tali presidi e le specificità e potenzialità che li rendono soggetti strategici all’interno del contesto civico e culturale in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e hanno fornito un quadro fondamentale per un’azione mirata sul territorio, oltre che una prima definizione del contesto all’interno in cui questi spazi operano, quali strumenti hanno a disposizione e in che modo li implementano.

Dallo studio e dalla mappatura realizzata dalla ricerca sono state messe in luce realtà ed individuati presidi civici e culturali essenziali per l’infrastruttura sociale, culturale ed economica dei territori su cui si è deciso di investire avviando un percorso di medio-lungo termine.

Per accedere al bando: www.compagniadisanpaolo.it

Sopravvivere alla separazione? Lo spiega un libro di Manuela Monaco

Super User 04 Febbraio 2021 967 Visite

La fine di un matrimonio, di un rapporto di coppia è un evento traumatico ma (purtroppo) diventato quasi “normale” nella società contemporanea. Un evento che cambia la vita e rischia di lasciare segni indelebili.

Come superare tutto ciò, tra il serio e l'ironico tanto per provare a sdrammatizzare un dramma, lo spiega, forte di analoga esperienza di vita vissuta, la scrittrice Manuela Monaco con il volume “Per colpa di una merendina. Come sopravvivere ad una separazione restando interi” edito da Edizioni Esperidi.

A spiegare il senso dell'opera è la stessa autrice, che cita la frase inequivocabile “Non ti amo più”, e quindi spiega l'inizio di quel percorso difficile e persino amaro di una donna di 36 anni, madre e moglie, che si sente pronunciare quella frase dall'uomo con cui ha diviso parte di vita.

Accade in un giorno d'estate e l'autrice non esita a rievocare il doloroso momento, misto a rabbia. “Provateci voi - dice Manuela - dopo essere state scaricate, a fare 5 km di corsa rabbiosa con un paio di scarpe nuove! La rabbia si gonfia e diventa collera, poi si scioglie in un mare di lacrime e si trasforma in delusione ma anche disinganno e disperazione (tutte con la D?). Ma, ops, ci sono una casa ed un lavoro da mandare avanti, e soprattutto loro, Figlio 1 e Figlia 2, che chiedono baci, serenità e torte al cioccolato. Da ex a single, a tigre del ribaltabile, il passo (a uno) è breve ma, se si balla a piedi nudi sulle note dei The Killers, sorseggiando un Mojito, può diventare una danza emozionante e, udite udite, per certi versi addirittura divertente”.

La copertina del libro è di Marialinda Toriello, mentre l'autrice, ora 40enne, vive a Genova con i suoi due figli, insegna in una scuola per l’infanzia e saltuariamente è speaker in una radio locale. Dal 2017 ha anche il blog “Io parlo da sola”. E' autrice anche di “Racconti surreali per gente normale”.

Presentazione online del libro sullo scottante, attualissimo tema delle separazioni lunedì 15 febbraio alle 18, in anteprima nazionale. Dialogherà con l'autrice il famoso giornalista e scrittore Alberto Bruzzone, storico caporedattore del Corriere Mercantile. Diretta che potrà essere seguita su Facebook nelle pagine di L’Amico ritrovato, Edizioni Esperidi, Io Parlo Da Sola.

Dino Frambati

BiblioIncipit si sposta sui social: una diretta Facebook per parlare di libri

Super User 20 Gennaio 2021 767 Visite

Era stato pensato come un incontro fisico nella suggestiva via Garibaldi, ma le regole imposte dal Dpcm sull’emergenza Covid hanno costretto l’associazione Incipit a rivedere il proprio progetto. Così gli organizzatori hanno deciso di spostare l’evento su Facebook: trasformeranno il social in una sorta di biblioteca virtuale nella quale dialogheranno con tre degli autori che hanno aderito al progetto Biblioincipit, Maurizio de Giovanni, Sabrina De Bastiani e Daniele Cambiaso.

A moderare la diretta Facebook sarà il bookinfluencer Filippo Taddia di Leggoecammino.

L’appuntamento è per giovedì 21 gennaio, alle ore 17:00. Per accedere all'incontro basterà entrare nella diretta sulla pagina @incipitgenova!

Giulia D’Antona e il suo libro innovativo, tra carta e tecnologia

Super User 15 Gennaio 2021 899 Visite

“Pensieri sciolti - Il blog cartaceo” è l'opera dal sapore indubbiamente innovativo con cui Giulia D'Antona comunica direttamente con i lettori, senza far perdere il gusto morale e culturale di sfogliare le pagine del libro.

Progetto editoriale, spiega l'autrice, “che abbatte le barriere tra autore e lettore, e dove antico e moderno si incontrano e comunicano tra loro. Da sempre il concetto stesso di innovazione, qualunque essa sia, porta con sé un divario tra generazioni diverse creando una società divisa tra chi resta ancorato alle abitudini del passato e difficilmente è pronto a rinnovarsi, e tra chi invece abbraccia il futuro con le novità che offre per renderlo parte integrante della propria vita”.

“Pensieri sciolti - Il blog cartaceo” (Rossini Editore) è una sorta di ponte tra vecchio e nuovo dove, sfogliando le pagine, l'innovazione permette ai lettori di entrare dentro la storia e comunicare direttamente con chi scrive.

Quasi un blog con mail dedicata e dove la narratrice della storia poi si pone al lettore con un nick name, come vuole la regola dei social, e con l’ossimoro nonnamoderna_91 che fa risaltare il già citato dualismo tra tradizionale e innovativo ed è fondamento del progetto.

Il libro, assicura una nota dell'Ufficio Stampa della scrittrice (RGB Produzioni - Creative Studio Responsabile della giornalista Giorgia Cadenasso e responsabile tecnico Bruno Santoro) appare “scorrevole e volutamente breve che propone appunto pensieri diversi in maniera veloce e dinamica, una scrittura a tratti ironica ma con spunti di riflessione più o meno seri a cui la protagonista spera di ricevere una risposta, per poter scambiare punti di vista e opinioni con chi sta leggendo, mediante un reale indirizzo di posta elettronica suggerito tra le pagine: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.”.

Nel volume ci sono tratti autobiografici di Giulia che lo rendono personale e vicino ai lettori comunicando fragilità, ironia, esperienze di vita, opinioni.

“Questo libro non vuole essere il nuovo candidato al Nobel per la letteratura – afferma la D'Antona - ma vorrei che fosse invece apprezzato come esperimento sociale o piuttosto un gioco. Mi sono divertita molto scrivendolo e vorrei dunque che il lettore provasse le mie stesse sensazioni”.

Dino Frambati

Il Natale di Genova tra le meraviglie nascoste delle chiese dei Rolli

Super User 07 Dicembre 2020 1255 Visite

I D'Oria, gli Spinola, i Grimaldi e i Pallavicini. Sono alcune delle grandi famiglie genovesi del XIV e il XVIII secolo che nelle loro sontuose dimore – i Palazzi dei Rolli – amavano circondarsi delle meravigliose opere di artisti di fama internazionale, di cui erano convinti mecenati. A questi stessi artisti, per celebrare la magnificenza del proprio casato, commissionavano interventi anche nelle chiese che erano soliti frequentare. 

Oggi, grazie al supporto delle nuove tecnologie, dei droni e delle immagini ad alta definizione, questo immenso patrimonio potrà essere ammirato in un viaggio, di oltre un secolo di storia, in occasione delle festività del Natale 2020.

Le “Chiese dei Palazzi dei Rolli” è il progetto, realizzato dall'assessorato alle Politiche culturali del Comune di Genova, con il patrocinio dell'Arcidiocesi di Genova, Ufficio Beni Culturali, che parte il 20 dicembre con un calendario, fino al 6 gennaio, di visite virtuali sul sito visitgenoa.it e anche sul canale You Tube Genova More Than This.

“I genovesi e tutti gli appassionati – spiega l’assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova Barbara Grosso – avranno l’occasione, per la prima volta, di poter scoprire e ammirare particolari mai visti delle chiese frequentate dalle famiglie più illustri del Secolo d’oro dei genovesi. Grazie al contributo di Fondazione Carige e degli altri sponsor privati che hanno creduto in questo innovativo progetto, abbiamo creato un efficace connubio tra tecnologia, digitale e storia della nostra arte e delle nostre tradizioni. Un regalo che porteremo nelle case di tutti, non solo genovesi ma a una platea potenzialmente internazionale, che vedrà aprire i tesori custoditi nelle chiese dei Palazzi dei Rolli da angolature inedite, rese possibili solo dall’utilizzo di droni. Per le festività natalizie, in questo duro momento di emergenza sanitaria, che ha comportato anche la chiusura forzata dei luoghi di cultura, abbiamo pensato fosse un dovere delle istituzioni aprire il più possibile al mondo la bellezza dei nostri tesori, proprio come le famiglie proprietarie dei Rolli avevano fatto secoli fa, portando l’estro straordinario di artisti alla moda nei luoghi aperti al grande pubblico per eccellenza ovvero le chiese dove tutti, a prescindere del ceto sociale e dal censo, avrebbero potuto ammirare l’arte di Rubens e di altri artisti”.

Un'anteprima è in programma l'8 dicembre per la festività dell'Immacolata con la presentazione del video sulla chiesa dell'Albergo dei Poveri, l'edificio di maggiori dimensioni realizzato a Genova, una vera e propria cittadella nata come sede di un'istituzione di carità e scrigno del barocco genovese.

Nei video, realizzati dal regista Lorenzo Zeppa, e nelle foto di Fabio Bussalino l'obiettivo racconta la magnificenza di Genova, dalle forme rinascimentali della Basilica dei Sauli, in Carignano, all’antica Basilica francescana dell’Annunziata (rivestita di splendore barocco dall’intervento dei Lomellini ai primi del Seicento) fino alla meraviglia dei grandi dipinti di Rubens, in un trionfo di marmi che fanno della chiesa del Gesù un caleidoscopio di colori. Sei le chiese protagoniste dei video oltre a 13 contributi speciali dedicati a oggetti e dettagli contenuti negli edifici. 

Ad accompagnare la visita delle Chiese dei Palazzi dei Rolli è il curatore scientifico dei Rolli days Giacomo Montanari, docente dell'Università di Genova e ideatore del progetto, insieme ad alcuni divulgatori scientifici, giovani professionisti nel campo delle scienze umanistiche.

“Le famiglie dell’aristocrazia, ricchissime, colte e raffinate - spiega Montanari - vogliono che le loro dimore siano aggiornate su tutte le novità a proposito di architettura, decorazione, collezioni d’arte, per dimostrare a tutta Europa il valore di Genova e della sua Magnifica nobiltà. È la Genova dei Palazzi dei Rolli, di residenze talmente belle che Rubens le riteneva “il modello per il perfetto gentiluomo europeo”. Le stesse famiglie portano questa ventata di rinnovamento anche nei luoghi sacri: le piccole chiese riservate alla devozione privata delle famiglie, come San Luca, e le grandi basiliche cittadine come l’Annunziata o la chiesa del Gesù, dove tutte le principali famiglie decorano cappelle ed altari, anche in competizione fra loro per chi poteva aggiudicarsi il lavoro dei migliori architetti e pittori”. 

In occasione del Natale, un capitolo del progetto è dedicato alla grande tradizione del presepe genovese, che ha lasciato testimonianze di qualità altissima. “Soprattutto nel Settecento – spiega Giacomo Montanari - quando intagliatori importanti come Anton Maria Maragliano lavorano ai grandi presepi, il presepe genovese mette insieme una profonda devozione e grande qualità artistica. Le statuine raccontano il loro tempo, mostrano personaggi altolocati vestiti di stoffe preziose e ricercate come i nobili genovesi o rappresentano fedelmente l’aspetto delle persone del popolo, con un’attenzione commovente per i particolari: gli oggetti, gli attrezzi, i gioielli, ma anche le espressioni e gli sguardi”.

Il programma online delle Chiese dei Palazzi dei Rolli comprende anche un’interpretazione di Igor Chierici del Canto di Natale di Charles Dickens, e momenti dedicati ai tradizionali canti di Natale intrepretati da Maria Pierantoni Giua.

Emozione, filosofia e ambiente nel libro di Corrado Fizzarotti su Mary Midgley

Super User 04 Dicembre 2020 1737 Visite

E’ il primo libro italiano a parlare di Mary Midgley: una filosofa inglese che è stata molto importante nella formazione del pensiero scientifico interdisciplinare applicato all’ambiente, e quindi anche alla base delle moderne teorie ambientaliste. La ricerca di Midgley è stata cruciale nella cultura anglosassone contemporanea, e da qui nel resto del mondo: eppure in Italia questa filosofa è praticamente sconosciuta all’esterno di una ristretta cerchia di addetti ai lavori. A scrivere il volume è stato Corrado Fizzarotti, ricercatore di Filosofia teoretica e “cultore della materia” presso l’università di Modena e Reggio Emilia, nonché collaboratore della nostra testata. Il libro si intitola “Mary Midgley. Emozione, Filosofia e Ambiente” ed è pubblicato dalla casa editrice Mimesis nella collana “Filosofie” (10 euro).

“Mary Midgley - afferma Corrado Fizzarotti - è una filosofa inglese ingiustamente poco conosciuta in Italia. Si è formata nell’ambiente universitario di Oxford, a stretto contatto con la filosofia analitica, anche se ha mostrato ben presto una certa insofferenza nei confronti di posizioni come il positivismo logico. Ha iniziato a scrivere in tarda età, mostrando una prolifica eccentricità di pensiero. La Midgley ha scritto contro il riduzionismo e le semplificazioni indebite, indicando sempre la necessità di una visione complessa e interdisciplinare della realtà. Ha messo in luce l’importanza della storia e del contesto nella formazione del pensiero, ha parlato contro i confini troppo rigidi tra le varie discipline e contro la separazione dell’uomo dalla natura. Ha cercato di evidenziare l’importanza delle emozioni nell’etica e l’imprescindibilità della narrazione nella scienza. Questo la rende una filosofa fuori dalla proverbiale torre d’avorio, dialettica, ambientalista e profondamente umana”.

Prestito take away per le biblioteche genovesi

Super User 23 Novembre 2020 911 Visite

Prenotare un libro e passare a ritirarlo presso la biblioteca, osservando comunque le norme anti-Covid. Sarà possibile anche a Genova da domani, martedì 24 novembre, con il nuovo servizio di prestito take away, che parte in questi giorni in diverse biblioteche civiche del Paese.

“Pur nell’osservanza delle restrizioni a contrasto della diffusione del Covid – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Genova Barbara Grosso – abbiamo voluto, tra i primi in Italia, avviare un servizio innovativo e sicuro che garantisce il tradizionale servizio di prestito bibliotecario a un’utenza affezionata di lettori di ogni età, dai bambini agli studenti fino agli anziani”.

Vista la chiusura al pubblico dei locali per il Dpcm del 3 novembre, le biblioteche Berio e De Amicis offriranno il servizio, nelle giornate di martedì e giovedì, dalle 9 alle 18, con la consegna “da asporto”, ogni 15 minuti.

Gli utenti dovranno prenotare il servizio di ritiro dei libri telefonando alla biblioteca Berio (0105576046 / 47) o inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..i, mentre alla De Amicis telefonando allo 0105579560 o scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), contatti pubblicati sui canali social della Berio e sul Portale delle Biblioteche genovesi.

“Dopo Berio e De Amicis – spiega l’assessore Grosso – l’intenzione è estendere il servizio a tutto il circuito bibliotecario genovese. Anche altre biblioteche del sistema si stanno organizzando per dare ampia copertura del servizio, da Ponente a Levante”.

Sarà possibile prenotare tutti i materiali conservati in biblioteca (volumi, dvd, fumetti, audiolibri ecc.). Una volta avvenuta la prenotazione del materiale desiderato, gli operatori predisporranno un plico per il ritiro e, qualora un volume non fosse disponibile, i bibliotecari effettueranno una ricerca, richiameranno il lettore proponendogli una scelta alternativa di titoli.

La consegna dei plichi avverrà negli spazi esterni alla biblioteca, con prenotazioni effettuate dal personale in modalità di lavoro agile da remoto, mentre la restituzione avverrà dopo le operazioni di igienizzazione, secondo le procedure di regolamento anti Covid, per garantire la totale sicurezza degli utenti. Nonostante le biblioteche restino chiuse agli utenti in ogni loro locale, è regolarmente aperta la biblioteca digitale online da cui è possibile scaricare, del tutto gratuitamente, e-book, audiolibri, materiale audio e video.

Striscia promuove il libro di Regazzoni: boom di vendite su Amazon

Super User 22 Novembre 2020 1809 Visite

Il libro del filosofo genovese Simone Regazzoni è stato presentato ieri sera da Valentino Picone, spalla di Salvatore Ficarra, nel corso di “Striscia la notizia”.
L’autore oggi ha voluto ringraziare su Facebook la trasmissione satirica di Canale 5 (guardata ieri sera da più di 6milioni di persone) e ha raccomandato ai lettori di acquistare il volume, un trhiller ambientato a Roma, nelle librerie.
“Il mio romanzo edito da Rizzoli è schizzato ai vertici delle classifiche di vendita Amazon. Ringrazio tutte le lettrici e i lettori che hanno dato fiducia a "I segni del male": non resterete delusi! Chiedo però a tutte e tutti coloro che avessero voglia di comprare il libro per sé o per regalarlo di farlo nelle librerie italiane che in questo momento, tra mille difficoltà, restano aperte e sono un presidio vitale dei territori”, ha scritto Regazzoni sul social.
Tra i tanti complimenti su Facebook è arrivato anche quello del cultural manager del Comune di Genova, Maurizio Gregorini: “Lo comprerò e lo leggerò con interesse”.
Endorsement che vale almeno quanto lo spot televisivo.

Inaugurato il point dedicato a Paganini

Super User 15 Ottobre 2020 1277 Visite

Il Centro di ricerca e didattica dedicato a Paganini si inserisce nel progetto di valorizzazione che Genova sta sviluppando intorno alla figura e all’eredità culturale del massimo violinista di tutti i tempi, con l’obiettivo di creare un brand di promozione culturale e turistica.

«Genova, città dalla storia millenaria e gloriosa, ha dato i natali a straordinarie personalità che hanno contribuito a darle vanto e a farla conoscere nel mondo. Tra queste la figura di Niccolò Paganini è centrale: genio insuperato del violino e immenso compositore, è un eccezionale biglietto da visita per la città in ogni parte del mondo – commenta il sindaco Marco Bucci - L’apertura di questo point rappresenta una nuova occasione per i genovesi di conoscere meglio la vita, la storia, le opere di questo grande artista e di celebrarne la grandezza».

Il consolidamento del Paganini Genova Festival, lo straordinario successo che il Cannone continua a riscuotere in tutto il mondo nel suo ruolo di ambasciatore di Genova, il ritorno del Premio Paganini ad ottobre e il preannunciato ampliamento delle sale paganiniane di Strada Nuova, contigue al nuovo Centro, evidenziano la sistematicità di un progetto di valorizzazione del nostro patrimonio musicale che ha messo al centro Niccolò Paganini e la sua eredità culturale.

«Ringrazio gli Amici di Paganini per questo nuovo strumento che arricchirà ulteriormente l’attività culturale attorno al grande violinista, un genio eterno e quindi sempre attuale, come dimostra il successo del Paganini Genova Festival - aggiunge l’assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso - Il point è il primo step di un progetto di sinergia comune, al quale l’amministrazione sta lavorando e che mette al centro la figura del nostro illustre concittadino».

La ricerca scientifica, la didattica e l’attività di divulgazione costituiscono la mission del Centro Paganini che il Comune di Genova ha realizzato in collaborazione con l’associazione Amici di Paganini attiva ormai da oltre vent’anni nella creazione di una rete paganiniana grazie all’impegno di Alma Brughera Capaldo, Enrico Volpato e tutto il suo direttivo. 

A regime il Centro Paganini metterà a disposizione di musicologi e studiosi un ricco archivio documentale e soprattutto un punto di riferimento per tutti gli appassionati che a Genova e in tutto il mondo seguono le iniziative paganiniane. 

Altri obiettivi del Centro: progettazione didattica rivolta alle diverse fasce scolastiche e ai vari segmenti di utenza; incentivazione e supporto a soggetti terzi per nuove attività di ricerca; creazione e coordinamento di una rete esperta internazionale intorno a Paganini, sulla scorta delle collaborazioni già consolidate con Parma e La Spezia, Shanghai, Pechino, Singapore; realizzazione di edizioni critiche di musiche di Paganini ancora non disponibili ai musicisti. In programma, anche la realizzazione di un sito internet dedicato alla divulgazione di contenuti paganiniani.

Il Centro, presieduto da Roberto Iovino, avrà a disposizione un Comitato scientifico costituito da insigni studiosi di Paganini e di un Comitato per la didattica di cui faranno parte docenti esperti affiancati da giovani insegnanti e musicisti. Verranno coinvolti anche studiosi italiani e stranieri, con l’obiettivo di costruire una rete di esperti e di contributi originali o ancora poco noti. 

Fanno parte del Comitato scientifico Maria Teresa Dellaborra, Vittorio Marchese, Flavio Menardi, Danilo Prefumo, Anna Sorrento, Italo Vescovo, mentre Clarissa Biscardi, Francesca Dego, Andreas Lange, Nicole Olivieri e Peter Sheppard hanno già confermato la loro adesione alla rete di esperti.

In programma, entro il 2022, la digitalizzazione dei cataloghi tematici delle opere di Paganini, la collaborazione alla stesura e pubblicazione del II volume dell’Epistolario di Paganini, commissionato dall’Accademia di S. Cecilia a Roberto Iovino, la sistematizzazione dell’Archivio del Premio Paganini di proprietà del Comune di Genova, l’organizzazione di una Giornata Internazionale di studi, nell’ambito del Paganini Genova Festival 2021 e l’impostazione delle attività didattiche dedicate alle scuole.

La sede del Centro Paganini, in via Garibaldi 11-13 è attualmente in allestimento.

L’accesso è limitato e soggetto alle norme Covid19. 

L’orario di apertura sarà pubblicato sul sito dell’Associazione Amici di Paganini www.niccolopaganini.it e sul sito del Centro Paganini www.centropaganini.it 

Per info:
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www.centropaganini.it
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Il selfie di Maurizio Lastrico con Colombo e l’assessore Barbara Grosso

Super User 07 Ottobre 2020 1221 Visite

Anche l’attore genovese Maurizio Lastrico ha aderito all’hashtag #SelfieConColombo, lanciato ieri dal Comune di Genova in occasione della presentazione dei Rolli Days di autunno.

Il ritratto di Cristoforo Colombo, attribuito a Ridolfo del Ghirlandaio, è attualmente esposto a Palazzo Nicolosio Lomellino dove rimarrà fino al 18 ottobre, proprio sotto gli affreschi colombiani realizzati da Bernardo Strozzi nei primi decenni del ‘600.

Il dipinto fa parte della collezione permanente del Galata Museo del Mare.

“Io volo”, il nuovo libro di Dino Frambati

Super User 06 Ottobre 2020 1280 Visite

In questi giorni è uscito il nuovo libro di Dino Frambati, giornalista, imprenditore e pilota di aerei, dedicato all’emozione del volo. “Volo perché mi emoziona, volo perché è una passione irrefrenabile che probabilmente uno ce l’ha congenita. Volo perché mi dà adrenalina e stress assolutamente in positivo e mi aiuta a vincere le sfide della vita. Volo perché il volo aiuta nella vita, è pedagogico, volare ti insegna tante cose, ti dà uno stile di vita, ti insegna a fare le cose ragionate, a crearti un ordine mentale utile in ogni gesto della vita, in tutte le attività. Perché volare ti insegna che nella vita la ragione deve sempre o quasi prevalere sull’istinto, che pure serve ed anche parecchio”. Così l’autore ha spiegato la sua passione per il volo, che racconta nel libro “Io volo” (Termanini Editore).

Al Palazzo della Borsa la mostra “Regione Liguria - i nostri primi 50 anni”

Super User 02 Ottobre 2020 1089 Visite

Un omaggio della Regione Liguria agli ultimi 50 anni di storia di questa terra attraverso gli avvenimenti più significativi, ma anche tramite i suoi miti, i cimeli e le icone che hanno scandito il passare dei decenni dal 1970 a oggi. È la mostra “Regione Liguria – I nostri primi 50 anni”, realizzata da Giunta e Consiglio regionali in collaborazione con l’agenzia Ansa per celebrare i primi 50 anni dell’Ente, visitabile fino a giovedì 8 ottobre al Palazzo della Borsa di Genova, poi ‘virtualmente’ attraverso i siti di Regione e de LamiaLiguria, oltre che sui canali social ufficiali e sulle principali emittenti televisive della regione.

Tutto inizia nel 1970 quando, il 6 luglio, si riunisce per la prima volta il Consiglio regionale della Liguria nella Sala degli Arazzi di Palazzo Doria Spinola. Nello stesso anno, il 7 ottobre, Genova viene sconvolta da una delle più tragiche alluvioni della sua storia. Seguiranno gli Anni di piombo, la crisi dell'industria di Stato, lo sviluppo del terziario, la crescita del porto, il crollo del ponte Morandi e la ricostruzione del viadotto, fino all’emergenza Covid-19. Cinquant’anni densi anche di eventi legati allo sport, alla cultura, all’innovazione, allo spettacolo, all’enogastronomia ripercorsi attraverso oggetti straordinari, preziosi cimeli: dalla mitica pipa del Presidente Pertini al mandolino di Fabrizio De Andrè fino alla chitarra acustica autografata da Gianni Morandi, dalla maglia della Sampdoria firmata da Mancini a quella del Genoa di Gennaro Ruotolo fino al pallone della Pro Recco, dai robot Icub e e HyQ2Max dell’Istituto Italiano di Tecnologia all’anfora romana recuperata sui fondali liguri fino all’atto di nascita di Natalina Garaventa detta Dolly alla mamma di Frank Sinatra.

A comporre la mostra, le immagini dei più importanti fatti di cronaca e costume diventati snodi e icone delle diverse stagioni che si sono susseguite in questi densi cinquant’anni: l'omicidio del fattorino Alessandro Floris nel 1971 a opera della Brigata XXII ottobre, fatto simbolo degli Anni di piombo, l'elezione di Sandro Pertini a Presidente della Repubblica, la nevicata del secolo del 1985, la morte di Fabrizio De André, i giorni del G8 del 2001, il crollo del ponte Morandi e la ricostruzione in tempi record del viadotto Genova San Giorgio fino alla lotta al Covid-19. "Anche l'emergenza sanitaria ha dimostrato la funzione e il ruolo irrinunciabile delle Regioni – sottolinea il presidente Giovanni Toti - che da nord a sud e senza distinzioni di colore politico, hanno costituito un supporto fondamentale sia nella gestione della crisi che nella ripartenza del Paese, assumendosi anche responsabilità a cui non erano tenute. Con questa mostra celebriamo i 50 anni della Liguria, ripercorriamo ciò che è stato, ma abbiamo sempre lo sguardo rivolto al futuro: oggi più che mai, i tempi sono maturi per riprendere quel percorso di autonomia che per troppo tempo è rimasto fermo sui tavoli nazionali. È indispensabile un nuovo assetto istituzionale del Paese, soprattutto alla luce della prova di maturità che hanno dato molte Regioni”.

La mostra fornisce quindi al visitatore uno spaccato significativo degli ultimi 50 anni della Liguria: si possono percepire i mutamenti del costume, le trasformazioni sociali e quelle industriali, si ripercorrono gli anni del declino dell'industria di Stato e la conseguente crisi occupazionale, l'acuirsi delle problematiche ambientali, fino alla riscoperta della ricchezza del patrimonio culturale e naturalistico, volano per una nuova economia che pone al centro il turismo di qualità. Le Cinque Terre, Porto Venere, le isole del Tino e Tinetto nel 1997 furono i primi siti della Liguria ad entrare nella lista dei patrimoni dell'Umanità stilata dall'Unesco. Percorrendo i pannelli della mostra ci si immerge nell’atmosfera dei tanti momenti che hanno segnato questi anni, potendo cogliere anche l’eco internazionale di eventi che hanno segnato la Liguria: l'esplosione della petroliera Haven, la magia e l’incanto di Euroflora, le atmosfere e le energie dei concerti di Sinatra e Springsteen, i premi Nobel ‘genovesi’ per la Letteratura a Montale e per la Fisica a Sacconi, le Colombiadi con la nascita del Porto Antico e dell’Acquario, lo sbarco della Focaccia col Formaggio di Recco a Manhattan e poi Genova capitale europea della cultura nel 2004, i migranti bloccati a Ventimiglia.

Le diverse immagini sono accompagnate, in parallelo, dalla narrazione di quale sia stata l’azione legislativa della Regione lungo gli anni, negli ambiti più diversi, dalla cultura all'ambiente, dai diritti all'economia fino alla lotta al Covid-19. Cinquanta anni di governo con 2.152 leggi approvate dall'Assemblea legislativa su temi come la sanità, l'urbanistica, lo sviluppo economico o la formazione: anni in cui ogni visitatore potrà trovare il riflesso dell'evolversi della società ligure, dei suoi costumi e del suo tessuto produttivo. Dagli esordi con il primo provvedimento in materia urbanistica nel 1972, alla nascita della finanziaria Filse nel 1973, la prima legge per la tutela sanitaria nei luoghi di lavoro nel 1974, la prima legge a favore dei disabili nel 1975, la nascita dei consultori nel 1976, fino agli anni più recenti con la legge per incentivare la raccolta differenziata nel 2015, le misure contro l'inquinamento atmosferico nel 2017, l’avvio, nello stesso anno, della distribuzione dei farmaci salvavita nelle farmacie territoriali, la gestione dell’emergenza da parte del presidente Toti nominato Commissario dopo il crollo del ponte Morandi, con le risposte a cittadini e imprese.

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