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Toti: Terza Repubblica piu’ rumore che idee

Vi riportiamo il lungo post del governatore Giovanni Toti che, nella giornata di silenzio

elettorale, si è concesso un pomeriggio di meritato riposo accanto ai suoi cani, indossando finalmente delle informali ciabatte infradito.
“Dopo la lettura dei giornali, un attimo per riflettere. Sicuramente col voto di marzo è cominciata la “Terza Repubblica”, ma per ora la nuova era ha prodotto più rumore che idee, più tattica che strategia, nessun disegno chiaro di che Paese vogliamo costruire per il nostro futuro.
Davvero poche idee su come la politica debba affrontare il confronto tra Libertà e Uguaglianza che ha contraddistinto le grandi ideologie del secolo scorso.
Per ora il dibattito si arena quotidianamente sul tema del giorno: immigrazione (giusto controllarla), negozi da chiudere la domenica (sbagliatissimo), vaccini (penso indispensabili, ma è la scienza e non la politica che deve parlare), grandi infrastrutture (altro che fermarle!! Siamo indietro di anni, semmai moltiplicarle), i dazi commerciali (tatticamente discutibili, strategicamente distruttivi per l’economia) ecc.
In questa alba della “Terza Repubblica” le proposte sembrano più calmierare le paure del momento che costruire le speranze del domani.
Si parla tanto di cambiamento, ma non si parla per nulla di quale Paese vorremmo tra dieci... venti... trent’anni.
Io so quale Italia vorrei e quale Liguria stiamo cercando di costruire: un luogo in cui libertà significhi davvero premiare il merito e l’impegno, valorizzare la concorrenza, consentire alle imprese di aprire e assumere, ai giovani di trasformare i propri progetti in lavoro, alle idee di circolare liberamente e senza pregiudizi. E uguaglianza significhi davvero diritti e non appiattimento, egualitarismo a prescindere da impegno e merito, livellamento nella mediocrità, burocrazia, esaltazione di un certo passato per paura di un certo futuro.
Quello che è sicuro è che i cittadini hanno chiesto di cambiare. Qualcuno ha provato a cambiare l’Italia rottamando persone, poi rottamando la Costituzione e non è andata bene. Invece di rottamare proviamo a cambiare l’Italia costruendo nuove idee, progetti di lungo periodo, modelli di società e di progresso. Serve uno spazio per pensare e parlare, senza urlare”.

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