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Genova commossa, Genova commovente

I genovesi in piazza De Ferrari - Nel riquadro Dino Frambati

Nella grande cerimonia celebrativa del mese dal crollo, incredibile, inipotizzabile e

sconvolgente, del ponte autostradale sul Polcevera, Genova ha dato al mondo una dimostrazione di dignità, capacità di onorare le vittime e determinazione di ricostruire il viadotto distrutto, che passerà agli annali della storia con analoga forza a quella, distruttiva, che ha fatto tracollare una struttura che, a vederla, pareva potente e resistente a tutto. Se talvolta sotto la Lanterna predomina una sorta di pigro provincialismo ed eccessivo localismo, la dignità delle migliaia di persone radunate in piazza De Ferrari è stata da manuale. Niente rabbia, giustizialismo o voglia di vendetta. Solo una grande forza morale, intellettuale e di cuore, di ricostruire onorando i morti innocenti ed incolpevoli, assai più penetrante di ogni reazione irosa. In Tullio Solenghi e Luca Bizzarri, l'arte di far ridere che è grande capacità dei due formidabili artisti targati Genova, si è trasformata in una spontanea, efficace emotività sentimentale e commozione sincera. Non era finzione da palcoscenico ma sentita e profonda sensazione personale che albergava in loro come in tutti quelli in piazza. E stupisce in positivo, anche chi è scettico giornalista sulle capacità e sulla concretezza dei politici, l'azione delle istituzioni locali che hanno dato un esempio come mai si era visto in Italia, di risposta alle necessità derivanti da un'emergenza (e che emergenza!). La politica ha fatto più del suo mestiere, è stata al servizio delle gente, efficace, concreta, vicina ai più deboli, a chi è stato – sfollato, ferito, privato del lavoro, congiunto dei morti – profondamente toccato e danneggiato da quel crollo che credevamo, fino alla vigilia di Ferragosto, potesse essere solo una scena da film.
Perché il crollo di un ponte, come un terremoto o un'alluvione, non possono e devono avere connotazioni di destra o sinistra o di qualunque idea politica; sono disastri e disgrazie che vanno affrontate con quel senso di dovere che dovrebbe avere chiunque sia in una carica elettiva e quindi debba rendere conto di ciò che fa a chi lo ha eletto. In questo senso occorre fare un grande plauso al governatore Toti, al sindaco Bucci ed agli altri componenti degli esecutivi dei due governi locali, per l'opera svolta, davvero esemplare. Ed io, mai tenero ma sempre critico e scettico sulla politica ed il potere a prescindere dalla ideologia, credo sia una delle rarissime volte cui ho ammirato l'azione dei politici nella mia lunga carriera di giornalista.
E penso che questa sia un'altra morale che si deve trarre dalla tragedia: quando avvengono fatti del genere la risposta la deve dare chi governa, dimenticando ogni dialettica “politica” in senso stretto. E questo è avvenuto. Doveroso e rasserenante registralo, persino piacevole in quanto crea la speranza che la politica stia cambiando volto.
Non si può poi tacere di forze dell'ordine e volontari, capaci, nei momenti più difficili, di stupire ogni volta per cuore, passione ed altruismo.
Genova, da parte sua, è stata commovente per la partecipazione. Si è commossa per una tragedia generatrice di sensazioni che ha pochi pari al mondo, tanto che l'abbiamo affiancata alcuni giorni fa su questo sito all'11 settembre.
Da tutto ciò Roma, l'Italia e l'Europa, facciano derivare l'obbligo morale di grande rispetto sul futuro della zona, che deve avere ascolto decisionale; dal commissario straordinario alla ricostruzione ad ogni altro aspetto.
Siamo o non siamo, del resto, i figli di Colombo, che cambiò il destino del mondo scoprendone uno nuovo? Siamo o non siamo la Superba sui mari, quella di marinai capaci di superare le tempeste?
La risposta è si e Roma e l'Europa lo hanno sentito e capito bene. Al timone ci siamo noi, con orgoglio....

Dino Frambati

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