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Il rebus arancione

Giovanni Toti

Dopo l’editto di Berlusconi, con il quale ha annunciato che “alle elezioni amministrative

sarà fondamentale assicurare la capillare presenza delle liste di Forza Italia in tutti i comuni e sarà anche fondamentale la non partecipazione alla formazione o alla presenza di nostri esponenti nelle liste civiche anche se a noi vicine”, il mondo arancione ligure è in fibrillazione. Tutti si domandano cosa farà Giovanni Toti, andrà avanti con la sua lista civica o resterà in Forza Italia?
Salvo imprevisti oggi impensabili, il centrodestra, uscito vittorioso in Sardegna e Molise, si presenterà unito alle regionali del 2020. La parte del leone la farà Matteo Salvini, che per poter sferrare la zampata decisiva avrà però bisogno del sostegno di Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Queste sono le previsioni di oggi, ma lo scenario politico, sempre in continua evoluzione, potrebbe cambiare. Per sapere come andranno le cose bisogna attendere almeno le elezioni europee e amministrative di maggio, quando si conoscerà di più sull’andamento del governo, sulla tenuta del M5S e sulla rimonta del Cavaliere e sul futuro del suo partito.
Se Berlusconi arriverà a ridosso delle regionali ringalluzzito, potrà far pesare alla Lega la sua volontà sui candidati della coalizione, magari solo nelle regioni che ha maggiormente a cuore, come la Liguria. Se il suo ruolo sarà forte e, soprattutto, dopo l’editto di ieri, il leader di Forza Italia accetterà la candidatura civica di Giovanni Toti?
Ricordiamoci che già nel 2015 la Liguria doveva andare al Carroccio con Edoardo Rixi che fece poi un sofferto passo indietro. Allora, la Lega era un’altra Lega. E a Rixi, oggi viceministro alle Infrastrutture, la vita romana non piace. Almeno, così ha dichiarato a Genova3000.

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