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La risposta di Pirondini a Toti e Cavo

Luca Pirondini

Il consigliere comunale Luca Pirondini ha affidato a Facebook la sua risposta agli attacchi del governatore Toti e dell’assessore Cavo, dopo la sua nomina nel Consiglio di indirizzo del Teatro Carlo Felice. Ecco il testo del suo post.

Ho ricevuto da Alberto Bonisoli, Ministro per i beni e le attività culturali, la nomina come rappresentante del suddetto Ministero all’interno del Consiglio di indirizzo della Fondazione Teatro Carlo Felice.

Per prima cosa devo ringraziare il Ministro e i suoi più stretti collaboratori per la fiducia dimostrata nei miei confronti, ne sono onorato. Mi preme in principio, chiarire che questo impegno non prevede nessuna retribuzione e che quindi il mio impegno a favore del “mio teatro” (è così che, affettivamente, mi sento di chiamarlo poiché ci sono praticamente nato) sarà a titolo completamente gratuito! Anzi, viste le numerose responsabilità che il ruolo comporta sarà mia premura stipulare, a mie spese, una polizza assicurativa che mi tuteli nello svolgimento del mio incarico. Devo dire che mai mi sarei aspettato un tale attacco personale e strumentale da parte del Presidente della Regione e dell’assessore alla Cultura della medesima istituzione, ai quali risponderò solo dal punto di vista tecnico poiché altro non meritano.

Sono stato indicato quale rappresentante del Ministero (e non del Comune di Genova, che a suo tempo aveva indicato l’attuale vicepresidente del Consiglio, avv. Roberto Pani) in seno al Consiglio di Indirizzo della Fondazione. Ragionando astrattamente, il regolamento del Comune di Genova sulle nomine nelle società partecipate e controllate non avrebbe escluso la possibilità della nomina in questione, ma addirittura, la Fondazione Carlo Felice non è soggetto partecipato o controllato dal Comune di Genova che è solo socio fondatore insieme a Regione Liguria e Stato Italiano. E per l’appunto da quest’ultimo socio, sono stato nominato. Incidentalmente qualcuno ricorda che il Comune di Genova non determina “l’indirizzo” della Fondazione (come sostenuto dalla impreparata Ilaria Cavo) che non è eterodiretta dal momento che decide il proprio orientamento strategico autonomamente come qualsiasi Fondazione di diritto privato attraverso il consiglio di indirizzo, appunto, che non è un “consiglio di amministrazione” (come sostiene ancora erroneamente sempre Ilaria Cavo) e quindi ha un ruolo di alta rappresentanza e non di amministrazione.

Non esiste alcun conflitto, in ogni caso.

Infatti i Consiglieri di indirizzo una volta in seno al Consiglio operano in piena indipendenza e rispondono solo nei confronti della Fondazione dell’esercizio delle medesime funzioni, non esiste alcun vincolo di mandato ed essi non rappresentano i soggetti pubblici o privati che li hanno designati o nominati, né ad essi rispondono.

Inoltre, se da un lato ribadisco ulteriormente che lo Statuto prevede espressamente la gratuità della carica che è onorifica (non si percepisce un compenso ma nemmeno un simbolico gettone di presenza per la partecipazione alle riunioni), per contro le responsabilità sono enormi.

Infatti, pur non avendo responsabilità operative e i conseguenti poteri (tutti in capo al Sovrintendente, unico organo di gestione per previsione legislativa), i consiglieri di indirizzo esercitano le proprie funzioni con l'obbligo di assicurare il pareggio del bilancio.

Infine, il fatto di aver collaborato sempre con contratti a tempo determinato, con l’Orchestra del Teatro, testimonia il fatto che della Fondazione non sono un dipendente e che quindi anche in questo caso non possa sussistere nessun conflitto di qualsivoglia natura.

Voglio ringraziare chi in queste ore ha voluto esprimermi la propria soddisfazione per l’incarico. Congratulazioni giunte anche dagli “avversari politici” di Palazzo Tursi tramite sms, telefonate o di persona. L’ho molto apprezzato poiché manifestazione di stima personale che scavalca le divergenze politiche.

Adesso lavoriamo per il bene del Teatro, controlliamo bene documenti, bilanci e recenti bandi.

Chissà che alla fine, questi attacchi non si dimostrino semplicemente timore della verità.

Luca Pirondini

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