Susy De Martini

Ciò che trae squisitamente in inganno nel fare una scelta, è la convalida consensuale di un concetto. I più ritengono, infatti, che se un sentimento, o un’idea, sono condivisi dai più, essi siano giusti. Niente è più lontano dal vero.
La convalida consensuale, in sé e per sé, non solo non significa verità ma spesso può indurre a gravissimi errori e condizionamenti. Il fatto che migliaia di persone, ad esempio, condividano gli stessi vizi non fa certo di questi vizi delle virtù, il fatto che condividano tanti errori, non fa di questi errori delle verità. Allo stesso modo, il fatto che molte persone condividano una malattia mentale, non costituisce il metro per dire che questa gente sia sana!
La differenza fra malattie mentali e condizionamenti sociali è ovvia ma non lo è poi così tanto se consideriamo il grado di condizionamento che un sondaggio può avere sui cittadini che si apprestano a votare. In questo caso il condizionamento ha addirittura una doppia azione: la prima consiste nel convincere gli indecisi del fatto che la scelta condivisa dai più sia la scelta giusta, d’altro canto la diffusione di dati certi sul margine di vittoria di una coalizione, può far desistere dall’andare a votare migliaia di cittadini che voterebbero per la coalizione opposta, per il semplice fatto che essi ritengano il loro voto perfettamente inutile. Questo, senza dubbio, è un meccanismo di condizionamento del voto.

Ma vi è di più. Infatti, al di là dei meccanismi psicologici che hanno, per la loro stessa natura, una grande influenza sull’inconscio, esistono anche una serie di ricadute ben meno nobili sul pensiero conscio. Mi riferisco al comportamento di quelle persone che, visti i sondaggi, si precipitano in soccorso del candidato considerato vincente, magari anche costituendo liste ad personam inneggianti al cambiamento.

Sono propensa ad immaginare che, se i sondaggi fossero stati meno favorevoli, molte di quelle iniziative non avrebbero avuto luce.

Di Susy De Martini
Docente di Psicologia Clinica

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