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Il diritto al suicidio

Il mare di Camogli, dove nei giorni scorsi è annegato un diciassettenne

Il diritto alla vita è sacro, su questo che non ci sono dubbi. Ma credo che sarà difficile eliminare il diritto al suicidio.

Al di là di ogni retorica. E credo che il metodo sia sbagliato. Certe tragedie annunciate non si possono evitare solo con i divieti. A mio avviso è meglio puntare sull'educazione.

Si è appurato che molte delle tragedie del mare avvengono nelle spiagge libere. E allora i soliti politici in vena di pubblicità dicono che il Comune deve mettere i bagnini anche nelle spiagge libere. Il costo sarebbe enorme. Ma chissenefrega! E non servirebbe a nulla. Chi vuole fare la bravata di sfidare le onde anche quando c'è la bandiera rossa, troverebbe qualche spiaggetta in cui esibirsi.

Semmai bisogna impedire ai coraggiosi di andarli a salvare. Spesso questi coraggiosi perdono la vita, e questo non è giusto. Se chi fa l'incosciente e si butta in mare nonostante i divieti sa che poi dovrà cavarsela da solo, forse ci pensa un attimo prima di sfidare le onde. E se lo fa lo stesso, sono affari suoi.

Ora a Genova ci si scandalizza perché si possono mettere gli alcolici nelle macchinette. Si dice che è un invito ai giovani a ubriacarsi. Ma anche questo è retorica. Se un giovane vuole ubriacarsi si rifornisce di birre e alcol già nel pomeriggio. E se è minorenne trova sempre qualche maggiorenne che va a comprarla al posto suo. Senza contare che non tutti i super-mercati chiedono la carta di identità.

I divieti non servono. Meglio far capire ai giovani che se bevono troppo si rovinano la salute. Occorre educare i giovani, prima nelle famiglie e poi nelle scuole. Ma sempre tenendo presente che "est modus in rebus". Non condivido la tesi di quel professore che è diventato famoso perché sostiene che fa male anche mezzo bicchiere di vino rosso alla fine del pasto. Mi sembra un'assurdità.

Si dice basta alle tragedie della montagna. Ma cosa si può fare se c'è chi non vuole interrompere la scalata nemmeno quando le condizioni atmosferiche sono proibitive? E cosa dire di quelli che amano sciare fuori pista?

Il discorso vale per i pirati della strada, per quelli che usano l'automobile per esibirsi in manovre spericolate e uccidono degli innocenti? La legge non è mai stata riformata. Uccidono e sono liberi.

I divieti non servono nemmeno per combattere la droga, tant'è vero che c'è chi vorrebbe liberalizzarle.

Le conclusioni sono desolanti. In Italia c'è il diritto al suicidio, e in certi casi anche all'omicidio. Solo con l'educazione si può sperare di cambiare questa mentalità. Il resto è retorica.

Elio Domeniconi

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