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Covid: stato dell’arte tra costi, ospedalizzazione e vaccinazioni

Enrico Mazzino

Secondo un’attenta analisi elaborata dall'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica di Roma, il costo giornaliero di ospedalizzazione è stato stimato pari a 709,72 euro, mentre quello in terapia intensiva sarebbe pari a 1.680,59 euro circa, senza includere il costo delle cure per il Long Covid.

L’analisi ha tenuto conto anche della degenza media in base alla gravità del paziente: 11,3 giorni per i pazienti ricoverati in Area medica e 14,9 per chi viene ricoverato anche in terapia intensiva.

E’ stato evidenziato anche che l'87% dei non vaccinati ospedalizzati non sarebbe stato ricoverato in ospedale se avesse fatto la vaccinazione e il 92% avrebbe evitato il ricovero in terapia intensiva. Ne consegue quindi che, se ogni paziente non vaccinato ospedalizzato ha un costo medio pro capite pari a 17.408 euro, il totale dei costi ammonterebbe a 69.894.715 euro di cui, 51.166.079 euro per le ospedalizzazioni in Area Medica e 18.728.636 euro per le ospedalizzazioni in terapia intensiva.

Spesso si sente dire che la vaccinazione è una scelta individuale, perché non avrebbe alcun riflesso sugli altri nel caso che una persona non vaccinata si ammali. Tuttavia, è giusto sottolineare che non è corretto sia dal punto di vista epidemiologico che economico, visto che il nostro Sistema Sanitario Nazionale è universalistico e sovvenzionato dalle tasse di tutti.

Per non pesare sugli altri, chi non si vaccina deve riuscire a proteggersi al meglio: fare i tamponi ogni 48 ore non è prevenzione primaria, è semmai un modo per ridurre il rischio di trasmettere SARS-CoV-2 agli altri. Nonostante, si è discusso sulla eventuale possibilità di rendere gratuiti i tamponi per chi ha scelto di non vaccinarsi. A mio giudizio, si tratta di una proposta da respingere con fermezza per almeno tre ragioni: costo, efficacia e messaggio che potrebbe essere trasmesso alla collettività.

Il costo e la gestione dei tamponi, moltiplicati per le persone non vaccinate e proiettati nel tempo, rappresenterebbero un impiego di risorse pubbliche ingiustificato (e a discapito dell’accesso ai tamponi a scopo diagnostico): la vaccinazione costa molto meno ed è molto più efficace nel ridurre la circolazione del virus. E la lettura che i cittadini potrebbero legittimamente dare a questa iniziativa è che la vaccinazione sia superflua, facendo venir meno il grande impegno profuso nella campagna vaccinale. Inoltre oggi un nuovo studio conferma, che anche il virus diffuso dalle persone vaccinate ha sicuramente minore capacità infettiva.

Se arriveremo al 90% della popolazione generale immunizzata entro la fine del 2021, potremo dire di aver raggiunto una soglie di sicurezza veramente importante, al contrario, io credo che i tamponi, per chi ha scelto di non vaccinarsi, rappresentino una spesa ingiustificata e, sicuramente, fonte di inefficienza del Sistema e di insicurezza.

Enrico Mazzino
PhD Applied Economics and Quantitative Methods in Health Sector
Economista sanitario/Farmacoeconomista
Docente Università di Genova

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