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Biasotti l'unica barba di Berlusconi

Sandro Biasotti

Sandro Biasotti assicura che ha l'asso nella manica per le Regionali. Ma continua a ripetere che Berlusconi vorrebbe

che si presentasse lui. A Genova, nell'ambiente di Forza Italia, non ne vogliono nemmeno sentir parlare. Perché Biasotti ha già perso due volte (da Claudio Burlando), meglio che se ne resti in Parlamento. Finisce la legislatura. E con due mandati si matura una bella pensione. Non li dimostra, ma ha già 65 anni.

E' entrato in politica tardi. Si diceva che simpatizzasse per il Msi ma non si era mai esposto. Fu Alfredo Biondi, che all'epoca era il personaggio più influente del partito a proporgli di fare il leader per le Regionali. FI voleva un non-politico, un'espressione della società civile. Quindici anni fa Biondi lo portò a Roma per presentarlo a Berlusconi. Al Cavaliere piacque, ma gli chiese di tagliarsi la barba. Anche ai giocatori del Milan impone di presentarsi rasati, niente barbe.

Biasotti fu inflessibile. La barba faceva parte del suo look, non l'avrebbe sacrificata per la politica. E siccome battè Giancarlo Mori e divenne Governatore, Berlusconi non gli chiese più di andare dal barbiere. Ora si dice che battere Mori fu facile, era un democristiano, non poteva avere il gradimento degli elettori comunisti. E quando venne mandato in campo un ex Pci, Burlando appunti, Biasotti dovette rassegnarsi alla sconfitta.

In un mondo di laureati è solo ragioniere. Prese il diploma dai Salesiani di Rapallo, tra gli insegnanti c'era anche don Andrea Gallo. Dopo il diploma voleva la laurea, si era iscritto a Economia e Commercio. Ma dovette abbandonare gli studi per la morte del padre Romeo. C'era l'azienda da mandare avanti. Tra i dipendenti c'era il giovane Roberto Dotta che lasciò la Biasotti solo quando vinse il concorso per Vigile Urbano. Sandro lo ritrovò dopo aver vinto le elezioni. Lo portò con sé in Regione e non se ne è più staccato. Ora lavora per il Gruppo Biasotti, che esiste ancora in via Fieschi, perché Biasotti quando ruppe con Claudio Scajola fondò un suo gruppo, che ha ancora due consiglieri, Aldo Siri e Lorenzo Pellerano. Nel frattempo aveva pure cambiato mestiere. Aveva venduto l'azienda ad Aldo Spinelli e si era messo a vendere macchine. Mercedes e Smart. Il Gruppo Biasotti, nonostante la crisi dell'auto, è sempre forte.

Intanto era approdato in Parlamento, una grande soddisfazione. Ora è pure il coordinatore regionale e ha una grande responsabilità. I suoi critici lo accusano di immobilismo. A Montecitorio ha fatto parlare di sé solo per non aver chiamato Laura Boldrini "signora presidente". Incontrandolo nel Transatlantico la terza carica dello Stato gli fece una ramanzina per insegnargli il galateo parlamentare.

In televisione aveva cominciato ad andarci come tifoso della Sampdoria. Ora lo chiamano anche per fare lo chef. E' un artista nell'arte di cucinare il pesce. Quando smetterà di fare il politico, potrebbe aprire un ristorante. Intanto ha aperto una gelateria.

Michela Pedemonte

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