Elezioni, il candidato sindaco Toscano su Amt: “Un carrozzone fuori controllo”

Francesco Toscano
“A Genova c'è un'azienda pubblica, AMT, che ogni giorno dovrebbe garantire un servizio efficiente, trasparente e rispettoso delle risorse della collettività. Invece, giorno dopo giorno, emergono scandali, sprechi e comportamenti opachi che raccontano una verità molto diversa: quella di una gestione irresponsabile, clientelare, spesso impunita”. È quanto si legge in una nota del candidato sindaco Francesco Toscano (DSP) in merito all’attuale situazione della società di trasporto pubblico.
“Come già denunciato nel nostro primo comunicato - prosegue la nota -, le irregolarità non sono isolate: sono sistemiche. E oggi, a sostegno delle segnalazioni raccolte da lavoratori e cittadini, e documentate con prove concrete, presentiamo nuovi e gravi fatti. A partire da una situazione che definire assurda è poco: il Comune di Genova paga AMT per avere in servizio 90 ausiliari del traffico (ADT), figure fondamentali per garantire il rispetto delle corsie preferenziali e delle fermate. Ma da anni, di quegli ausiliari, in strada ce ne sono meno della metà. Il Comune paga un servizio che non viene reso. Dove sono i soldi che servivano per assumere quel personale? Perché nessuno chiede conto di questa assenza cronica? È un danno economico e un insulto all’efficienza della cosa pubblica”.
“Ma la domanda più urgente è un’altra: dove sono finiti i bus e gli autisti? La carenza di mezzi e personale sta costringendo AMT a tagliare il servizio ogni giorno. Corse che saltano, linee lasciate scoperte, utenti abbandonati alle attese infinite. E tutto questo avviene sotto gli occhi del Comune, che dovrebbe vigilare sull'esecuzione del contratto di servizio. Ma se il servizio non viene erogato correttamente, perché il Comune non interviene?”, prosegue il candidato sindaco.
“Sul fronte degli investimenti - aggiunge -, la situazione è tragicomica. Dopo continue trasferte a Brescia – tutte ovviamente a spese pubbliche – AMT ha acquistato un camion per lavori in quota che si è rivelato completamente inadeguato: il braccio meccanico tocca le travi delle rimesse e il cestello, che dovrebbe sollevare gli operatori, resta a due metri da terra. Un mezzo inutilizzabile, tornato a Brescia per modifiche da tre mesi. Paghiamo due volte: prima per comprarlo male, poi per correggerlo. Ma nessuno paga con la propria testa questi errori. Questo è il punto”.
“Gravissimo il caso dei nuovi filobus, omologati solo pochi giorni fa, dopo essere stati presentati e “inaugurati” a ottobre - continua la nota -. Da allora sono passati sei mesi, durante i quali AMT ha dovuto apportare modifiche tecniche. Il piazzale di Campi è pieno di questi mezzi fermi, che ancora oggi non circolano. Com’è possibile che siano arrivati a ottobre e siano ancora fermi? Chi risponde di questo ritardo e di questo spreco evidente? Non finisce qui. Sul fronte della sicurezza, un episodio inquietante riguarda un veicolo elettrico Peugeot a noleggio, coinvolto in un incidente che avrebbe potuto avere gravi conseguenze. Secondo i giornalisti, si sarebbe incantato l’acceleratore. Davanti a un sospetto del genere, ogni azienda responsabile avrebbe fermato l'intera serie di veicoli per verifiche approfondite. Ma AMT non ha fermato nulla. Nessuna informazione ufficiale, nessun accertamento. Se davvero c’era un rischio per la sicurezza, perché l’azienda non ha bloccato quei mezzi? È inaccettabile!”.
“E se la sicurezza è presa sottogamba - continua il candidato - , la morale non va meglio. In biglietteria, un dipendente è stato colto a sottrarre oltre 40.000 euro in quattro mesi. È stato licenziato. Ma il suo superiore, che avrebbe dovuto vigilare, è stato addirittura promosso. Questo è il modo in cui si premia chi chiude un occhio, chi non controlla. È il modello Genova delle clientele silenziose. Sullo sfondo, una gestione del carburante da terzo mondo: mancano sistemi di tracciamento del gasolio, migliaia di litri spariti, serbatoi bucati per prelevarlo. Nessuno ha mai fatto nulla. Se una piccola azienda avesse falle del genere, chiuderebbe. Qui invece si va avanti come se nulla fosse. E mentre l’azienda affonda, spunta una nuova assunzione che ha fatto rumore: quella della figlia del segretario CISL Pugliese, entrata a gennaio. AMT dichiara che si tratta di una selezione esterna del 2023, ma afferma anche che non è obbligata a pubblicare le graduatorie. Ecco, questo è il punto in una società partecipata dal Comune, la trasparenza non è facoltativa. È un dovere. Se la graduatoria ci fosse stata e la figlia del sindacalista fosse risultata idonea, nessuno avrebbe potuto dire nulla. Il fatto che non esista – o che non venga pubblicata – lascia spazio al sospetto. E in un’azienda pubblica, il sospetto è già troppo. Nel frattempo, in azienda regna l’assenteismo dirigenziale”.
“Abbiamo iniziato un’operazione verità che non si fermerà davanti a nessuno. Nei prossimi giorni presenteremo un dossier dettagliato sulle gare d’appalto, sulle nomine dirigenziali e sulle omertà che coprono questa situazione da troppo tempo. Chi tace è complice. E noi complici non lo saremo mai”, conclude Francesco Toscano, candidato sindaco di Genova per Democrazia Sovrana e Popolare.