Il Genoa strappa applausi col Milan, va in vantaggio ma paga due reti e finisce per perdere

Patrick Vieira (foto sito Genoa)
Il tabù contro le “grandi” continua. Anche il Milan costringe alla resa un Genoa che per un’ora abbondante si fa ampiamente preferire agli avversari, passa anche in vantaggio ma poi si arrende ad una fortuna nera e nel giro di due minuti si macchia di altrettante, decisive autoreti.
Superlativo il primo tempo dei rossoblù, che con un pressing asfissiante spengono le velleità del Diavolo, ma non si limitano a ciò: pregevole il calcio prodotto. In apertura il portiere ospite Maignan è costretto ad un miracolo per deviare un rasoterra velenoso di Norton-Cuffy. Più tardi, altro brivido in area milanista su corner battuto da Martin: Pulisic tocca verso la propria porta e Maignan è prodigioso nell'allontanare la palla che per tre quarti (ma non totalmente) ha già varcato la linea fatale.
Il Genoa si mostra più lucido e costante degli avversari e rischia solo verso l'intervallo su passaggio di Leao (subentrato all'infortunato Fofana) per Jovic che, solo davanti a Leali, si fa ipnotizzare dall'attentissimo numero uno locale.
Il secondo tempo si apre con Zanoli per Sabelli mentre Norton-Cuffy arretra per marcare Leao. Il Grifo continua a giocare meglio e al 61' raccoglie il meritato vantaggio grazie ad un cross da sinistra di Martin per Vitinha (appena subentrato a Messias), abile a girare nel sacco. Dopo un intervento sospetto in area di Pavlovic sul portoghese la gara assume connotati diversi anche per via dei cambi nel team meneghino. Al 72' esce Thorsby, colpito duro, sostituito dal 17enne Ahanaor, che non è prontissimo a chiudere sul contropiede ospite: Rejnders serve il centravanti Gimenez che crossa verso Leao, la conclusione impatta sul corpo di Norton-Cuffy e inganna l'incolpevole Leali. Il pari non dura: da Rejnders a Leao che cerca di imbeccare Joao Felix, ma Frendrup, nel tentativo di anticiparlo, infila nell'angolino più lontano, dove Leali non può arrivare.
L'ingresso dell'altro baby Ekhator non cambierà la storia di un match conclusosi beffardamente per un Genoa assolutamente in partita per 70 minuti.
Pierluigi Gambino