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Genova dice ‘no’ alla guerra: protesta USB per l’arrivo di una nave della compagnia israeliana ZIM

Il corteo

 

Questa mattina, nel porto di Genova, l’arrivo della portacontainer Contship ERA della compagnia israeliana ZIM non è passato inosservato. Al Varco di Ponte Etiopia, ad accoglierla, non c’erano solo le autorità portuali, ma un presidio organizzato dalla Unione Sindacale di Base (USB), con lavoratori portuali e cittadini mobilitati in solidarietà con il popolo palestinese.

La manifestazione si inserisce nel quadro di una mobilitazione internazionale contro il traffico di armi diretto verso Israele. Nei giorni scorsi, i portuali di Marsiglia avevano già intercettato e bloccato 14 tonnellate di componenti per mitragliatrici, destinate all’esercito israeliano. Un'azione che ha avuto conseguenze tangibili anche a Genova: secondo USB, grazie all’intervento dei lavoratori francesi, la Contship ERA è arrivata scarica.

"Ogni nave ZIM è un anello della catena della guerra", si legge nel comunicato diffuso da USB, che denuncia il ruolo crescente della logistica italiana – porti, scali, depositi – nel supporto alle operazioni militari. Da qui la scelta di portare la protesta dentro il porto stesso, con un corteo determinato che ha attraversato le aree operative per ribadire il rifiuto del traffico di armi e l’impegno militante per la pace.

Non è la prima volta. Già a novembre scorso, Genova era stata teatro di una mobilitazione simile, sempre con protagonisti i lavoratori portuali. Due cortei in pochi mesi, segnali di un movimento che cresce dai luoghi strategici della produzione e della logistica.

"Se i portuali si coordinano, se gli operai alzano la testa, se la solidarietà si organizza – sottolinea USB – allora è possibile fermare il flusso delle armi. È possibile dire NO alla guerra, NO al riarmo, NO all’economia di morte".

La giornata di lotta è solo un anticipo di quello che sarà un mese caldo per le mobilitazioni. USB invita a partecipare allo sciopero generale del 20 giugno, proclamato contro la guerra, il carovita e lo sfruttamento. E rilancia l’appuntamento per il giorno seguente, 21 giugno a Roma, dove è prevista una grande manifestazione nazionale con concentramento in piazza Vittorio Emanuele alle ore 14.

Il messaggio è chiaro: “Fermare la guerra è un compito nostro. Blocchiamo le armi, costruiamo la pace con la lotta”.

 

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