Genova, Francesco Gastaldi: “E’ necessario creare un legame stretto fra cultura e urbanistica”

Palazzo Ducale e Francesco Gastaldi
Le deleghe assessorili alla Cultura e all’Urbanistica della neo giunta Salis, andate rispettivamente a Giacomo Montanari e Francesca Coppola, hanno acceso un ampio dibattito tra addetti ai lavori e cittadini, orientato a individuare i profili più adeguati, sia dal punto di vista politico sia tecnico, per guidare settori considerati strategici per lo sviluppo di Genova.
Durante la campagna elettorale, Silvia Salis ha parlato esplicitamente di una “cultura diffusa”, che non si condensi esclusivamente nelle aree centrali ma che sia valorizzata e accessibile anche nei quartieri periferici. Una visione inclusiva, che punta alla partecipazione capillare e al coinvolgimento dell’intera cittadinanza.
Su questi temi è intervenuto anche Francesco Gastaldi, professore associato di Urbanistica all’Università IUAV di Venezia. “E’ necessario un rapporto fra politiche culturali e politiche urbanistiche - dice il professore -. A partire dalla fine degli anni Ottanta, anche a Genova, come in altre città europee è maturata una progressiva consapevolezza circa il ruolo della cultura nei processi di rigenerazione urbana: l’indotto, i visitatori e le attività ad essa complementari assumono sempre di più una posizione centrale nell’economia locale”.
Secondo Gastaldi, “a Genova molti interventi, azioni e politiche sono andati in questa direzione con esiti rilevanti. Molte città (perfino Torino, l’ex capitale italiana del fordismo), dovendo ridefinire il proprio modello di sviluppo, hanno tentato la carta dei processi di valorizzazione turistica e culturale, ben consapevoli che le mostre e gli eventi, da sole, non bastano per mettere in atto questi processi, e che l’organizzazione di questi può configurarsi come l’occasione per un miglioramento dell’impianto e della dotazione di servizi, della riqualificazione di edifici e spazi pubblici, musei e ambienti urbani”.
“La cultura - aggiunge Gastaldi - può quindi diventare il perno su cui sviluppare nuove politiche pubbliche: rigenerazione urbana e riqualificazione edilizia, rivitalizzazione dell’economia dei servizi, rafforzamento dell’identità fisica e turistica (non solo quantitativa) di un luogo, costruzione di un’immagine innovativa ed effervescente che si rafforza anche grazie ad eventi e attività provenienti dal panorama internazionale”.
In questa prospettiva, le scelte della giunta Salis saranno determinanti. La sfida è riuscire a trasformare la cultura in un vero motore di cambiamento urbano, con politiche coerenti, inclusive e capaci di ridare centralità ai quartieri troppo a lungo rimasti ai margini.