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Matteo Rosso: no all'ideologia gender

Matteo Rosso

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Il capogruppo di FdI-AN in Regione Liguria Matteo Rosso ha depositato una mozione perché “non venga introdotta

in alcun modo introdotta la teoria nel gender e vengano coinvolti i rappresentanti dei genitori e delle famiglie in ogni strategia educativa della scuola rispettando il diritto fondamentale della famiglia”. E Stefano Balleari, vicepresidente del consiglio comunale di Genova, annuncia iniziativa analoga in Sala Rossa a Tursi.  

«Con questa mozione che presenteremo in consiglio regionale alla prima seduta utile raccogliamo la preoccupazione, certamente fondata e che condividiamo, di tantissime famiglie e genitori liguri per il diffondersi dell’ideologia gender all’interno dei programmi educativi nelle scuole. Una deriva che riteniamo essere pericolosa perché, dati alla mano, in quei Paesi dove sono state applicate simili strategie, ad esempio l’Inghilterra e l’Australia, si è assistito a una sessualizzazione precoce dei ragazzi. Se l’intento della cosiddetta teoria gender fosse solo quello di contrastare le discriminazioni e quindi l’educazione al rispetto e la prevenzione di atti da condannare come il bullismo, saremmo d’accordo, ma il rischio maggiore è che si trasformi nel cavallo di Troia per scardinare il concetto di famiglia, previsto dall’articolo 29 della nostra Costituzione». Così spiega Matteo Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia-AN, che ha depositato una mozione, che verrà discussa in consiglio regionale, in merito alle “ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti quali l’ideologia gender”.

Nella mozione, vengono richiesti vari interventi nelle scuole liguri, tra i quali appunto la non introduzione della teoria del gender. «Chiediamo che venga rispettato il ruolo prioritario della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità così come stabilito anche dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – spiega Rosso – inoltre chiediamo che in ogni strategia educativa della scuola vengano coinvolti gli enti rappresentativi dei genitori e delle famiglie anche nella predisposizione dei progetti sull’affettività e sulla sessualità rendendo i contenuti trasparenti ed evitando ogni possibile contrasto con le convinzioni religiose e filosofiche dei genitori». Iniziativa analoga sarà presentata anche in Comune a Genova da Stefano Balleari, vicepresidente del consiglio comunale, nei prossimi giorni.

«Non pensiamo di chiedere la luna – commentano Rosso e Balleari - ma semplicemente che tutte le idee siano tenute in considerazione e che i programmi educativi siano il frutto della condivisione, del dialogo e del rispetto reciproco. Non possiamo accettare che le idee cosiddette tradizionali, quelli che prevedono una famiglia composta da una madre e un padre, siano messe in un cassetto, bollate come superate e addirittura additate come discriminatorie».

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