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La rabbia di Maurizio Rossi

Maurizio Rossi

Il "Secolo XIX" oggi ha dedicato la rubrica "Punti di vista" al patron di Primocanale

Maurizio Rossi presentato come "senatore del gruppo misto-Liguria Civica". Ma non ci risulta che a Palazzo Madama esista Liguria Civica, perché c'è solo il signor Rossi. Che dopo aver lasciato Scelta Civica è passato al Gruppo Misto. Punto e basta.
La lista Scelta Civica, creata dal senatore a vita Mario Monti in Liguria, aveva mandato alla Camera  la presidentessa degli spedizionieri marittimi Roberta Oliaro e al Senato l'imprenditore televisivo. E a questo proposito non sarebbe male se il senatore Rossi rendesse pubblici i motivi che l'hanno portato alla rottura con l'on. Oliaro. Sarebbe interessante per capire meglio il personaggio.
E veniamo all'articolo. Il sen. Rossi si erge a paladino dei genovesi nella questione porto. E si scaglia contro il cavaliere del lavoro Augusto Cosulich che a nome degli operatori marittimi si è augurato che il ministro Graziano Delrio nomini Sandro Biasotti a capo dell’Autorità Portuale. Conoscendo la loro fraterna amicizia Rossi ha subito associato il nome di Cosulich a quello di Aldo Spinelli. Che probabilmente avrebbe avuto un altro trattamento dal patron di Primocanale se a suo tempo non avesse scelto di sostenere uno di noi.
Rossi si è detto scandalizzato quando ha appreso che anche Cosulich (e quindi Spinelli) erano concordi nella richiesta al ministro di scegliere Sandro Biasotti definendolo "uno dei nostri". Ma Biasotti è stato definito "uno dei nostri" non per il colore politico (è deputato di Forza Italia) ma perché ha cominciato a bazzicare il porto quando ancora era ragazzo, quindi ne conosce a fondo i problemi.
Secondo il senatore di Primocanale dovrebbe essere uno che non sa nulla del porto solo perché non è schierato. Rossi se la prende a morte con Spinelli dimenticando quanti posti di lavoro ha dato e continua a creare "u sciu Aldo" che a 73 anni continua a sgobbare con lo stesso entusiasmo di quando ne aveva 20.
Rossi, sarà bene ricordarlo, aveva rilevato Telecittà garantendo che sarebbe rimasta una testata autonoma conservando gli stessi dipendenti. Poi ha chiuso baracca e burattini. E a Primocanale ha fatto ricorso ai pensionati e ha messo in cassa integrazione metà dei redattori.
Quindi leggendo quell'articolo al cianuro viene da chiedersi: ma da che pulpito viene la predica! Il "Secolo XIX" gli ha concesso uno spazio e l'astuto Maurizio Rossi se l'è preso. Ma chi sa come stanno veramente le cose non l'ha certo condiviso. Anzi.

Elio Domeniconi

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