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Si Salvini chi può

Matteo Salvini

Lo spettro delle elezioni anticipate ha creato il panico in tutte le parti politiche: nei Cinquestelle presi in contropiede, nel PD di Zingaretti, dove Renzi ancora qualcosa da dire (e qualche coniglio da tirare fuori dal cilindro) ancora lo ha, in Forza Italia, dove Toti ha colto la palla al balzo per innestarsi sul fronte sovranista anche se Berlusconi rimane ancora l'interlocutore privilegiato del Capitano ed appare vivo, vegeto e piuttosto lucido.

Così capita che in Liguria tutti si tengano in modalità stand by: se il PD annuncia cambi ai vertici per il dopo Vattuone, il M5S si affida ancora una volta alla teatralità di Beppe Grillo e i moderati di centrodestra si dividono tra Cambiamo, dove paradossalmente va a parare buona parte dei dirigenti azzurri e tanti arancioni che azzurri non hanno mai voluto diventare, e una Forza Italia ancora saldamente nelle mani della prudenza fatta persona, il senatore Sandro Biasotti.

Sullo sfondo il dubbio amletico se salire sul carro del vincitore Salvini, subito o alla prossima fermata, tentare invano di mettersi controvento o aspettare che passi la nottata e si rimescolino le carte sul tavolo della politica nazionale.

Su tutto una considerazione ampiamente condivisa: mai come in questo Ferragosto in politica la fretta è stata e sarà cattiva consigliera.

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