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Battistoni e Zhu, due stelle al Carlo Felice

Kevin Zhu - Andrea Battistoni

Due artisti giovani, ma già di livello internazionale. L’astro nascente del violino e l’astro nascente della direzione d’orchestra venerdì 16 ottobre si incontreranno al Carlo Felice per dare vita a un concerto straordinario, in collaborazione con il Paganini Genova Festival. Il direttore d’orchestra è Andrea Battistoni, trentatré anni; il violinista è Kevin Zhu, diciannove anni. Si tratta di due interpreti appartenenti alla nuova generazione di musicisti classici, che si sta contraddistinguendo per la precocità del talento, la tecnica formidabile e una preparazione culturale multiforme, non limitata alla musica.  Insieme interpreteranno un repertorio tratto da Elgar e Schumann. Inizio del concerto alle ore 20.

Andrea Battistoni, di Verona, violoncellista, compositore e scrittore, ha esordito come direttore nel 2008. Nel 2012 è diventato il più giovane direttore mai salito sul podio del Teatro alla Scala, nel 2016 è stato nominato Direttore Principale della Tokyo Philharmonic e dal 2017 al 2019 ha ricoperto il ruolo di Direttore Principale dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova. Zhu, nato a Maryland (USA), ha iniziato lo studio del violino a tre anni, cominciando fin da subito a tenere concerti in pubblico e a vincere concorsi; un percorso culminato nel 2018 con il trionfo al Premio Paganini.

I due giovani musicisti, affiancati dall’Orchestra del Teatro Carlo Felice, affronteranno due pagine di ampio respiro e di grande impegno tecnico-interpretativo. Il programma si aprirà con il Concerto in si minore per violino e orchestra op. 61 di Edward Elgar, una partitura di ispirazione tardo-romantica, nonostante sia stata composta tra il 1909 e il 1910, in cui l’orchestra non si limita ad accompagnare il solista, ma partecipa da co-protagonista al discorso musicale; un caposaldo della letteratura concertistica inglese di inizio Novecento, che merita di essere conosciuto non meno del suo omologo – e più celebre – Concerto per violoncello in mi minore op. 85.

La seconda parte della serata sarà interamente occupata dalla Sinfonia n. 2 in Do maggiore op. 61 di Robert Schumann, composta tra il 1845 e il 1846, uno dei vertici del sinfonismo romantico. «Poche opere del romanticismo tedesco – scrive Battistoni nelle note del programma di sala – hanno la sincerità della Seconda Sinfonia». L’opera, infatti, nacque come viatico per uscire da un periodo di profonda depressione del compositore, risultando, alla fine, «un vero diario intimo della faticosa lotta contro il male di vivere, una reazione di Schumann al tormento interiore attraverso il modello degli amati Bach e Beethoven.»       

Paolo Fizzarotti

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