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In the penal colony

Debutta al Teatro della Tosse in prima nazionale venerdì 13 marzo “In The penal colony" l’opera di Philip Glass

tratta dal racconto di Franz Kafka e resterà in scena fino a sabato 14 marzo allo ore 20.30.
La messinscena dell'opera In the Penal Colony, composta dal grande compositore americano Philip Glass nel 2000, è l'occasione per Eutopia Ensemble e il Teatro della Tosse per continuare a proporre al pubblico un repertorio musicale contemporaneo e di cultura.
Protagonista del racconto di Kafka “Nella colonia penale” (da cui è tratto il libretto dell’opera) è La macchina, uno strumento di tortura apparentemente perfetto, che uccide il condannato incidendo sul suo corpo la colpa commessa.
La musica costruisce un ambiente sonoro claustrofobico nel quale le ripetizioni ipnotiche di Philip Glass restituiscono all'ascolto gli incubi dell'immaginario kafkiano.
La messinscena rivolge una domanda a tutti gli spettatori che, posti nella posizione del visitatore venuto ad assistere all'esecuzione, dovranno interrogarsi sul proprio silenzio: a che punto l'indifferenza diventa un crimine?
Nel mettere in scena un’opera come quella di Glass, tratta dal racconto di un Kafka tanto surreale quanto profetico, è necessario approcciarsi con la stessa ricerca dell’essenziale che caratterizza le scelte musicali, senza sottolineare o commentare gli avvenimenti, ma semplicemente consegnandoli allo spettatore così come sono. L’impianto scenico è quindi asciutto e minimale, con una struttura accerchiante che simboleggia insieme il patibolo e la fossa.
L’ensemble non è relegato a lato, ma è parte integrante della scena, spettatore anche esso degli eventi.
In scena vi sono soltanto due dei quattro personaggi: l’ufficiale e il visitatore, attraverso le cui parole si dipanerà il racconto.
Ad atterrire nella Macchina non sono tanto la struttura o il funzionamento, quanto la sua funzione: ciò che rappresenta. Per questo la sua presenza resta “evocata”, oltre che dalla musica scura e inquietante, dalle videoproiezioni di Paolo Bonfiglio, artista visivo eclettico ed originale, capace di rendere con il suo tratto la desolante e implacabile vicenda di cui l’opera tratta.

Corrado Fizzarotti

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