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La resa di Genova

Massimo Ferrero

Una cosa è certa: la resa di Edoardo Garrone è la resa di Genova. La città non ha saputo trovare un successore

al presidente dell'Erg. Garrone è stato costretto a trovarlo a Roma, quartiere Testaccio. Un personaggio che sulla carta non ha nulla, ma proprio nulla dello stile Sampdoria. Che è sempre stato uno stile particolare, sin dalla nascita.

Nella storia della Sampdoria non c'era mai stato un presidente così folcloristico, allergico sia al parrucchiere che alla cravatta. Ci mancava solo che si presentasse con la cresta.

Di lui si conosce ancora poco. I cronisti non sono d'accordo nemmeno sull'età. Chi gli attribuisce 59 anni, chi 62, chi 63. Si sa che ha una moglie caciottara e cinque figli. Una Vanessa ha già annunciato che verrà a vivere a Genova per essere vicina al padre e alla città.

Vuole un nuovo inno, parla addirittura di scudetto. Per i tifosi della Sampdoria - abituati a un altro stile - parla troppo. Ma tutti sono d'accordo che a giudicarlo saranno i fatti. Le prime mosse permetteranno di esprimere un primo giudizio.

Garrone l'ha presentato alla città, ora dovrà cavarsela da solo. Sicuramente a Edoardo questo addio è costato molto. Suo padre Riccardo aveva preso la Sampdoria con spirito di servizio, per aiutare la città. E suo nonno Edoardo, sempre con lo stesso spirito, la sera in cui è morto mentre era in Norvegia a pescare i tonni, era pronto a diventare presidente del Genoa.

Edoardo Garrone, no. Lui della Sampdoria era sempre stato un tifoso accanito, si ricorda che seguiva la squadra in trasferta con il pullman degli Ultras. Per lui è stato sicuramente un grande dolore cedere la Sampdoria e cederla a un non genovese. Ma la Erg non è sua, i Garrone sono in 6, poi ci sono i Mondini, stirpe genoana. Con i familiari il presidente della Erg si era impegnato a trovare al più presto un successore, tanto più che i tifosi non riconoscevano gli sforzi della famiglia Garrone. Pretendevano una Sampdoria sempre più competitiva, una Sampdoria alla Mantovani.

A questo punto era inevitabile che l'ultimo dei Garrone gettasse la spugna. Ma in cuor suo sperava di trovare un imprenditore genovese in grado di fare meglio di lui. Invece ha trovato solo "er viperetta". 

Elio Domeniconi

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