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Evviva la terza età: offre il meglio dell'intelletto

Nei riquadri: Dino Frambati (alto) e Giuseppe Catrambone

Evviva la terza età, evviva i capelli bianchi.

Esultino agli over 60, perché hanno la loro rivincita sui giovani. E che rivincita, secondo nientemeno che il direttore della George Washington University School of Medicine, che irrompe nella scienza di Ippocrate mediaticamente, in questo periodo dominata dai virologi.

Il medico targato Usa fa infatti sapere che “il cervello di una persona anziana è molto più pratico di quanto si creda comunemente. A questa età, l'interazione degli emisferi destro e sinistro del cervello diventa armoniosa, il che espande le nostre possibilità creative. Ecco perché tra le persone con più di 60 anni puoi trovare molte personalità che hanno appena iniziato le loro attività creative”.

Illustre e poco dubitabile fonte della notizia è il New England Journal of Medicine, dove il docente a stelle e strisce indica che la velocità del cervello, superata una certa età, non è più quella della beata gioventù ma tuttavia pare sia più flessibile e quindi con capacità di prendere decisioni più giuste ed essere meno esposti ad emozioni negative.

E sorridano pure senza alcun ritegno quelli che viaggiano attorno ai 70; per loro - è ancora l'asserzione americano a dirlo - è il momento del picco dell'attività intellettuale perché in quella fase della vita il cervello inizia a funzionare a pieno regime.

New England Journal of Medicine è però notiziario di scienza e dice che nel tempo aumenta la quantità di mielina nel cervello. Sostanza che facilita il rapido passaggio dei segnali tra i neuroni. E per tale fattore le capacità dell'intelletto aumentano addirittura del 300% rispetto alla media.

Insomma, altro che anziani o persino vecchi, questa è la piena gioventù del cervello, la vittoria della vita che si capovolge perché la medicina dice che dopo i 60 anni d'età una persona può utilizzare 2 emisferi contemporaneamente.

Meglio che un doppio motore in Formula 1 oppure un grande jet a 2 motori.

E chi dubiterà che non sia vero, tra i lettori over 60, quanto afferma il professor Monchi Uri, dell'Università di Montreal in Canada, che il cervello del “vecchio” sceglie ciò che consuma meno energia, elimina il superfluo e lascia solo le giuste opzioni per risolvere il problema.

Risultato di uno studio condotto in varie fasce di età. Se i giovani parevano assai confusi al superamento dei test, chi aveva già spento 60 candeline, prendeva le giuste decisioni.

E il testo di cui sopra scende nel dettaglio, esaminando le caratteristiche del cervello tra i 60 e gli 80 anni. E le definisce “rosa”.

Quattro i punti qualificanti e dimostrativi di quanto sopra.

I neuroni nel cervello non muoiono, le connessioni tra di loro semplicemente scompaiono se non ci si impegna nel lavoro mentale; secondo punto: la distrazione e l'oblio sorgono a causa di una sovrabbondanza di informazioni. Pertanto, non è necessario che si concentri tutta la tua vita su sciocchezze inutili. Terzo: ad iniziare dai 60 anni, una persona, quando prende decisioni, non usa un emisfero come i giovani, ma entrambi contemporaneamente. Infine la conclusione indica che se una persona conduce uno stile di vita sano, si muove, svolge un'attività fisica praticabile ed è pienamente attiva mentalmente, le capacità intellettive non diminuiscono con l'età, semplicemente crescono raggiungendo un picco addirittura a 80-90 anni.

Del resto attività fisica ed intellettuale rende in genere longevi, mantiene attivi.

I consigli dei medici da seguire sono quelli di sforzarsi, di svilupparsi intellettualmente magari dedicandosi a qualche attività, suonare strumenti musicali, dipingere, danzare, fare vita di comunità, mai chiudersi in casa ma piuttosto incontrare persone, dialogare, viaggiare e fare progetti per il futuro, fare shopping, assistere a spettacoli, non chiudersi in se stessi, cercare compagnia.

Insomma...il paradiso può attendere.

“Chi vuol essere lieto sia”... la giovinezza fugge ma poi ritorna a 60 anni. Lorenzo Il Magnifico non poteva saperlo.

Un ringraziamento all'amico e mitico chirurgo Pino Catrambone, che è la mia fonte di questa bella, curiosa ma anche importante notizia. Del resto al governo italiano, in Vaticano, ai posti essenziali della nostra Repubblica mi pare che ai vertici non ci siano proprio teenager.

Dino Frambati

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