È abituata alla competizione ed anche alla vittoria Silvia Salis, attuale vicepresidente vicario del Coni ma soprattutto ex campionessa del lancio del martello, specialità dove ha conquistato dieci titoli nazionali ed ha partecipato alle Olimpiadi Pechino 2008 e Londra 2012.
E deve aver pensato a questa sua attitudine a vincere il Pd, che l’ha sponsorizzata nella coalizione di centrosinistra sotto la Lanterna, impegnata fino a questi giorni, nella ansiosa ricerca di un degno competitor di Piciocchi.
Una scelta dunque di aspirante sindaco per la coalizione o campo largo che dir si voglia, sperando possa ripetere nelle urne i successi del campo sportivo e della pedana dalla quale vola via il martello.
E, ricevuto l’assenso di tutti i partiti che guardano a sinistra, eccola capeggiare la coalizione per Palazzo Tursi.
“Raccolgo con orgoglio e forte senso di responsabilità la richiesta alla candidatura a sindaca di Genova, alla guida di una coalizione progressista, di centrosinistra, ampia e civica. Ringrazio della fiducia sincera che ho raccolto”, afferma l’ex olimpionica e da adesso in campo in politica, forte anche di una laurea proprio in scienze politiche e non priva di qualità umane e capace di stare tra la gente.
Trentanove anni, sposata con Fausto Brizzi, famoso regista, sceneggiatore e scrittore, madre di un figlio, afferma di avere il “privilegio” di essere esponente primario di una coalizione “plurale”. E di essere mossa da spirito di cambiamento.
Se la vita è strana in talvolta singolari coincidenze, la politica non è da meno, perché l’annuncio ufficiale della sua candidatura a sindaco arriva poche ore dopo che il centrodestra ha presentato ufficialmente Piciocchi alla più alta carica sotto la Lanterna. Stesso giorno, 17 febbraio, che induce a domandarsi a chi sorriderà la cabala del numero tra i due e a chi, invece, porterà malasorte.
Sta invece di fatto che la candidatura di un personaggio di indubbia personalità come la Salis pone fine ad un lungo calvario del centrosinistra alla ricerca talvolta persino spasmodica di un candidato con adeguate caratteristiche. Con ipotesi su nomi diverse variegati, dinieghi di taluni, mancanza di consensi unanime tra le varie anime e partiti del centrosinistra.
Che in questa altalena poco comprensibile alla gente rischiava seriamente di disperdere il tesoretto di 8 punti di distacco sul centrodestra che aveva raccolto nelle Regionali, dove in Liguria aveva vinto seppur di poco Bucci, mentre a Genova la maggioranza che lo aveva eletto sindaco nel 2017 aveva fatto inversione di marcia e regalato all’opposizione la maggioranza dei voti.
Riuscirà la ex atleta a mantenere il vantaggio e dare alla sua parte il governo cittadino perso 8 anni fa infrangendo all’epoca la nomea di Genova città “rossa”?
In attesa di veritiera risposta dalle urne, il Pd genovese ha diffuso una nota nella quale spiega la richiesta alla donna della candidatura e ne sottolinea “la grande esperienza maturata sui campi dell'atletica italiana e internazionale”. E rileva come sia “la prima donna ai vertici dell'organismo sportivo nazionale”, e abbia posto “al centro l'uguaglianza di genere e il contrasto alle disparità territoriali”.
“Si arriva a questo risultato – insiste la nota - grazie a coloro che in queste settimane hanno lavorato per l'unità del Partito Democratico e per la più ampia coesione di una nuova coalizione progressista, a partire da Alberto Pandolfo, Alessandro Terrile, Armando Sanna e Federico Romeo”.
Dino Frambati