La Genova dell’imprenditoria e della politica e soprattutto la “sua” Sampierdarena piangono Fabio Costa, uno dei personaggi indubbiamente più notevoli della storia recente del capoluogo ligure.
E’ morto dopo un breve ricovero in ospedale ma alla fine di anni di travagliati problemi fisici che non gli avevano tuttavia fatto perdere il suo grande ardore, la sua voglia di fare e partecipazione alla vita civile.
Fabio Costa è stato amato dalla sua parte politica, uomo di centrodestra, o persino di destra come amava definirsi con un sorriso sempre da galantuomo. E’ stato combattuto in maniera spesso aspra dai suoi avversari ma comunque amato da questi, rispettato, stimato perché la sue idee erano esattamente quelle che proclamava.
Credeva infatti profondamente negli ideali e nelle battaglie politiche che faceva, anche se talvolta lo danneggiavano personalmente. Ma lui pensava al territorio, alla gente prima che a sé stesso.
Capo iconico indiscusso del centrodestra a Sampierdarena aveva sfiorato un’impresa storica e forse unica in Italia di battere il centrosinistra in maggioranza nella delegazione e Municipio Centro Ovest, con un’alleanza tra centrodestra ed estrema sinistra che forse avrebbe compiuto il gioro del mondo per la sua inusualità.
Ma di Fabio Costa si potrebbe scrivere un’antologia di iniziative clamorose e politicamente efficaci, come quando per dimostrare il degrado della delegazione portò una prostituta nella sala consiliare, o quando girava per i mercati rionali della zona con il megafono. O quando fu alla testa di un corteo di artigiani e imprenditori della ex Manchester di Genova contro lo stravolgimento di questa porzione del capoluogo ligure.
Imprenditore di razza, ha gestito per decenni un’autocarrozzeria di avanguardia a San Benigno, parte storica di Sampierdarena, di altissima qualità e dove c’era tutta la sua passione per le auto. Ha accolto clienti, amici ed anche avversari risolvendone i problemi e molto spesso senza chiedere neppure compensi adeguati o non chiedendone affatto.
Un signore autentico, in tutto. Un signore della politica che davvero stava tra la gente.
Attività intensa, forte e di grande utilità la sua, mai fine a sé stessa ma che per Sampierdarena ha avuto grandi risultati.
A prescindere dalle sue idee, dalle quali si poteva dissentire, bisognava riconoscere a Costa la passione, la coerenza e l’agire sempre con finalità di ottenere qualcosa di positivo per la gente.
Poi gli anni difficili, con problemi fisici durante i quali non ha mai però smesso di seguire le vicende del mondo, che commentava con la sua solita ironia e saggezza. Segno della convinzione profonda delle sue idee. Con lui ha chiuso gli occhi un grande.
Per me, come giornalista, è stato una grande fonte di notizie. Ma con lui c’è stato, decenni fa, un incontro tra chi scrive e chi fa politica, che si è trasformato in amicizia fraterna.
Riportavo le sue idee e quelle di chiunque altro di diversa e qualunque parte politica perché questo è il mio mestiere.
Ma chiuso il taccuino ecco l’amico, la persona simpatica, intelligente con cui scambiavamo battute anche di ilarità. Scherzavo spesso sul suo “estremismo”, come diceva proprio lui.
La notizia della sua morte mi è arrivata mentre ero a Roma in riunione con il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. E’ stato un dolore profondo che mi ha commosso e reso irrefrenabilmente gli occhi lucidi.
Dolore profondo, senso di vuoto per l’amico grande e sincero che mi voleva bene e sentimento che ricambiavo con il cuore.
Fabio Costa aveva 90 anni ed ha scritto pagine che saranno storia.
Questo giornale è vicino alla moglie Luisa, alla figlia Anna Maria, avvocato bravo e di fama, alle nipotine che adorava e non nascondeva di aver voluto sempre “viziare”, Clara e Camilla.
Le abbracciamo forte. Siano orgogliose di Fabio.
Dino Frambati