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Palazzo Ducale, presentati i lavori di restauro delle facciate e dello stemma di Genova

La facciata di piazza Matteotti e lo stemma di Genova, opera di Domenico Fiasella

La messa in sicurezza delle facciate che danno su piazza De Ferrari e su piazza Matteotti, il restauro dello stemma di Genova di Domenico Fiasella e l’apertura di un nuovo spazio per il pubblico – il Piccolo Teatro – che entra nel percorso del Palazzo, patrimonio condiviso della città. 

Fondazione Palazzo Ducale ha presentato questa mattina gli interventi di restauro compiuti nell’ultimo anno con campagne di grande valore conservativo, che concorrono a valorizzare la memoria di uno dei luoghi simbolo di Genova.

Impresa affidataria per i lavori alle facciate è stata la società Iren Smart Solutions, mentre l’allestimento dello spazio del Piccolo Teatro è stato realizzato grazie a un contributo sui Fondi Strategici 2018 della Regione Liguria.

I lavori sono stati condotti in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona.

«Questi restauri sono per noi un atto importante – dichiarano Luca Bizzarri e Serena Bertolucci, rispettivamente Presidente e Direttore di Fondazione Palazzo Ducale – non solo necessario e dovuto per conservare il palazzo simbolo della città, ma fondamentale per far comprendere l’importanza di questa straordinaria architettura, non tanto come spazio da far vivere con mostre, manifestazioni ed eventi, ma come luogo che ha già insiti in sé valori e patrimoni straordinari. L’attenzione alla conservazione si declina così con la grande cura all’accessibilità e alla valorizzazione e insieme definiscono il profilo di Palazzo Ducale come una istituzione dinamica, moderna e attenta. Ringraziamo di cuore la Soprintendenza che ci ha seguito e tutti i professionisti che hanno contribuito alla riuscita di questa prima campagna di restauri». 

«I lavori effettuati a Palazzo Ducale contribuiscono ad accrescere ulteriormente il valore di quello che è il centro culturale più importante di Genova e dell’intera Liguria, e lo è non solo per la ricchezza e l’attrattività delle mostre e degli eventi in programma, capaci di attirare oltre mezzo milione di visitatori all’anno e di garantire un successo crescente, ma anche per la bellezza e la maestosità del palazzo stesso, oggi ancora più evidente dopo gli accurati restauri portati a termine – spiega il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – Oltre a questo, il palazzo si arricchisce di un nuovo spazio, quello del Piccolo Teatro, grazie a un delicato intervento di restauro conservativo, preceduto da uno studio approfondito e da un complesso lavoro con la Soprintendenza, che ha consentito di preservarne e valorizzarne l’architettura: un intervento in cui Regione Liguria ha creduto con forza e per cui ha stanziato oltre 250mila euro. Si va così a potenziare ancora di più l’offerta di questa straordinaria istituzione». 

«L'intervento di realizzazione del Piccolo Teatro è un tassello importante, significativo perché dà il senso del grande impegno di una scelta condivisa per dare un ulteriore valore a questo Palazzo - dichiara Ilaria Cavo assessore Cultura di Regione Liguria - Questo Piccolo Teatro sarà un luogo a disposizione di tutti per incontri e, grazie all'acustica perfetta, anche per eventi musicali. Come Regione abbiamo deciso di finanziare questo intervento culturale con il Fondo Strategico Regionale perché riteniamo strategica la Cultura. L'obiettivo resta quello di rendere Palazzo Ducale, visitato per mostre ed eventi, anche palazzo da visitare in quanto tale nell'ottica di renderlo sempre di più un hub culturale».

«Come assessore alle manutenzioni del Comune di Genova – sottolinea Mauro Avvenente – non posso che congratularmi con Palazzo Ducale, i partner e i tecnici che hanno effettuato questi importanti lavori. La cura del patrimonio pubblico è cruciale non soltanto dal punto di vista del decoro urbano, ma – in questo caso – per confermarne la rilevanza in chiave di promozione turistica e culturale della città. Le operazioni di restauro sono state condotte nel rispetto della storia e del pregio architettonico del palazzo, coinvolgendo come è naturale la Soprintendenza. È stato insomma un grande lavoro di squadra che ci consegna un “rinnovato” Palazzo Ducale, uno dei “contenitori” culturali più importanti non soltanto della città».

«La nostra società ha una grande esperienza nella riqualificazione di edifici di valore storico. – afferma Stefano Zuelli, AD di Iren Smart Solutions – A Genova abbiamo già operato in contesti diversi, ma certamente quella di Palazzo Ducale è stata una sfida importante, che ha richiesto di trovare soluzioni tecniche su misura, come l’utilizzo di ponteggi mobili, anche in considerazione del particolare valore dell’edificio e del contesto circostante».

 

Un po’ di storia 

Palazzo Ducale è un luogo fortemente simbolico per la città. Sede del Doge dal 1339, ha da sempre rappresentato la potenza economica e politica di Genova. Con il consolidamento della Repubblica si decise di dare al Palazzo una veste sontuosa e imponente: nel 1591 fu incaricato a questo scopo l’architetto Andrea Ceresola detto il Vannone. Il Ducale divenne così una vera e propria sede di Stato, con ambienti di rappresentanza e piazza d’armi. Nel 1777 un incendio devastò in particolare i saloni del Maggiore e Minor Consiglio e la facciata principale del Palazzo. La ricostruzione fu affidata all’architetto Simone Cantoni che reinterpretò gli spazi in chiave neoclassica. Nei primi decenni del Novecento un importante restauro riportò alla luce le tracce medievali cancellando alcuni interventi seicenteschi e ripristinò la facciata dipinta su piazza De Ferrari. Il Ducale di oggi è frutto di un recupero, condotto da Giovanni Spalla a partire dal 1980.

 

Il Piccolo Teatro 

Questo luogo straordinario, unico nella sua conformazione architettonica prende il nome dalla destinazione d’uso che gli venne assegnata durante i due ultimi grandi interventi sul palazzo. Si tratta in realtà di una porzione della struttura voltata, espressamente voluta in materiale incombustibile, e quindi in mattoni, ideata dall’architetto Simone Cantoni a seguito dell’incendio che nel 1777 distrusse gran parte del palazzo.

Autentica meraviglia architettonica dell’epoca, costituita da un sistema di impressionanti archi parabolici che sostengono una copertura alla genovese a lastre di ardesia, questa porzione del palazzo era stata interessata da lavori durante l’intervento di Giovanni Spalla nel 1980 poi rimasti incompiuti.

Oggi questo luogo viene restituito alla città come sala per concerti e piccoli convegni davvero unica, con una struttura a gradoni, suggestiva illuminazione e acustica particolare.

Al paziente lavoro di restauro si è affiancato l’inserimento di nuovi elementi architettonici, in grado di dialogare con lo splendido contesto. Lo spirito del teatro storico è riproposto dall’impiego del legno, che rievoca gli spazi di rappresentazione dal Rinascimento all’Ottocento; l’utilizzo di schermi in grigliato metallico si richiama alle grandi carpenterie metalliche presenti, ma anche alle macchine teatrali del passato. Il tutto è supportato da un sistema tecnologico integrato di climatizzazione. A rendere ancora più emozionante questo particolare spazio contribuisce un sistema di illuminazione studiato nei dettagli che esalta le grandi murature arcate, sottolinea percorsi e sedute, definisce gli scenari per tipo di eventi. 

L’ingresso al Piccolo Teatro avviene attraverso un’altra importante opera di Simone Cantoni, ad oggi poco conosciuta, la scala ellittica terminante in alto con una lanterna ottagonale.

Progetto e Direzione Lavori: Studio Michelini – Ing. Maurizio Michelini e Studio Archcam – Arch. Andrea Martinuzzi

Imprese esecutrici: Se.co srl – Poseico Impianti srl e ArtLegno srl.

Supervisione Soprintendenza Beni Culturali: Arch. Carla Arcolao

 

Il restauro dell’affresco dello Stemma di Genova

Intorno al 1637 il celebre pittore Domenico Fiasella, in quegli anni quasi un iconografo ufficiale della Superba viene incaricato, come riportano i documenti, di eseguire “li disegni del arma e cartone grande di essa per far sopra le scale” di Palazzo Ducale, trasposti poi ad affresco dallo stesso Fiasella con una forte collaborazione della sua bottega, sulla parete dello scalone monumentale. L’opera, anche se parzialmente ridipinta è una delle poche sopravvissute all’incendio del 1777. Riporta lo scudo crociato affiancato da due grifoni e sormontato dalla corona sullo sfondo del gran manto rosso d’ermellino; più in alto il gonfalone di san Giorgio, cioè il gonfalone ufficiale della città, forse simile a quello che Fiasella aveva realizzato sempre negli stessi anni affinché sventolasse sulla cima della Torre Grimaldina. Un’opera d’arte dentro una opera d’arte.

Il dipinto era stato già oggetto di interventi di restauro, l’ultimo dei quali documentato negli anni 9; fu realizzata una pellicola che nel corso degli anni, assorbendo lo sporco della superficie, aveva provocato un generale inscurimento dei colori. In generale la parete presentava consistenti fenomeni di umidità.

Inizialmente sono stati eseguiti anche test stratigrafici a lati del dipinto, nelle pareti intonacate attigue, per indagare una possibile continuazione del dipinto o la presenza di altre decorazioni: sono emerse soltanto alcune sovrapposizioni di stesure di intonaco monocromo.

Scopo primario dell’intervento è stato quello di omogeneizzare il più possibile la superficie, caratterizzata da una pellicola pittorica originale ormai compromessa dagli interventi precedenti subiti, che hanno conferito un aspetto compatto, lucido/opaco al dipinto e occultato la trasparenza del colore propria della tecnica ad affresco visibile ormai in piccole porzioni. Tuttavia è stato deciso – dove possibile – di conservare le integrazioni pittoriche. Ciò per non rischiare di rendere ancora più lacunosa e complessa la lettura del dipinto, non avendo certezza di quanta pellicola pittorica originale fosse ancora presente, e anche quale testimonianza storica.

Intervento eseguito dalla restauratrice Livia Pecchioli

Supervisione Soprintendenza Beni Culturali: Arch. Carla Arcolao – Arch. Massimo Bartoletti

 

Interventi sulle facciate

Durante l’inverno 2021-2022 è stato avviato e concluso il restauro del fronte centrale su piazza Matteotti e quello delle superfici decorate verso piazza De Ferrari. Tutti gli interventi, come si conviene per un bene monumentale di grande importanza qual è Palazzo Ducale, sono stati preceduti da attente indagini conoscitive con campionamenti di laboratorio, per accertare in maniera scientifica le lavorazioni da attuare.

L’intervento di restauro si è svolto in stretta collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Architettonici, che ha controllato le varie fasi e fornito indicazioni e consulenza qualificata.

Il cantiere è stato attentamente organizzato in modo da poter convivere con le manifestazioni e gli affollamenti che caratterizzano la vita di Palazzo Ducale: non sono stati utilizzati ponteggi fissi ma cestelli su bracci telescopici e carri ponte mobili, di basso impatto di installazione e rapidità di rimozione in caso di necessità.

Al termine degli interventi di restauro i due prospetti rinnovati sono tornati a conferire la giusta importanza e prestigio agli spazi pubblici sui quali si affacciano. 

Progetto e Direzione Lavori: Studio Archam – Arch. Andrea Martinuzzi

Imprese esecutrici: Emilio Gambino Costruzioni srl e Cesag srl

Supervisione Soprintendenza Beni Culturali. Arch. Carla Arcolao

 

La Facciata di piazza Matteotti

Fino alla metà del XVIII secolo piazza Matteotti era chiusa da una “cortina”: il Palazzo era una vera e propria sede di Stato, con ambienti di rappresentanza e piazza d’armi. Alla metà del Settecento però, venute meno le esigenze difensive, si decise di abbattere la “cortina”: l’effetto a sorpresa della visione della piazza e, soprattutto, della facciata fu straordinario, reso ancora più solenne dalla pendenza del percorso culminante nella scalinata centrale con le due rampe laterali per la salita dei cavalli e delle portantine.

L’attuale facciata è stata realizzata dall’architetto Simone Cantoni fra il 1778 e il 1783 dopo che, il 3 novembre 1777, un incendio distrusse il corpo centrale del Palazzo. A Cantoni, considerato uno dei migliori esponenti del primo neoclassicismo nell’Italia Settentrionale, si deve, oltre all’elegante facciata risolta con marmi veri e marmi finti in stucco lucido dalla delicata cromia chiara, anche la ricostruzione delle sale del Maggiore e del Minor Consiglio al piano nobile. Alle decorazioni plastiche della facciata lavorarono Nicolò Traverso e Francesco Ravaschio, due scultori genovesi formatisi nell’ambiente artistico di Roma da cui furono chiamati appositamente nel 1780, autori dei gruppi di trofei con figure di schiavi barbareschi e prigioni.

 

La Facciata di piazza De Ferrari 

Il prospetto che si affaccia su piazza De Ferrari subì importanti modifiche durante i lavori di restauro eseguiti da Orlando Grosso nei primi decenni del XX secolo. Prima dei lavori di Grosso essa doveva presentarsi come una facciata liscia intonacata, sulla quale erano visibili tracce di affreschi seicenteschi. Grosso la rielaborò in stile classicista, regolarizzando le aperture e inserendole all’interno di uno schema di colonne e altri elementi architettonici dipinti. Furono inoltre aperte tre porte per collegare la piazza con il porticato interno del palazzo. La facciata, dipinta nel 1938, risultava in gran parte dilavata al momento del restauro del 1992. Durante questo restauro è stata ripristinata la decorazione di Grosso, spostando però verso l’alto le tre porte in modo da renderle alla stessa quota del cortile interno sul quale si affacciano. La facciata è organizzata su due livelli, scanditi da una decorazione pittorica. Al piano terra si trovano, oltre alle tre aperture una serie di finestroni, sormontati ognuno da una finestrella. Il livello superiore riprende lo schema del piano terra, con una nuova serie di finestroni e di finestrelle.

La presentazione dei lavori di restauro

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