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Toti: chi vuole si candidi sotto Berlusconi

Giovanni Toti

In un lungo post su Facebook, che riportiamo sotto, il governatore Giovanni Toti

chiarisce la sua posizione politica, dopo che negli ultimi giorni si è insistentemente parlato di una sua possibile fuoriuscita da Forza Italia.

Leggo sui giornali e colgo nello strisciante dibattito tra social e chat di whatsapp uno stupefacente interesse per una cena tra amici a Roma di qualche sera fa.
Detto che una cena normalmente non dovrebbe essere una notizia, dal momento che se ne consumano anche troppe (e si vede, ahimè!) perché allora tanto parlottare e tanti retroscena?
Forse perché una cena tra pochi amici è l’unico luogo politico rimasto dove confrontarsi sul futuro, dove chiedersi perché alle elezioni Europee del 2009 la nostra parte politica sfiorava il 40% e oggi c’è chi, tra i nostri dirigenti, farebbe una cena, ma questa volta di gala, se raggiungessimo il 10%.
Nessuno si interroga su cosa sia successo, quali siano le nostre colpe, non sia mai che qualcuno, lì da troppo tempo, quelle colpe se le dovesse prendere.
Perché non esiste un luogo dove chiedere ai nostri sindaci, ai nostri consiglieri comunali e regionali, ai nostri parlamentari, alle liste civiche che ormai rifuggono il nostro marchio, a tutti i nostri elettori, anche coloro che sono fuggiti, cosa vorrebbero per il futuro, perché non si sentono più rappresentati?
Non dobbiamo chiederlo al pugno di iscritti rimasti, per convinzione, affetto, nostalgia o convenienza. Dobbiamo far parlare e contare anche e soprattutto coloro che per delusione, sfiducia, impegno misconosciuto, se ne sono andati. Solo così torneremo a crescere.
Chiediamo a loro se servono ricette e facce nuove, oppure se basta ritirarsi in formule del passato, senza considerare il mondo cambiato e il tempo trascorso.
Chiediamo a loro se in Europa vogliamo ancora stare con chi è responsabile di tanti errori, oppure se occorre trovare una nuova formula e nuove alleanze. Chiediamo a loro se la nostra opposizione, tanto simile a quella del Pd e a quella delle sinistre contro i Governi Berlusconi, rappresenta la nostra anima politica.
C’è voglia di partecipazione, lo dimostrano i 40mila di Torino, le tante associazioni di impresa che sono tornate a riunirsi e dire la loro. Ma per cogliere e rappresentare questa nuova voglia di partecipazione bisogna avere il coraggio di mettersi in discussione, aprirsi a tutti loro, far contare la loro voce dentro il nostro Movimento Politico, anche a costo di cedere qualche poltrona.
Vedete conta poco quante facce nuove abbiamo, quanti nuovi coordinatori o deputati. Per riconquistare tanta fiducia perduta e nuovi consensi conta invece, e molto, come li scegliamo. Sono stati scelti per il loro impegno e militanza, sono stati votati e selezionati col consenso dei nostri elettori, consiglieri, sindaci, liberamente e democraticamente, oppure sono il parente di qualcuno, l’amico di qualcun altro, il fiduciario di un alto dignitario?
Dai non prendiamoci in giro e non prendiamo in giro i nostri elettori. Il dibattito da corte, dove tutti gridano viva il re, e di nascosto avvelenano il bicchiere del commensale, non può attirare nuovo consenso, né essere alla base di una nuova stagione.
Non lasciamo ai retroscenisti dei giornali un dibattito che dovremmo fare noi!
Per quanto mi riguarda, ma credo di parlare anche a nome dei poveri commensali, nessuno ha mai pensato di scappare. Certo, come nelle famiglie, il divorzio è sempre possibile, e magari è possibile anche costruirsi una nuova vita felice, ma resta sempre l’ultima ratio, resta sempre una sconfitta per tutti. E di sconfitte ne abbiamo già vissute un po’.
La via maestra è quella del confronto, davanti al nostro mondo. Ognuno dice la sua idea, la propria analisi e i propri progetti, tutti giudicano e si esprimono, come si fa in democrazia. E... se non siamo capaci di organizzare una grande consultazione di tutti coloro che vogliono partecipare, allora facciamolo con le Europee. Chi ha un ruolo importante e vuole proporre la propria linea nel nostro Movimento Politico, si candidi, sotto il nome di Silvio Berlusconi (che, contro il mio parere, ma con grande coraggio, ha già deciso di farlo). Tutti candidati, tutti al cospetto degli elettori, ognuno con il proprio progetto e gli elettori potranno decidere insieme al futuro dell’Europa, anche il nostro più piccolo futuro. Se è per questo, io ci sono.

Ps: nella foto vedete delle scarpe da ginnastica, perche sto uscendo a smaltire la cena!

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