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Dopo una vita trascorsa a Roma, Paolo Villaggio guarda il suo mare dal cimitero di Sori

Paolo Villaggio e il cimitero di Sori

Il 3 luglio del 2017 moriva a Roma Paolo Villaggio, genovese, uno degli attori comici più importanti d'Italia. Roma era diventata casa sua. Cerimonia laica in Campidoglio e poi il colpo di scena: le ceneri partono per la Liguria. Prima di morire, Villaggio aveva chiesto ai figli Elisabetta e Pierfrancesco, un ultimo atto d'amore: “Seppellitemi al Cimitero di Sori, lassù in alto, sulla scogliera, così posso guardare il mare”. Lui, ultrarosso (militante di Democrazia Proletaria) chiedeva una grazia alla giunta civica di Sori. Il sindaco Paolo Pezzana disse di sì: “E' un grande onore”. Oltre ai figli, a ricevere le ceneri c’erano il primo cittadino e Ilaria Cavo, allora assessore alla Cultura della Regione Liguria.

Un motivo c’era: Sorirama, il grattacielo coi balconi rossi a ridosso della spiaggia, l’ha costruito il padre di Villaggio, ingegnere civile. Qualche volta, negli anni Ottanta, ci veniva anche Paolo.

Villaggio era nato alle 6 di mattina del 30 gennaio 1932, in corso Galliera, 40 minuti dopo il gemello Piero. Pioveva forte e il Bisagno ingrossava.

Erano famiglie ricche, la sua e quella di Fabrizio De André, facile per loro far comunella e tirare, per anni, a non fare nulla al Lido.

Ma Paolo mise incinta la sua ragazza, Maura, e dovette (oltreché sposarla) andare a lavorare, per grazia paterna, alla Cosider, grande azienda siderurgica, per portare a casa uno stipendio. Sette anni di sbadigli: si occupava delle iniziative aziendali interne. Cioè, di nulla. Ma da quell’ufficio sono nati Fantozzi e Fracchia.

Nel 63' scrisse il testo di "Carlo Martello", canzone per Fabrizio. Poi, per caso, lo scoprì Maurizio Costanzo. Andò a vivere a Roma, quartiere Trieste.

Telefonava a Vittorio Sirianni (insieme nella Baistrocchi) per chiedergli: “I genovesi, si ricordano di me? Mi vogliono ancora bene?”. Capiva d'aver tradito, un po', la sua città.

Nel 2012 è tornato a Genova, a Palazzo Tursi, per la festa degli 80 anni e per abbracciare il gemello Piero (un Ghandi, magrissimo, un matematico illustre) che correva scalzo sulla pista dello Champagnat.

Sono andato su al cimitero di Sori a salutare Paolo, ma c'è voluta una guida (Oliviero Canella) per trovare la sua lapide, che si trova vicina a quella dei genitori.

Guarda il mare, da Sori a Portofino. Una vista azzurra, meravigliosa ed eterna.

Paolo Zerbini

La tomba

Paolo Villaggio e Vittorio Sirianni

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