Game over: Genova in prima linea contro il gioco d’azzardo patologico
Un impegno corale, che unisce istituzioni, servizi sanitari, scuole, associazioni e cittadini per contrastare una delle dipendenze più insidiose del nostro tempo: il gioco d’azzardo patologico. È il messaggio forte e chiaro emerso dal convegno “Gioco d’azzardo patologico (GAP): strategie di informazione, prevenzione, trattamento e riabilitazione”, ospitato il 3 ottobre all’Istituto Nautico San Giorgio di Genova e organizzato dal Servizio Dipendenze di ASL 3, in collaborazione con gli enti del privato sociale accreditato e con il progetto Game Over – L’Azzardo Divora.
La giornata ha visto un’ampia partecipazione di operatori, amministratori, insegnanti e cittadini, confermando come la lotta al GAP sia ormai una sfida trasversale che coinvolge l’intera comunità. A guidare i lavori è stata la direttrice del Ser.D, Ina Maria Hinnenthal, che ha sottolineato il valore di una rete capace di integrare competenze sanitarie, risorse istituzionali e tessuto sociale.
La mattinata è stata arricchita da interventi istituzionali di Prefettura, Questura, Comune di Genova, Regione Liguria, Ordine degli Psicologi e ASL 3, che hanno portato dati, esperienze e prospettive concrete. Tre i contributi che hanno offerto spunti di particolare rilievo. Sonia Salvini, referente regionale per Salute Mentale e Dipendenze, ha delineato il quadro delle risorse nazionali e locali: dal 2016 il Fondo GAP ha permesso interventi mirati, oggi confluiti nel nuovo Fondo per le Dipendenze Patologiche, con una dotazione stabile di 94 milioni annui a livello nazionale. In Liguria, dal 2019 al 2026, investiti circa 10 milioni di euro hanno rafforzato servizi e percorsi specifici.

Il media educator Michele Marangi ha affrontato il tema della “gamblification”, ossia la penetrazione delle logiche d’azzardo in contesti non tradizionali, come videogiochi, e-commerce o criptovalute. Una dinamica che normalizza l’azzardo, soprattutto tra i giovani, rendendo urgente una comunicazione capace di parlare senza stigmi ma con linguaggi chiari, partecipativi e co-progettati con i destinatari.
Il sociologo Maurizio Fiasco ha proposto la suggestiva immagine del “Sisifo felice” per descrivere una cura che non sia solo clinica e reattiva, ma anche sociale e proattiva: restituire spazi pubblici, rafforzare legami di comunità, contrastare la cosiddetta “dopamine economy” che alimenta dipendenze di massa, dal gioco d’azzardo al junk food. “Il tempo è risorsa preziosa – ha ricordato – va restituito ai ragazzi come occasione di crescita, gioco autentico e relazione”.
Il pomeriggio è stato dedicato alle restituzioni dei progetti sviluppati all’interno di Game Over – L’Azzardo Divora, che hanno dato prova concreta del lavoro di rete realizzato nei diversi distretti sociosanitari. Tra questi: Scuola e prevenzione, con percorsi educativi per studenti e docenti; Famiglie in ascolto, rivolto al sostegno genitoriale; Comunità e territorio, per la sensibilizzazione nei quartieri; Sport e gioco positivo, che ha offerto alternative educative ai più giovani; e Accoglienza e cura, con sportelli di primo contatto e percorsi di presa in carico personalizzati.
La pluralità degli interventi ha restituito un’immagine viva e operativa del progetto, dimostrando come la sinergia tra pubblico e privato produca risultati significativi e replicabili. Il filo rosso che ha attraversato la giornata è stato chiaro: rafforzare la rete territoriale, investire in prevenzione, comunicare con linguaggi nuovi ed efficaci.
Genova, con Game Over – L’Azzardo Divora, si conferma laboratorio avanzato nella lotta al GAP. Una sfida che non si vince da soli, ma solo attraverso un impegno comune, capace di proteggere salute, dignità e futuro delle comunità.

