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Grande Entella!

I giocatori dell'Entella festeggiano la vittoria sul Venezia

Che piacere vedere l'Entella in televisione. E che piacere vederla vincere. Soprattutto a Venezia,

contro una squadra che ha un passato da serie A. Su un campo carico di storia, come il vecchio "Penzo".

Quante trasferte, come inviato del "Guerin sportivo" su quel campo che bisogna raggiungere con il vaporetto e dove fa sempre un freddo cane, anche per via del vento. Lì ho fatto scrivere i primi articoli ad Andrea Bosco, che ha poi chiuso la carriera alla Rai, settore scultura. Andavo a trasmettere alla sede dell'Ansa, che era diretta da un genovese, Gigi Bevilacqua. Al "Gazzettino", il prestigioso quotidiano locale, avevo vari amici che avevo conosciuto a Milano: il grande direttore Giorgio Lago e i cronisti sportivi Arnaldo Mussolini, con me al Guerino e Maurizio Refini, ex Gazzetta dello sport.

A me Venezia affascinava anche per i suoi ristorantini, dal Graspo alla Madonna, eppoi il Caffè Florian tappa obbligata.

Quel Venezia, poi, giocava bene. Ricordo una vittoria sul Milan, guidato da Sandokan Silvestri. Era stato decisivo un errore di Anquilletti. E io scrissi che uno che si chiamava Anquilletti non poteva essere un giocatore da Milan. Poi Anquilletti  arrivò in Nazionale e Silvestri, che l'aveva fatto acquistare dall'Atalanta, ogni tanto me lo ricordava.

L'Entella ha battuto il Venezia per 2-0 confermandosi capolista e dimostrando che ha le carte in regola per salire in serie B. Ne sarei felice, per il presidente Tonino Gozzi, un grande manager e per il mio amico sindaco Roberto Levaggi, che meriterebbe questa gioia. Chiavari non riuscirà mai a diventare la Quinta Provincia, visto che le Province sono state abolite. Non avrà più neppure il Tribunale, appena costruito. Meriterebbe almeno la squadra in serie cadetta.

Se riuscirà nell'impresa il merito principale sarà sicuramente del presidente. Il dottor Gozzi, per la sua attività, ha una dimensione nazionale. In una regione nota per i campanilismo che dividono e per le faide paesane, ha puntato sul gruppo. E con un gruppo di sponsor ha pure risolto i problemi finanziari. C'è un'organizzazione professionale in un clima familiare. Ho sentito in televisione il direttore sportivo Materazzi. E' il figlio di quel Bruno Materazzi che faceva parte di quel gruppo di ragazzi che avevo allevato nel "Riviera Express", il giornale che dirigevo. Non so cosa faccia Materazzi padre, non l'ho più visto, so che Martino Chiartelli s'è fatto strada nel settore delle assicurazioni. E naturalmente so che Paolo Garimberti, che facevo scrivere anche su "Genova notte" è diventato un grande giornalista e l'ho rivisto in varie parti del mondo, da Mosca, dove era corrispondente de "La Stampa" a Los Angeles, dove era inviato di "Repubblica". Certo che il biondo (ora ossigenato) Paolo quando scriveva dell'Entella non avrebbe mai immaginato di diventare presidente della Rai. Garimberti a Chiavari era sampdoriano e aveva voluto Fulvio Bernardini come testimone di nozze. Poi, lavorando nel giornale degli Agnelli, è diventato bianconero. Fa parte del Consiglio d'amministrazione della Juventus e ne dirige il Museo. Alle partite si vede in tv accanto ad Andrea Agnelli.

Ecco: come vecchio tifoso dell'Entella Paolino Garimberti potrebbe farsi dare qualche giocatore dalla Juventus. A Chiavari gliene sarebbero grati.

Elio Domeniconi

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