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L’appello di Ape Confedilizia Genova al governo per togliere il blocco degli sfratti

Vincenzo Nasini

Continuano ad arrivare ogni giorno – a Confedilizia, ma anche a deputati e senatori – le richieste di aiuto dai proprietari che subiscono da un anno la requisizione di fatto del loro immobile attraverso il blocco degli sfratti. Una misura che – attraverso ripetute proroghe – ha annullato i provvedimenti con i quali i giudici avevano ordinato di restituire ai proprietari i loro beni, spesso dopo anni di mancati pagamenti, contenziosi e occupazioni abusive.
Situazioni spesso insostenibili, che la maggiore associazione della proprietà privata ha raccolto e messo a disposizione di tutti. Storie che, come spiega Vincenzo Nasini presidente di Ape Confedilizia Genova e vice presidente nazionale: «Riguardano anche la città e la provincia di Genova. Il Parlamento deve correggere la misura che impone il blocco degli sfratti. E’ il momento di dimostrare che non siamo in presenza di una riedizione del Gattopardo: cambiare tutto (o quasi...) perché resti tutto come prima. Fino ad ora questa è purtroppo l'impressione e il problema irrisolto del perdurante blocco degli sfratti senza ristori per i proprietari lo dimostra». Nasini ricorda un dato appena pubblicato: «Drammatico specchio della crisi della proprietà: aumento del 63% degli immobili che finiscono all'asta». Nella piccola selezione resa pubblica e allegata al presente comunicato si fa riferimento a casi di famiglie messe in ginocchio da un intervento che le ha private del frutto del loro risparmio ed eliminato una fondamentale fonte di reddito, in molti casi pure in presenza di rate di mutuo da pagare e spesso con la beffa di dover sostenere le spese condominiali a carico degli inquilini morosi. Il tutto, senza alcun risarcimento da parte dello Stato; anzi, persino con l’obbligo di versare l’Imu. La strada da seguire – Confedilizia lo ha detto molte volte – è un’altra. Per gli affitti in corso, servono interventi di sostegno per pagare i canoni. Per quelli oggetto di sentenze, occorre individuare le situazioni di difficoltà, sulle quali agire con misure di aiuto a carico dello Stato. Il Parlamento si è reso conto di tutto ciò. In Commissione Finanze, alla Camera, la precedente maggioranza si è espressa chiaramente per limitare il blocco, che il decreto-legge Milleproroghe ha esteso fino al 30 giugno, così portandolo a quasi un anno e mezzo. Su questa partita si gioca la credibilità del nuovo Governo e della nuova maggioranza. E il dibattito in corso avrà avuto un senso se – entro pochi giorni, non settimane – sarà varato un provvedimento che faccia quanto richiesto dal Parlamento: anticipazione della fine del blocco, di almeno tre mesi, per le morosità pre Covid (come previsto dall’accordo di maggioranza di venerdì, ritirato sabato su richiesta del Governo); cancellazione dell’Imu 2021 per tutti i proprietari interessati; erogazione di indennizzi adeguati per gli stessi proprietari. Si tratta, beninteso, di misure minime che si limiterebbero ad attenuare, non certo a cancellare, gli enormi danni causati dal blocco a tante famiglie di piccoli risparmiatori. Se non si farà neppure questo, i proprietari e gli stessi inquilini saranno ulteriormente mortificati, ma Governo e maggioranza perderanno la faccia.

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