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Lista Sansa: “Il G20 parla di clima e cambiamento, ma in Liguria propone le infrastrutture del '900”

Ferruccio Sansa, capogruppo Lista Sansa in Consiglio regionale

“Il G20 delle infrastrutture, in corso a Genova, è il trionfo delle contraddizioni: continua a menzionare la necessità di ridurre le emissioni di CO2, ma propone infrastrutture che arrivano dal secolo scorso e non pone l’attenzione su quelle davvero necessarie per la mobilità sostenibile. «Basta ridurre il dibattito tra chi vuole e non vuole le infrastrutture”, commentano i consiglieri della Lista Sansa, Selena Candia e Ferruccio Sansa. “Chiediamo invece quali siano le opere di cui abbiamo bisogno nel XXI secolo, e su quali servizi vogliamo davvero puntare”.

“Se come ha ricordato il presidente Giovanni Toti la Liguria - prosegue la nota del Gruppo - è “simbolo della fragilità” perché la sua giunta non punta ad aumentare i servizi ferroviari, anziché sognare infrastrutture stradali con viadotti e gallerie, tanto che il Recovery Plan presentato lo scorso novembre dalla Regione dedicava il 77,7% dei fondi a infrastrutture soprattutto stradali e autostradali? Se il ministro dell’economia Daniele Franco afferma che «le città sono responsabili delle emissioni del 70% dei gas serra», perché ci propone la Gronda come infrastruttura fondamentale? Sulla realizzazione del tratto sull’A7 si può discutere, ma sarebbe più utile spostare merci e persone sui treni, visto che l’Europa va in questa direzione: e quindi dovremmo puntare a terminare alla svelta il Nodo ferroviario di Genova, a realizzare la Pontremolese e il raddoppio dei binari a Ponente (nella sede attuale e non a chilometri di distanza dalle città e dai pendolari, come vorrebbe la giunta Toti), oltreché muoverci con il quadruplicamento della Tortona-Milano (altrimenti il Terzo Valico non servirà a nulla)”.

“Se il ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani - prosegue la nota - dice che nei prossimi anni dovremmo “cambiare completamente il modo in cui produciamo energia e ci muoviamo”, perché non si fa notare che al G20 si ripropongono per la Liguria le stesse opere richieste da più di 30 anni?

Perché verranno dati dal Governo al Comune di Genova 471 milioni di euro per comprare dei bus elettrici anziché creare una rete di tram? Sostituire mezzi a gasolio con mezzi elettrici significa solo rinnovare il parco mezzi: che saranno meno inquinanti, ma non cambiano nulla nelle abitudini delle persone perché chi si sposta con i mezzi privati continuerà a farlo. Solo un tram potrebbe attirare più utenti perché più confortevole e affidabile negli orari, avendo sempre una corsia riservata e protetta”.

«Vediamo una differenza enorme tra quanto richiesto a livello nazionale ed europeo (tramite il PNRR, che non finanzia opere stradali ma solo infrastrutture per la mobilità sostenibile e quindi treni, autobus, tram e bici!) e quanto invece proposto da chi ci governa a Genova e in Liguria», continua Selena Candia. «Ma si sa, per passare alla mobilità sostenibile bisogna invogliare le persone a non prendere i mezzi privati: e questo, a chi ci governa nella nostra Regione, fa terribilmente paura».

«La nostra coalizione nel suo programma elettorale aveva dimostrato chiaramente in cosa crediamo», spiega Ferruccio Sansa. «Sì alle opere purché siano utili ai cittadini e all'economia ligure, ma anche moderne e compatibili con l'ambiente. Sì allora al primo tratto della Gronda, necessario al porto. Ma soprattutto sì alle opere che puntano su forme di trasporto non inquinanti. Qualche esempio concreto: il raddoppio della Pontremolese, il quadruplicamento della linea ferroviaria Tortona-Milano (che tanto sarebbe importante per l'economia, l'occupazione e per evitare lo spopolamento di Genova e della Liguria), il completamento rapido del nodo ferroviario di Genova e il raddoppio dei binari della linea a Ponente. E nelle città via a un trasporto pubblico nuovo: i tram, tanto per cominciare. Vi sembra poco? Il G20 invece disegna un sistema di trasporti e grandi opere novecentesco. E altamente inquinante. Mentre tutto il mondo va nella direzione opposta».

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