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Vi racconto il Salone del Mobile 2024

Lo visito da data immemorabile; ero ragazzino ora ho i capelli bianchi. Inizialmente da designer e imprenditore del comparto, aggiungendo nel corso degli anni una parallela funzione di giornalista, ovviamente specializzato, del settore. Ed ora, chiusa l’azienda, da giornalista.

Inalterati da sempre passione ed interesse perché il Salone di Milano è evento primo al mondo per mobile, filiera e arredamento, ma anche perché questi elementi sono fondanti del vivere civile, dell’espressione del nostro modo di vivere. Riflettono, indicano e talvolta persino anticipano gli usi, i costumi, la vita stessa sui cui binari viaggia il nostro percorso umano. La casa è il luogo dove siamo noi stessi, si esalta la nostra intimità; è la base dalla quale partiamo per manifestare la nostra presenza nel mondo.

Forte di queste per me seriali sensazioni ho varcato, anche quest’anno, la soglia del mega impianto sul bordo dell’hinterland milanese, ammirando un Salone persino migliore dei precedenti: pragmatico, propositivo di prodotti che soltanto noi italiani sappiamo realizzare, aderente al momento storico ed eccellente pure per perfetta organizzazione in ogni sua minima parte, sia espositiva che per quanto riguarda la complessa macchina che sta dietro le quinte di una rassegna epocale come questa, molto complessa da organizzare e gestire. Ed è stato fatto senza sbavatura alcuna.

Non riesco poi a non sconfinare nel personale, magari travalicando le talvolta un po’ freddine regole professionali, quando ho l’incontro per me interessante persino oltre al mestiere pur condiviso da entrambi, con Claudio Feltrin, presidente Federlegno Arredo, anima della rassegna milanese, grande industriale, imprenditore competente ma anche uomo di classe, espansivo e simpatico. Personaggio reso ancora più schietto dall’accento quasi musicale del Nord Est e vernacolo tanto ben rappresentato da Cesco Baseggio, pezzo di storia del teatro italiano del secolo scorso e - guarda i casi della vita - di radice trevigiana come Feltrin.

Presidente Federlegno che indica nel 2023 un momento di “normalizzazione” del lavoro, dove non deve preoccupare più di tanto una lieve flessione, dopo due anni che definisce “straordinari” post quelli difficili del Covid e quando, precisa Claudio Feltrin, “il 2021 ha registrato un + 14% sul 2019”. Né può essere dimenticato un innalzamento dei prezzi delle materie prime.

“Nel 2023 c’è stata questa flessione del macrosistema del 7,8% - spiega il presidente Federlegno - tuttavia persino inferiore a quanto si potesse prospettare, mentre il 2024 inverte e porta segni positivi. Le stime 2024 indicano un +4,5% per filiera legno-arredo e +8,5% per l’export”.

Certo i momenti, dopo Covid e con due guerre fa navigare a vista ma le prospettive dell’inizio di quest’anno sono decisamente buone”.

Circa il Salone, Feltrin non esita ad affermare che è andato “molto bene con incremento di visitatori anche qui a doppia cifra. La filiera del macrosistema esporta per il 53% della produzione, con saldo commerciale da 10 miliardi”.

Suggestiva poi ed efficace la riflessione di Feltrin che tutto questo si ottiene “trasformando da materia povera come il legno in bene prezioso e la trasformazione avviene tutta in Italia. Siamo i migliori del mondo? Detto da noi potrebbe risultare presuntuoso; lo dicono i fatti, il mercato. Il Salone è il più grande del mondo, anche qualitativamente. È il nostro evento che certifica la filiera e il nostro saper fare. Ringrazio tutti partecipanti a questo Salone”.

E Feltrin tiene a sottolineare che non è certo positivo come “ci si è impoveriti di fatto; in 20 anni l’Italia non è riuscita a far crescere il potere di acquisto”.

Economia a parte restiamo gli eredi di Michelangelo e Raffaello. Conferma Feltrin: “a noi piace il bello; noi siamo capaci di fare cose eccellenti”.

L’importanza del settore nel suo complesso la definiscono poi al meglio i numeri. Conta circa 66.500 aziende per il 14,8% del manifatturiero nazionale, con 300mila addetti, che costituiscono l’8% del manifatturiero nazionale ed un fatturato da 52,7 miliardi di euro pari al 4,2% dello stesso manifatturiero italiano, mentre il 38% del fatturato, che sfiora quota 20 miliardi, va all’estero. Il mercato interno vale il 62%, poco sotto i 33 miliardi e con saldo commerciale da 8 miliardi di euro. Nel settore arredo le aziende sono 21mila per 141 occupati, oltre ad una poderosa filiera.

Dino Frambati

Claudio Feltrin

Dino Frambati

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