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Preziosi e la mafia romana

Enrico Preziosi

Dopo le esplosive dichiarazioni al termine di Genoa-Roma, le insinuazioni del presidente Enrico Preziosi

sono finite su tutti i giornali.

Giampiero Calapà su "Il Fatto Quotidiano", gli ha dedicato un intero articolo dal titolo: "Fuorigioco colpa di Carminati: Preziosi no limits". E ricordando vecchi episodi l'ha definito "Il presidente della mazzetta".

E  il "Fatto" ha spiegato: "Nella sonnolenta domenica pomeriggio di una serie A lontana da fasti e campioni antichi ci pensa il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, quello dei giocattoli, dal curriculum non troppo felice, a spostare l'attenzione tirando Mafia Capitale dentro al campionato. Queste le sue parole ai microfoni di Sky: "A Roma stanno succedendo troppe cose, non vorrei fosse coinvolto anche il calcio..."

E il cronista: "In particolare Preziosi non può che riferirsi all'intercettazione, finita nelle carte dell'inchiesta della Procura di Roma, in cui compariva il nome di Daniele De Rossi. Un episodio privo di alcun rilievo penale, posto solo ad esempio della rete di conoscenze capillare in cui si muovevano i contatti di Mafia Capitale". Il vicecapitano della Roma aveva chiesto aiuto solo per una rissa al night.

I giornali hanno poi parlato di contatti tra Massimo Carminati, il Cecato, accusato di essere il capo di Mafia Capitale e il direttore sportivo Daniele Pradè, oggi alla Fiorentina ma all'epoca alla Roma."Così - ha aggiunto il "Fatto" - il patron della Giochi Preziosi, quarta azienda di giocattoli al mondo, ne ha approfittato lanciando alla Roma e alla serie A una inquietante accusa, senza specificare niente di più".

E Giampiero Calapà fa poi il ritratto dell'accusatore: "Ma chi è Enrico Preziosi? Alla fine degli anni '90 compra il Como e lo porta dalla C alla A: finì con qualche giorno di carcere patteggiando una pena, poi sospesa, di un anno e undici mesi per bancarotta fraudolenta. Nel 2003 compra il Genoa ma viene accusato di aver mantenuto il controllo occulto del Como. Anche qui finisce con un patteggiamento e nel 2009 dei 5 anni di sospensione dalle attività sportive richiesti, la Disciplinare si accontenta di 4 mesi e una multa da 100 mila euro. Nel 2005 il Genoa è promosso in serie A. Ma è il sogno che si spegne sulla combine di una partita. Nel giugno 2005 il dirigente del Venezia Piero Pagliara viene fermato dalla Guardia di Finanza mentre esce dalla Giochi Preziosi con una mazzetta di 250 mila euro. Il Genoa viene spedito in C1, la giustizia ordinaria condanna Preziosi a quattro mesi per frode sportiva. Nel 2012 e 2013 il suo nome finisce di nuovo sul registro degli indagati a Cremona e a Genova, per un mancato versamento di ben 8 milioni di Iva".

La Roma, per fortuna, ha cercato di gettare acqua sul fuoco. In un comunicato ufficiale ha scritto: "Dichiarazioni che non meritano commento, al presidente saranno sfuggite per l'amarezza del post partita".

Ma intanto hanno suscitato un pandemonio. Perché Mafia Capitale è stata accostata al calcio. 

Elio Domeniconi

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