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Se Marco Doria e' la sinistra ...

Marco Doria

Il vecchio Partito Comunista Italiano era, per definizione, il partito dei lavoratori. Ma già all’epoca c'erano gli infiltrati.

Dagli intellettuali che avevano grossi vantaggi ad essere "di sinistra" ai grandi  palazzinari che finanziavano il partito della falce e martello ma in compenso ricevevano licenze di favore per le costruzioni. Quindi la presunta fede politica era prima di tutto un business.
A Genova tra i militanti del Pci dell'epoca c'era il marchese Giorgio Doria, signore di Montaldeo.

Ricordo quando si presentò alle Amministrative e divenne vicesindaco. Nella lista di candidati il partito dei lavoratori non poteva certo presentarlo come latifondista. Quindi venne presentato come "coltivatore diretto".
Il figlio Marco era stato un giovane consigliere comunale del Pci. Poi a suo avviso quel Pci era ormai troppo poco di sinistra. E Doria junior si era ritirato dalla politica. Non si sentiva più rappresentato da quel partito che si era troppo imborghesito, non era più quelle di Carlo Marx e Giuseppe Stalin ("Baffone").

Lo sapete: a stanare Marco Doria dall'Università e a riportarlo in politica è stato un altro ex comunista anomalo, il professor Silvio Ferrari, anche lui docente universitario. L'aveva scelto come rappresentante di SEL, il partito che difende l'ecologia e la libertà e che ha il suo leader nel bizzarro Nichi Vendola, che porta l'orecchino e ammette senza reticenze (anzi con legittimo orgoglio) che non gli piacciono le donne. A Genova, alle Primarie delle amministrative, si era presentato con l'etichetta Sel e aveva battuto proprio due donne: Marta Vincenzi, per molti ancora Super-Marta, e l'insegnante Roberta Pinotti che si era presentata in politica come Coscialunga della sinistra.

Vinse il marchese Doria, che rappresentava Sel, quindi si schierava ancora più a sinistra. Io non votai certo per lui, ma avevo il massimo rispetto per chi gli aveva dato la preferenza. Ho cambiato idea quando sono venute fuori due cose:
-che come portavoce il sindaco ha scelto un vecchio amico, Fulvio Famia, che era già in pensione
-e che trasferendo d'ufficio il capo dell'ufficio stampa Simonetta Menini ha ignorato la legge che vieta il mobbing (e probabilmente il Tribunale gli dirà che non poteva farlo).

Se quelli che oggi dicono di rappresentare la nuova sinistra, si comportano così, c'è da rimpiangere la sinistra di una volta. E c'è da augurarsi che il marchese Marco Doria signore di Montaldeo. Personalmente rimpiango il tramviere Fulvio Cerofolini.

Elio Domeniconi

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