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Il silenzio del consiglio comunale

Doria - Menini

Nell’ufficio stampa di Palazzo Tursi è scoppiato il terremoto. Ma nessuno ne parla, come se non fosse successo niente.

Sono stati allertati l'Ordine dei Giornalisti, che portano avanti le loro inchieste. Ne ha parlato Genova3000.it, sul resto del fronte silenzio assoluto.
Questo fa capire perché i genovesi non credono più nei giornali. E perché a Genova i giornali continuano a chiudere. Non vendono più. E non vendono perché hanno perso credibilità.
Il consiglio comunale rispecchia l'atteggiamenti dei media. A Tursi ogni settimana si sentono discorsi inutili insulsi e farneticanti. Possono vederli tutti perché li manda in onda Telenord. Massimiliano Monti crede che possano interessare il pubblico come i pistolotti di Paolo Lingua, che alla sua veneranda età è riuscito finalmente a diventare direttore di qualcosa (prima aveva diretto solo il glorioso Gazzettino Sampierdarenese, ma solo per un breve periodo).
Ebbene vedendo l'esibizione fatua di questi personaggi di serie C mi sono chiesto tante volte: che senso ha oggi il Consiglio Comunale, forse sarebbe meglio abolirlo? Basti pensare che nessuno sinora ha creduto di dover intervenire per chiedere a chi di dovere cosa è successo nell'ufficio stampa del Comune, che dovrebbe essere uno degli uffici-chiave, perché sono stati fatti certi spostamenti. Nessuno degli esponenti dei vari partiti, nemmeno Guido Grillo che solitamente interviene su tutto e su tutti, ha sentito il dovere di presentare l'interrogazione di rito. Niente, silenzio assoluto.
Facciamo un altro (sconcertante) esempio. Figura nell'organigramma dell'ufficio stampa di Tursi Alessandra Ramagli, risulta addetta al web. Ma da tempo la signora Ramagli non mette più piede a Tursi. Abbiamo  saputo che su "chiamata diretta" (ma è compito del portavoce del sindaco) è stata trasferita all'ufficio stampa dell'Amt, dove tra l'altro ha scavalcato la bravissima dottoressa Antonietta Carbone. Ebbene negli atti ufficiali di Amt non c'è traccia della Ramaglia. E ci si chiede: quanto guadagna?  Lavora forse gratis? Perché è stata dirottata all'Amt visto che c'era già la Carbone?
Ebbene, sino ad ora nessuno ha osato chiederlo al signor sindaco. E nessun giornale ne ha parlato.  Giornalismo e politica a Genova sono proprio messi male.

Elio Domeniconi

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