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Buon Natale

Dino Frambati

Scorrono gli eventi, passa la vita. Nulla è uguale per tutti come il tempo che scorre. E ritorna il Natale.

Magico per la nostra cultura, festa nei secoli e motivo, ogni volta, di riflessione, ritorno in famiglia, pensieri ed interrogativi su cos'è la vita, chi siamo noi, che senso ha ciò che facciamo. Momento di preghiera e meditazione per i credenti; di auguri e di buoni propositi per i non credenti. Comune denominatore è comunque che lo festeggiano tutti. Laicamente, con pranzi e cene, o cristianamente davanti alla capanna. Ma il Natale è festa in quanto evento della cristianità. Se questa non esistesse, non sarebbe mai esistito il Natale e ciò sta alla base di tutto e nessuno è obbligato a celebrarlo mentre tutti, invece, lo fanno. Anche chi, da qualche tempo, è dedito a dibattiti su presepi, canti e quanto sia natalizio. A prescindere dal fatto che su ben altro ci sarebbe da dibattere per cambiare, la dissertazione di cui sopra è dettata da ignoranza di chi, culturalmente, non conosce e non ha capito ciò che abbiamo detto sopra: cos'è il Natale e perché esiste. E se occorre spiegare meglio basta pensare che quando compie gli anni il signor Pinco Pallino, per lui, famiglia e congiunti fanno festa, magari si prendono pure un giorno di ferie, allestiscono un banchetto. Nello stesso giorno il signor Tizio va a lavorare, mangia un panino, torna a casa la sera, guarda la tv. Si fa gli affari suoi. Ebbene il principio è questo: date, feste, ricorrenze hanno un motivo ed un senso che può non valere per tutti. Per cui, siccome siamo liberi, facciamo ciò che ci aggrada e soprattutto permettiamo agli altri di fare altrettanto, senza voler imporre le nostre situazioni o convinzioni. A noi e tutti quelli che il Natale lo festeggiano in quanto condividono fortemente il suo significato ed il suo senso, auguri. Soprattutto in questo anno giubilare e dedicato alla misericordia. Altri, se per loro il 25 dicembre è solo una delle tante date in calendario, facciano altro e festeggino altro non toccando libertà e pensiero altrui.
Per cui facciamo gli auguri perché il mondo sappia trovare se non giustizia, almeno meno ingiustizia. Che Onu e società civile sappiano intervenire su buona parte del mondo in guerra per crudeltà di pochi satrapi e sofferenza di molti. Che si sappia e si abbia il coraggio di “commissariare” quegli Stati retti da infami che governano come nel peggior Medio Evo, dittatori e violenti. Auguri che la società civile sappia equilibrare situazioni che stanno spostando popoli, sradicandoli spesso dalle loro amate origini, e generando drammi epocali da cui potrebbero derivare situazioni con conseguenze imprevedibili. E che si inizi a lavorare per un mondo dove non comandino denaro e potere ma piuttosto vincano i valori e le capacità. Mentre nella nostra Italia ci auguriamo che finiscano le parole e si facciano i fatti, aiutando chi genera lavoro e non opprimendolo con norme assurde, divieti e una burocrazia asfissiante. Mai come ora c'è necessità di libertà d'impresa aprendo le porte a chi vuole creare lavoro ed occupazione. Auguri perché la politica cessi di essere un mestiere strapagato che si fa per tutta la vita da parte dei soliti che pure si riciclano, ma sia un'attività sentita di chi crede ad ideali ed ha passione ed onesta di impegnarsi affinché la società civile sia tale ed offra pari opportunità a tutti. Non la si usi per mettere a posto se stesso e magari la famiglia. Auguri perché finalmente stipendi di politici, superburocrati, e banchieri abbiano tetti onesti ed adeguati al resto dei mestieri. Si fermino a 3 -5 mila euro al mese in un'Italia dove la maggioranza delle gente vive con mille e dove essere retribuiti decine di migliaia di euro è una sproporzione ed un'ingiustizia sociale. Dicono di essere al “servizio” della gente? Bene, allora inizino con il tagliarsi gli stipendi esagerati e soprattutto sovente superiori alla loro capacità ed alla loro produttività. Auguri che si taglino le scorte a chi governa e sussistano solo quando il pericolo è reale. Quando si sceglie di fare politica, giornalismo e dintorni si sa che esistono dei rischi. O si accettano oppure....mestieri ce ne sono tanti.....Auguri perché gli italiani abbiano i soldi in banca garantiti come loro sacrosanto diritto. Schiumo di rabbia quando vedo ed ascolto le dotte disquisizioni di questi giorni sui rimborsi ai poveracci che hanno perso tutto da colleghi, burocrati e politici i cui stipendi sono super garantiti sempre e comunque. E non importa se uno ha mille euro o un milione; è frutto del suo lavoro e gli appartengono come la sua vita.
Magari a Natale l'editoriale dovrebbe essere meno duro e si dovrebbe parlare solo di amore? Ma cosa c'è da amare di più che un singolo essere umano, il signor nessuno, anonimo, che ha casa, affetti e famiglia e che deve avere i suoi diritti e la sua vita tutelati? E credo proprio che compito primario di chi fa informazione sia quello di dare voce a questo signor nessuno. I potenti l'hanno per conto loro. E ci sono tanti signor nessuno che, ogni giorno, mi narrano delle ingiustizie e delle angherie che subiscono dal potere. Ecco queste sono le persone che mi sono care...la cosiddetta base. Il “palazzo” non mi ha mai amato, ci sono abituato e me ne compiaccio.
Buon Natale, cari lettori, continuate a seguirci con affetto ed attenzione. E più siete signori nessuno, maggiormente vi ascolteremo e cercheremo di darvi voce. Siatene certi.

Dino Frambati
(Vicepresidente Ordine dei giornalisti Liguria)

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