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Il burlare di Burlando

Nel Pd c'è chi se la ride. Claudio Burlando, che quando lascerà la Regione non ha alcuna voglia di andare in pensione

ma intende tornare a Roma, con la faccenda dei funghi potrebbe essersi bruciato.

Burlando, che nel partito era schierato con Massimo D'Alema, ora è al fianco di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze che vuole diventare premier. Il Governatore in Liguria gli ha trovato parecchie adesioni, a cominciare da Raffaella Paita, detta Lella, che ha nominato assessore nella sua giunta e che vorrebbe alla presidenza della Regione nella prossima legislatura.

Ma a Roma si dice che Renzi cominci ad avere qualche dubbio su Burlando, dopo aver letto quello che i giornali scrivono di lui dopo la scampagnata di Rondanina mentre il presidente Rosario Monteleone riuniva il consiglio regionale in via Fieschi. Forse non sarebbe successo niente se il Governatore fosse andato a Rondanina alla chetichella. Invece aveva voluto mostrare in diretta ai colleghi i porcini che stava raccogliendo assieme a suo figlio Giacomo e a un contadino della zona.

L'episodio ha interessato persino il professor Aldo Grasso, il fustigatore di costumi (non solo televisivi) del "Corriere della sera", che l'ha scelto come protagonista della sua rubrica "Padiglione Italia" che viene pubblicata in prima pagina.

Eloquente il titolo: "Burlando che si comporta come il gerundio di burlare". Il primo ad accoppiare il cognome Burlando al verbo burlare era stato l'indimenticabile Enzo Biagi, poi in sede locale se n'era appropriato l'allora onorevole Alberto Gagliardi, che ne aveva fatto il suo cavallo di battaglia. Ora è tornato di attualità.

Grasso l'ha presentato così: "Fra i governatori delle Regioni italiane, il più burlone è certamente Claudio Burlando. Alto, allampanato, schivo, quasi brusco nei modi, sembra un personaggio uscito dalle file della Baistrocchi, la mitica compagnia goliardica teatrale di Genova".

Poi ricordando il suo passato il critico del Corriere della sera ha raccontato:

 "Nel periodo in cui era ministro dei Trasporti (1996), si registrò una serie incredibile di incidenti ferroviari, tanto che, da allora, alcuni compagni di partito, avversari politici e molti genovesi gli attribuirono una fama sinistra (alcuni maligni sostengono che questa è forse l'unica cosa di sinistra che gli si possa attribuire). Lui se la ride, forte del suo cognome che è pur sempre il gerundio del verbo burlare e, forse, un omaggio al bellissimo dramma di Tirso de Molina, "El burlador de Sevilla".

Burlando ci ride su. Ma Renzi comincia a preoccuparsi...

Elio Domeniconi

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