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Il bue grasso di Monteleone

Rosario Monteleone

Povero Rosario! Ne saltano sempre fuori delle nuove. Adesso ci sono pure le abbuffate a Carrù per la festa del Bue Grasso,

che richiama buongustai da tutta Italia. Si fa il bollito come una volta, con sette tagli di carne diverse. E il bue è ingrassato apposta. Uno spettacolo, un'attrazione turistica.

A inguaiare l'ex potentissimo presidente del Consiglio Regionale è stato ancora una volta il capogruppo dell'Udc Marco Limoncini. Che sarebbe stato volentieri zitto, ma ha dovuto difendersi. Limoncini era arrivato all'Udc dalla Lega Nord dei duri e puri. Piccolo sindaco della Fontanabuona, desideroso di avere un suo spazio regionale. Nell'Udc stava nell'ombra, sovrastato dal gigantesco Monteleone. Viveva e (soprattutto) lasciava vivere.

Monteleone era il vero leader e Limoncini lo considerava tale. Ma siccome era lui il capogruppo, a lui toccava firmare gli scontrini delle "spese pazze". E quando i giudici gli hanno contestato le gite a Carrù per la degustazione del bue grasso ha dovuto ammettere la sua ignoranza (almeno in geografia): lui a Carrù non c'è mai stato, anzi non sa nemmeno dove sia. E ha dichiarato pure che certe firme non sono sue, è pronto a sottoporsi alla perizia calligrafica.

I giudici gli hanno creduto. Perché quando un consigliere regionale ha il coraggio di ammettere che lui nemmeno sa dov'è Carrù, la sua buonafede non può essere messa in discussione. E siccome nel partito che fa capo a Pierferdinando Casini sono solo in due, se Limoncini non è stato, deve essere stato per forza Monteleone. Casini non ha mai commentato ufficialmente le vicende genovesi. Ma in cuor suo magari ha detto di aver avuto buon fiuto già alle penultime elezioni, quando aveva optato per il seggio genovese, impedendo così a Monteleone di entrare in Parlamento.

In politica può succedere di tutto, ma la logica fa prevedere che la carriera politica di Rosario Monteleone, uno dei tanti calabresi venuti a far fortuna a Genova, sia finita in Regione, con queste "spese pazze", una più sconcertante dell'altra: ha fatto passare come spese "politiche" persino un pantagruelico pranzo di Natale e il cd con le canzoni del Festival di Sanremo.

Certo ci piacerebbe che a questo punto Monteleone si dimettesse anche da consigliere regionale, sarebbe un gesto di dignità. Ma temiamo invece che continuerà sino all'ultimo. Certo la sua passione per i banchetti luculliani lascia perplessi, perché uno del suo peso dovrebbe stare a dieta, altro che scorpacciate di bolliti con il Bue Grasso. Da quando lo conosco ho sempre sentito dire: se non si fa operare, rischia una brutta fine. Non si è mai fatto operare, ha continuato a mangiare come un bue grasso, eppure è sempre vivo e vegeto.

Forse, però, per la sua salute, è un bene che lo scandalo delle "spese pazze" lo costringa ad uscire, volente o nolente, dalla scena politica. Non avrà più tanti soldi a disposizione. E finalmente potrà mettersi a dieta. Non andrà più in missione "politica" a Carrù, per la festa del Bue Grasso. Il bollito ha stroncato la sua carriera politica.

 

Elio Domeniconi

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