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Il Duse fa Poker

La sera di mercoledì 16 ottobre, il teatro Duse ha aperto la stagione 2013\2014, con Poker di Patrick Marber.

 

Sala piena e, sul palco, molti volti noti della scena genovese, per uno spettacolo attuale, divertente ma anche analitico.

Poker racconta le vicende  che si svolgono all’interno di un piccolo ristorante londinese. I personaggi sono tutti in qualche modo insoddisfatti delle loro vite e trovano nella partita a poker settimanale ciò che la quotidianità non riesce a dare loro.

Già dalle prime scene si percepisce il desiderio di una realtà differente, interpretato in maniera diversa a seconda del personaggio: chi desidera un migliore rapporto con il proprio figlio, chi vuole i soldi per un biglietto aereo di sola andata, chi sogna di aprire un altro ristorante e così via.

Il tavolo da poker e il locale sono il nodo che mette in comunicazione queste vite eterogenee, con tutti gli scontri e tutti gli equivoci che ne possono risultare.

Un linguaggio realistico, con una buona dose di turpiloquio, ricostruisce verosimilmente quelli che potrebbero essere dei litigi tra garzoni o delle prese in giro tra amici, senza esagerare e aiutando lo spettatore a sentirsi dentro la scena.

La scena. Nel primo atto vediamo una doppia scenografia: il ristorante e la sua cucina, tagliati in due, sezionati verticalmente, in modo che possano mostrare le vite dei personaggi che si muovono al loro interno. Interessante come, in questo contesto, sono stati gestiti i dialoghi, spesso contemporanei nei due ambienti. Nel secondo atto, invece, il tavolo da Poker la fa da padrone, al centro della scena, a sottolineare la sua importanza, per la storia e per le vite dei personaggi.

Alla fine è di vite che si tratta. L’atteggiamento che i vari personaggi hanno nei confronti del gioco, può essere tranquillamente visto come metafora dei vari tipi di vita. Nonostante durante lo spettacolo si rida (e tanto), l’analisi finale è cruda e impietosa, malinconica e ineluttabile; dove potrà riconoscersi qualunque persona abbia avuto esperienza delle conseguenze della dipendenza da gioco d’azzardo.

Poker è, quindi, quasi un documentario: l’immagine di un pezzo di società che potrebbe aiutarci a capire meglio noi stessi e le nostre vite.

Per chi se lo fosse perso, questo spettacolo rimarrà al Duse fino a domenica 3 novembre.

Corrado Fizzarotti

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