Il flauto magico, il Teatro Carlo Felice chiude la stagione lirica con Mozart

INTERVISTA AL DIRETTORE ARTISTICO FEDERICO PUPO
La stagione lirica 2024-2025 dell’Opera Carlo Felice Genova si chiude con uno dei più celebri titoli di Wolfgang Amadeus Mozart: Die Zauberflöte (Il flauto magico) – singspiel in due atti su libretto di Emanuel Schikaneder – sarà in scena da venerdì 13 giugno alle ore 20.00 (turno A). Lo spettacolo sarà in replica sabato 14 giugno alle ore 15.00 (turno F), domenica 15 alle ore 15.00 (turno C), venerdì 20 alle ore 20.00 (turno B), sabato 21 alle ore 20.00 (turno L) e domenica 22 alle ore 15.00.
Maestro concertatore e direttore Giancarlo Andretta, regia Daniele Abbado, regista collaboratore Boris Stetka, scene Lele Luzzati, costumi Santuzza Calì, coreografie DEOS, luci Luciano Novelli. Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova. Orchestra, Coro, Coro di voci bianche e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Maestro del Coro di voci bianche Gino Tanasini.
A dare vita ai personaggi mozartiani saranno i solisti dell’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale per cantanti lirici dell’Opera Carlo Felice, nell’ambito di un progetto, giunto alla quinta edizione, finalizzato sia alla formazione dei giovani talenti della lirica – sotto la direzione artistica di Francesco Meli, il coordinamento di Serena Gamberoni e la direzione musicale di Davide Cavalli – sia al loro effettivo debutto. Nel cast figurano: Antonino Arcilesi / Giovanni Augelli (Sarastro), Samuele Di Leo / Yiyan Gong (Tamino), Martina Saviano / Sona Gogyan (Regina della Notte), Gabriella Ingenito / Ilaria Monteverdi (Pamina), Giada Venturini /Eleonora Marras (Una vecchia - Papagena), Ernesto de Nittis / Willingerd Giménez (Papageno), Davide Zaccherini / Timóteo Bene Júnior (Monostatos), con la con la partecipazione di Gesua Gallifoco (Prima dama), Silvia Caliò (Seconda dama), Alena Sautier (Terza dama), Luca Romano (Oratore/Primo sacerdote), Gianluca Moro (Secondo sacerdote e Primo armigero), Davide Canepa (Secondo armigero).
Commenta Giancarlo Andretta: «Die Zauberflöte è un’opera ricchissima di simboli e di allegorie, che non si ferma alla sola dimensione fiabesca, ma assurge allo status di autentico “capolavoro dell’umanità”. Sorgente inesauribile di fresca creatività, messaggera di valori profondi - dignità, libertà, giustizia - con un costante richiamo alla saggezza (die Weisheitlslehre) affidato soprattutto, e non a caso, a tre fanciulli dall’animo puro. Saggezza di cui abbiamo più che mai bisogno, in questo tempo funestato da guerre e conflitti».
Una breve considerazione ancora. Sono particolarmente felice di inserirmi in questa produzione, bellissima e storica, creata più di venti anni fa da Daniele Abbado insieme a Lele Luzzati: sempre “nuova” sempre creativa, e destinata a dare ancora nuova gioia al pubblico. La presenza di Daniele Abbado per tutto il periodo delle prove ha ricreato un'atmosfera da favola, un'esperienza tanto innovativa quanto fedele allo spirito originario dell’estremo capolavoro operistico di Mozart.
Daniele Abbado: «Sono molto contento di riprendere Il flauto magico realizzato con Lele Luzzati nel 2002, è un’occasione molto importante per ricordare l’artista straordinario che è stato. Conobbi Lele durante gli anni di formazione e diventammo amici, quando lui mi dette fiducia nei miei primi anni come regista fu per me un grande onore. Insieme lavorammo ad un film d’animazione con Giulio Giannini, a uno spettacolo per bambini su testi di Bruno Munari, e poi realizzammo Il flauto per il Carlo Felice di Genova. Ricordo un lungo periodo di progettazione serena e positiva, tanti incontri che si svolgevano quasi sempre a casa di Lele a Genova tra confronti, discussioni e ricerca. Per me era la prima volta, invece Lele Luzzati aveva già lavorato a Il flauto magico in diverse occasioni, era evidente che ci fosse uno sposalizio poetico tra il mondo artistico di Lele e quest’opera, fu molto stimolato a trovare soluzioni scenotecniche nuove, inaspettate e interessanti. Anche il periodo di prove fu sereno, con un ottimo cast e un bravissimo direttore. Lo spettacolo nacque bene e venne apprezzato dal pubblico. Il ricordo è molto forte e sono felice di avere la possibilità di ricostruire questo spettacolo e ritrovare un’altra volta Lele Luzzati».
Die Zauberflöte (Il flauto magico), composto nel 1790, è il secondo Singspiel del catalogo mozartiano dopo Il ratto dal serraglio, del 1780. La proposta di comporre questo titolo venne dal cantante e impresario viennese Emanuel Schikaneder, anche autore del libretto. Sebbene la trama fosse stata elaborata originariamente a partire dalla novella Lulu oder die Zauberflöte di Wieland, diverse e consistenti furono le modifiche fatte dal librettista, che raccolse numerose altre influenze letterarie, filosofiche e spirituali. Schikaneder si ispirò insieme a Mozart, suo confratello massone, a diversi rituali propri della Massoneria, accentuando per esempio la polarizzazione tra Bene (impersonato da Sarastro, gran Sacerdote del Regno della Saggezza) e Male (Astrifiammante, la Regina della notte). Il sottotesto di matrice massonica-orientale diventa fondamentale, tanto da rendere la vicenda un vero e proprio percorso iniziatico del protagonista Tamino verso i valori della bellezza e della sapienza. La prima rappresentazione, diretta da Mozart stesso, si tenne al Theater auf der Wieden il 30 settembre 1791, fu un grande successo che portò presto a numerose riprese. Il flauto magico riassume tutti i più significativi aspetti dell’opera del Settecento, sia sul piano stilistico sia sul piano formale. Per questo e per la cifra sperimentale e innovativa, l’opera si affermò presto come uno dei più influenti lavori mozartiani, in particolare per quanto riguarda gli sviluppi dell’opera romantica tedesca.