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Il Genoa tiene per oltre un’ora ma malgrado la superiorità numerica si fa battere dalla Roma

Alberto Gilardino

 

Il Genoa sciupa un'opportunità ghiotta di fare risultato sul campo tabù della Roma. Per un'ora abbondante i rossoblù controllano a dovere i giallorossi senza correre soverchi rischi e, anzi, si rivelano più pericolosi dei padroni di casa, anche se entrambi i portieri fanno gli spettatori.

La gara, bloccata sul risultato di partenza, cambia volto al 63', appena mister De Rossi inserisce Dybala ed El Shaarawy. Gilardino risponde quattro minuti più tardi inserendo Gudmundsson, che era partito in panchina, per Ekuban e Thorsby per Strootman, applauditissimo dai suoi vecchi tifosi. Al 72' la presunta svolta al match: doppia ammonizione a Paredes e Roma in dieci uomini. Invece di sfruttare la superiorità numerica, i rossoblù si lasciano aggredire e chiudere in area da un avversario rabbioso e scatenato, capace di cambiare ritmo e dopo una paratona di Martinez su bordata di Angelino al 79' arriva la rete decisiva, propiziata da un cross di El Shaarawy sul quale si avventa Lukaku, abile a insaccare con una violenta testata. Nel finale entrano nelle file genoane Vitinha e Malinovskyi, il quale durante il recupero impegna il numero uno capitolino Svilar con una sassata dai 20 metri.

Gilardino ha ritardato i cambi e sicuramente sarebbe dovuto passare alla difesa a quattro appena dopo il cartellino rosso a Paredes, ma la sua personale sfida l'aveva vinta prima del fischio d'inizio, apponendo la propria firma sul contratto che lo lega ai colori rossoblù per altre due stagioni.

Pierluigi Gambino

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