Skin ADV

Cultura

Carnaio 8844, Paolo Fizzarotti presenta il suo libro a Santa Margherita

Super User 11 Agosto 2023 577 Visite

Appuntamento con il giallo a Villa Durazzo, il salotto buono di Santa Margherita Ligure. Lunedì 14 agosto, ore 18:00, nella tensostruttura adiacente alla villa, verrà presentato il thriller psicologico “Carnaio 8844” scritto dal giornalista sammargheritese Paolo Fizzarotti per la casa editrice friulana “L’Orto della Cultura”. Oltre all’autore parteciperà lo psichiatra vogherese Maurizio Ramonda, che ha curato la revisione medico-scientifica del testo. L’attrice Viola Villa, direttrice di “La Perla del Tigullio Teatro”, leggerà alcuni brani estratti dal romanzo. L’incontro fa parte della rassegna di eventi culturali “Il salotto di Amalia”, organizzata da Marina Marchetti e dai Servizi Bibliotecari del Comune di Santa Margherita.  La stessa Marina Marchetti farà da moderatrice dell’incontro.

“E’ una storia che riguarda da vicino il territorio del Levante Ligure - afferma Fizzarotti – Infatti la vicenda si svolge tutta su un treno di pendolari, nel tragitto tra Sestri Levante e Genova Principe. Un treno affollato, dove tutti si conoscono e contemporaneamente sono perfetti sconosciuti. Storie che si intrecciano, o che procedono parallele senza incontrarsi mai: come i binari”.

Tutto avviene sul Regionale 8844. Il numero è di fantasia, ma fino a un certo punto: per scoprirlo basta consultare la Smorfia Moderna sul sito ufficiale del gioco del Lotto. Il treno diventa un mondo parallelo: un microcosmo autonomo, che attraversa la realtà esterna come se fosse impermeabile. Poi avvengono una serie di delitti, inspiegabili, che sembrano scollegati fra loro. Ci sono un poliziotto, la sua ragazza; un telepate che naviga nei pensieri dei suoi compagni di viaggio; due pendolari cinici e disincantati, che tengono la conta dei morti; uno stalker e la sua vittima; un controllore che traghetta ogni giorno il suo carico di umanità dolente.

“Su tutto – conclude Fizzarotti - una domanda: chi sarà il prossimo?”.

Il Festival della parola dice addio a Chiavari, la curatrice Molinari: “Non sussistono le condizioni per andare avanti”

Super User 04 Agosto 2023 554 Visite

A circa due mesi dall'ultima edizione del Festival della Parola - Chiavari di cui sono ideatrice e proprietaria del marchio, oggi sono qui a comunicarvi che non ci sono più le condizioni per poter portare avanti la manifestazione così come era stata ideata.

Prima che si scatenino facili polemiche dico che nulla ha a che vedere con chi governa la città, che non ho dubbi saprà creare occasioni altre di qualità e arricchenti per il suo pubblico, in specie vorrei sperare per i giovani.  Ha a che fare semplicemente con una mia non condivisione con scelte e modi che l'hanno portato ad essere distante in molte sue parti da ciò che si intendeva dovesse essere.

L'idea del festival è nata oltre dieci anni fa da un’urgenza personale, che da donna di scrittura e di radio non ho potuto mettere a tacere.

Quello era un momento storico in cui era evidente ci fosse nel mondo della comunicazione qualcosa che non andava.

La tuttologia imperante nell'editoria e in alcune emittenti, nei contenuti e nelle conduzioni, e la sfrontata omologazione musicale in molti dei loro palinsesti mi hanno fatto riflettere.

Ho deciso così di fare qualcosa nel mio piccolo, pensando, da madre soprattutto, ai nostri ragazzi e alla mia città.

L'ho fatto con immenso piacere e dedizione gratuita scegliendo chi avrebbe potuto bene comprenderlo e produrlo, e insieme, poi, migliorarlo con l'aiuto e il contributo di persone che dalla prima all'ultima ringrazio, allo stesso modo le istituzioni regionali, le amministrazioni che si sono susseguite, le maestranze e tutti quelli che vi hanno creduto sostenendolo.

Un festival che si distinguesse per l'occasione, la contemporaneità, ma soprattutto per l'atemporalità. Un festival che ci fermasse.

Un festival che non cavalcasse mode di temi e di parole, semmai tenesse la barra dritta in direzione delle urgenze delle nuove generazioni, in questi ultimi anni più che mai.

Un festival che salvaguardasse di ciascuno la propria identità artistica e di pensiero creando occasione di dialogo e di confronto, in contraddittori utili, mai volgari e rispettosi dell'altro.

Un festival che valorizzasse vite spese a difendere, innovare, restituire, e fare valere strenuamente la parola a prescindere dalla poca o tanta notorietà o appeal del suo divulgatore.

Oggi, ripeto, non sussistono le condizioni per portare avanti il festival così come era stato concepito inizialmente.

Stringo forte a me i ragazzi delle scuole che ho incontrato in questi anni, il progetto al quale ho più creduto, e dico loro a gran voce siate ostinati e vivi, perché la vita vale la pena ogni giorno. Prestate sempre fede alla parola data.

Grazie!

Helena Molinari

CLIP, Portofino si conferma capitale internazionale della musica

Super User 24 Luglio 2023 946 Visite

Portofino si conferma capitale della musica internazionale con la nona edizione di CLIP – Concorso Lirico Internazionale di Portofino, andato in scena ieri sera in una Piazzetta gremita. Ad aggiudicarsi il primo premio, oltre al premio come miglior voce femminile, è stata la mezzosoprano olandese Nina Van Essen, di 29 anni, che aveva già incantato il pubblico ad inizio concerto con l’aria “Una voce poco fa” da Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. Il secondo premio è andato a Flavia Striquer mentre il terzo premio se l’è aggiudicato Anton Beliaev. Menzione particolare anche per Maria Kokarevam vincitrice del premio come miglior Voce Femminile. Tra gli italiani trionfo per Lorenzo Martelli, che ha vinto il Premio Tenore Emergente. L’altra italiana in concorso, Alessia Panza, ha conquistato rispettivamente il Premio Miglior Cantante Italiano e iI Premio Rapallo Opera Festival.

La nona edizione record di CLIP, che ha visto ben 293 partecipanti, organizzata in collaborazione con Comune di Portofino, Teatro Carlo Felice e da quest’anno Premio Paganini, ha dunque emesso i suoi verdetti. L’annuncio del vincitore è stato comunicato al termine del concerto conclusivo “Francesco Brioschi Editore”, aperto sulle note dell’emozionante ouverture del Nabucco, magistralmente eseguita dall’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretta dal Maestro Alessandro Bonato. La giuria, composta da direttori artistici e casting director di alcuni dei migliori teatri d’opera del mondo, era guidata da Dominique Meyer, Sovrintendente del Teatro La Scala di Milano.

I primi cinque finalisti si sono poi esibiti in un repertorio impegnativo e coinvolgente: il baritono Mihai Damian, 27 anni, vincitore del Premio Kleinitz, è stato il primo finalista a esibirsi cimentandosi nell’aria “Si può? Si può? Signore! Signori!” (Prologo) da Pagliacci di Ruggero Leoncavallo; seguito dalla vincitrice del primo premio “Loro Piana” Nina Van Essen che ha incantato il pubblico con l’aria “Una voce poco fa” da Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. La soprano armena Marianna Hovhannisyan (27 anni), altra vincitrice del Premio Kleinitz e del premio del pubblico Faraone Gioielli, si è esibita nell’aria “Gualtier Maldè! ...Caro nome” da Rigoletto di Giuseppe Verdi, mentre il vincitore del Premio Tenore Emergente “AR92”, il venticinquenne abruzzese Lorenzo Martelli, ha infiammato il pubblico con “Questa o quella” sempre da Rigoletto. La prima parte del galà si è conclusa sulle note di Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, di cui la soprano Maria Kokareva (24 anni), vincitrice del Premio Under 25 “Luca Targetti”, ha cantato la struggente aria “Regnava nel silenzio”.

La serata è proseguita con un intermezzo d’eccezione: grazie alla collaborazione tra Premio Paganini e il Concorso Bottesini, hanno calcato quest’anno il palcoscenico di CLIP i due vincitori in carica dei rispettivi concorsi: Giuseppe Gibboni, violinista salernitano vincitore del Premio Paganini 2022, e Julián Medina, contrabbassista argentino vincitore dell’ottava edizione del Concorso Bottesini, svoltosi a Crema nello scorso ottobre. I due solisti hanno sorpreso e colpito il pubblico in piazza con le note del Gran Duo Concertante di Giovanni Bottesini, meglio noto come “il Paganini del Contrabbasso”. Sull’entusiasmo del pubblico i due virtuosi hanno concesso un bis: il Primo e Secondo Capriccio di Paganini, eseguiti con straordinaria maestria da Giuseppe Gibboni, e Ibérique Péninsuliare di François Rabbath proposta magistralmente da Julián Medina.

La seconda parte della serata ha visto gli ultimi cinque finalisti prodursi in emozionanti performance: il vincitore del terzo premio “Belmond”, il baritono russo Anton Beliaev (25 anni), ha proposto l’aria “Come Paride vezzoso” da L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, mentre la seconda classificata Flavia Striquer, soprano brasiliano di 28 anni, ha cantato “Sì, mi chiamano Mimì” da La Bohème di Giacomo Puccini, aggiudicandosi il secondo premio “Pirelli”. È stato poi il turno dell’italiana Alessia Panza, soprano venticinquenne di Desenzano del Garda, e della sua “Donde lieta uscì” sempre da La Bohème che le ha permesso di aggiudicarsi il premio per il miglio cantante italiano offerto dalla Banca Passadore.

Hanno concluso la serata gli ultimi due vincitori del Premio Kleinitz con due arie di Mozart: il basso venticinquenne Vladyslav Buialskyi, da Berdyansk in Ucraina, ha divertito il pubblico con la famosa “Madamina, il catalogo è questo” da Don Giovanni; e infine, il soprano austriaco Vanessa Waldhart (28 anni) con “O zittre nicht, mein lieber Sohn” da Die Zauberflöte.

A tutti i finalisti è stata infine assegnata una borsa di studio offerta dalla Fondazione Peter e Vivian Beckwith.

 

VINCITORI CLIP2023

1° premio: Nina Van Essen

2° premio: Flavia Striquer

3° premio: Anton Beliaev

Premio Under 25: Maria Kokareva

Premio Miglior Voce Femminile: Nina Van Essen

Premio Tenore Emergente: Lorenzo Martelli

Premio Miglior Cantante Italiano: Alessia Panza

Premio Rapallo Opera Festival: Alessia Panza

Premio Eva Kleinitz: Vanessa Waldhart, Marianna Hovhannisyan, Vladyslav Buialskyi, Mihai Damian

Premio del pubblico: Marianna Hovhannisyan

 
Anton Beliaev, Nina Van Essen e Flavia Striquer

Giuseppe Gibboni e Julian Medina

 

Simona Baldelli vince il Premio letterario nazionale per la donna scrittrice - Savona 2023

Super User 17 Luglio 2023 804 Visite

Simona Baldelli con il romanzo “Il pozzo delle bambole” (Sellerio, 2023) ha vinto la 38a edizione del “Premio letterario nazionale per la donna scrittrice - Savona 2023”, promosso dal Comune di Savona, con l’organizzazione del Teatro dell’Opera Giocosa Onlus - Teatro di Tradizione.

La scrittrice marchigiana, romana d’adozione, si è imposta sulle altre due autrici della “terna”: Michela Monferrini con “Dalla parte di Alba” (Ponte alle Grazie, 2023) e Valeria Parrella, con “La Fortuna” (Feltrinelli, 2022).

Nella votazione congiunta delle due giurie, tecnica e popolare, Simona Baldelli ha ottenuto 11 voti; 8 voti sono andati a Michela Monferrini; 6 a Valeria Parrella.

La “terna” era stata scelta, tra le 62 opere in concorso, dalla giuria tecnica presieduta da Elvio Guagnini e composta da Emanuela Ersilia Abbadessa, Maria Pia Ammirati, Mario Baudino, Francesco De Nicola, Luigi Mascheroni, Ermanno Paccagnini, Mirella Serri e Pier Antonio Zannoni.

La giuria popolare era composta da 20 lettori, la metà dei quali di età inferiore ai 30 anni.

Il premio opera prima è andato a Greta Pavan, per il romanzo “Quasi niente sbagliato” (Bollati Boringhieri,2023)); il premio speciale della giuria è stato attribuito a Rosella Postorino per il romanzo “Mi limitavo ad amare te” (Feltrinelli, 2023).

La cerimonia di premiazione si è svolta a Savona, nella tarda serata di ieri, 16 luglio, nel piazzale del Maschio dell’antica fortezza del Priamàr. Il premio a Simona Baldelli è stato consegnato dal sindaco Marco Russo. Ha presentato Sabrina Calcagno.

Hanno letto alcuni brani dei libri premiati gli attori Livia Carli e Davide Mancini.

Il pianista Giuseppe Bruno ha proposto i ritratti musicali di due eroine wagneriane, nella rilettura di Franz Liszt: la “Ballata di Senta” da “L’Olandese volante” e “La morte di Isotta” da “Tristano e Isotta”.

Il Premio Bancarella sbarca a Portofino

Super User 24 Giugno 2023 1033 Visite

Portofino e la sua celebre Piazzetta hanno vissuto un pomeriggio di grande fascino: grazie al Panathlon Italia (di cui è presidente il funambolo Giorgio Costa, la sua è stata una vera giornata di gloria) che ha portato alla ribalta del borgo i finalisti del ‘Premio Bancarella Sport’ che si terrà a Pontremoli il 15 luglio prossimo.

Un abbraccio forte fra la Toscana e la Liguria e soprattutto un abbraccio culturale, ma anche legato ai grandi messaggi che lancia il Panathlon circa i valori dell’umanità, dell’amicizia, insomma il fair play dei nostri contatti quotidiani.

Eccoli i sei campioni autori di bellissime narrazioni che hanno affascinato la Piazzetta (mentre Dolce e Gabbana si affacciavano dal loro Fashion Caffè) e che sono state apprezzate dai giornalisti italiani.

Affascinante racconto quello di Marco Franzelli (Rai) che ha narrato con felice linguaggio la vita di Sara Simeoni, alla quale ha dovuto offrire per ben due volte un propiziatorio mazzo di fiori. Romantico Marco!

Mentre il collega Paolo Tommaselli (Corriere della Sera) ha portato alla ribalta la storia di Giuliano Giuliani, portiere purtroppo dimenticato ma personaggio straordinario per umanità e coraggio per aver affrontato una terribile malattia.

Naturalmente sui portieri italiani si è discusso, e il sampdorianissimo Costa voleva farsi suggerire un gran portiere per la sua Sampdoria. Tommaselli ha glissato…

Marco Belinazzo si è esposto, senza rete, al racconto di quello che sarà il calcio del futuro, anche nostro, per l’invadenza infinita dei vari sceicchi che stanno mettendo mani e assegni sul calcio europeo. Belinazzo è firma autorevole del ‘Sole 24 Ore’ e della finanza calcistica sa tutto.

Sembrava, ad un certo punto, che uno sceicco sbarcasse davvero dal panfilo vicino per contestare Marco sul nuovo corso arabo.

E grandi applausi ha avuto anche un altro finalista, giovane e pimpante, Giammarco Menga (firma di Mediaset) amorevolmente seguito dal papà, che mostrava tutte le foto di Giammarco da bimbo (davvero bello) quando in TV era diventato il conduttore del Tg dei bimbi. Già allora un successo.

Menga ha raccontato la vita di Bruno Conti, personaggio avvolto da una romanità che non ha mai tradito.

E non poteva mancare fra i candidati, Domenico Procacci che ha offerto un libro tutto dedicato ai quattro magnifici tennisti dell’epoca d’oro, con quel Panatta e quei suoi tre compagni campioni del mondo e delle notti peccaminose.

Infine, Emiliano Tozzi ha raccontato il favoloso mondo della Formula 1. Grandi protagonisti, grandi brividi.

Insomma, un gran bell’evento. A nobilitare la festa sportiva l’assessore allo Sport ligure Simona Ferro (ha sorriso, da quella bella donna che è, che ormai le sue passioni sentimentali sono finite, restano le passioni sportive…). E ancora il vice sindaco Giorgio D’Alia, in tipica mise portofinese, ha ringraziato tutti, soprattutto Giorgio Costa a cui ha dato appuntamento per la prossima edizione, in una notte di fiaba, sempre nel borgo.

La Piazzetta era piena di bella gente, finti manager in jeans, belle ragazze con cappelloni audaci, tutta l’Italia bene (ed anche meno bene), perché Portofino è Portofino.

Gli amici toscani (dal presidente del club di Lucca, Nobile, al presidente della Fondazione Premio Bancarella, Ignazio Landi) hanno dato appuntamento al 15 luglio a Pontremoli.

Il finale non poteva essere che a tavola (i giornalisti sono sensibili…) al Golf di Rapallo. Trofie al pesto e risotto agli scampi, si spera, saranno ispiratori del prossimo premio Bancarella.

 

Vittorio Sirianni

Chiossone, il museo d’arte orientale riapre al pubblico con la mostra 'La grande onda'

Super User 23 Giugno 2023 751 Visite

Il Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone, chiuso da settembre 2021 per lavori di adeguamento strutturale e impiantistico – realizzati con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo - viene restituito al pubblico che ora potrà anche accedere alla grande terrazza recuperata, con vista straordinaria sul centro città e sul porto.

Venerdì 23 giugno, con apertura serale straordinaria dalle 20 alle 23 e a ingresso gratuito, il Chiossone accoglierà i visitatori con l’inaugurazione di La Grande onda. L’importanza dell’acqua nella cultura giapponese, una mostra temporanea in occasione di The Grand Finale di Ocean Race.

La rassegna, che sarà visitabile fino al 24 settembre, è stata curata da Aurora Canepari e sponsorizzata da Iren. 

«Oggi è una giornata di festa: dopo quasi due anni il Museo Chiossone è pronto ad accogliere i visitatori con una migliore accessibilità degli spazi e con una bellissima mostra che ricalca i temi di Ocean Race – commenta l’assessore al Marketing territoriale Francesca Corso – Ringrazio Fondazione Compagnia di San Paolo, sempre presente sul nostro territorio e nei luoghi della cultura, e invito la cittadinanza a visitare questo museo e la sua preziosa collezione, che nel periodo di chiusura è entrata nelle case dei visitatori attraverso la fruizione digitale».

«La Compagnia di San Paolo, storicamente al fianco della città di Genova, continua a sostenerne la valorizzazione storica e lo sviluppo verso il futuro, promuovendo progetti innovativi e di grande valore culturale sociale ed economico - dichiara Nicoletta Viziano membro del comitato di gestione della Fondazione Compagnia di San Paolo -. Il sostegno all’intervento di recupero e restauro del museo Chiossone di inserisce proprio in questa linea di intervento e consentirà di garantire la completa fruizione del museo e di ampliarne l’offerta culturale attraverso l’organizzazione di eventi e mostre temporanee in spazi precedentemente inaccessibili».

Il Giappone, circondato dal mare su tutti i lati e con un clima umido e abbondanti precipitazioni, ha sviluppato un rapporto forte e ambivalente con l'acqua: presenza familiare e vivifica quando irriga le risaie e dona una pesca fruttuosa, ma anche terribile minaccia, quando si manifesta con la forza dell’Oceano o delle alluvioni. Nell’arte l’acqua è stata raffigurata in una varietà di soggetti fin dall'antichità, inclusi luoghi famosi, paesaggi e motivi decorativi nelle arti applicate. Soprattutto nella stampa xilografica di fine ‘800, l'acqua è stata la protagonista di un'ampia gamma di opere in cui poter utilizzare e trasmettere il vibrante blu del pigmento Blu di Prussia, di tendenza all’epoca. L’esempio più famoso è la Grande Onda di Hokusai, opera che ha superato qualsiasi altra immagine esistente per numero di riproduzioni e iconicità.

Proprio attorno a questa celebre stampa, di cui il Museo Chiossone conserva un magnifico esemplare, si articola il percorso dell’esposizione temporanea. Dai paesaggi con mari, laghi, fiumi e cascate ai significati simbolici nel buddhismo e nello Shinto, nella cultura giapponese il tema dell’acqua si ritrova in molteplici forme e con diversi esiti.

In mostra, oltre 60 stampe ukiyoe a tema acquatico della collezione Chiossone, tra cui i celebri paesaggi di Hokusai e Hiroshige, le scene di vita di città di Kunisada e Yoshitoshi e i soggetti fantastici di Kuniyoshi. In dialogo coi capolavori dei grandi maestri di periodo Edo (1603-1868), saranno esposte due opere di arte contemporanea dell’artista giapponese Oki Izumi che, confrontandosi con la collezione genovese, si è interrogata sui significati dell’acqua e vi ha donato forma nelle sue sculture in vetro.

Il Museo Chiossone, ubicato nel centro di Genova all’interno del parco storico di Villetta Di Negro, vanta la collezione di arte giapponese più grande e importante d’Italia, raccolta dall’artista e incisore genovese Edoardo Chiossone, durante il lungo periodo vissuto in Giappone alla fine del XIX secolo.

Quella di Chiossone fu la prima collezione di arte orientale italiana ad essere aperta al pubblico, nel 1905, nella originaria sede presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti, mentre dal 1971 è esposta nell’attuale edificio, appositamente progettato dall’architetto genovese Mario Labò negli anni ’50.

Il patrimonio civico del Museo conta più di 15mila opere ed è formato per la maggior parte da capolavori di arte giapponese, ma conserva anche opere d’arte della Cina e del sud est asiatico.

Il percorso permanente, ora rinnovato ma fedele all’ordinamento storico, propone una selezione delle categorie artistiche collezionate da Chiossone: nel salone a piano terra si trovano grandi sculture buddhiste in bronzo, mentre nelle gallerie sono esposte armi e armature da samurai, rari reperti archeologici, maschere teatrali, assieme a porcellane, smalti, lacche, sculture in legno e piccoli bronzi, tutti di elevato valore artistico e di grande interesse culturale.

Gli eccezionali dipinti e le famosissime stampe xilografiche ukiyoe sono visibili durante mostre temporanee, organizzate per consentire la rotazione di queste delicate opere, che per preservare al meglio la loro integrità vengono conservate nei depositi.

“Carnaio 8844”, il giallo di Paolo Fizzarotti ambientato su un treno di pendolari liguri

Super User 18 Giugno 2023 1476 Visite

Alla Mondadori di via XX Settembre, è stato presentato ieri il libro “Carnaio 8844”, giallo psicologico del giornalista-scrittore genovese Paolo Fizzarotti e pubblicato dalla casa editrice L’Orto della Cultura. Si è trattata della prima uscita italiana di questo romanzo, dopo l’anteprima nazionale al Salone del Libro di Torino 2023. 

A condurre l’incontro è stato il giornalista televisivo (Telenord) genovese Beppe Nuti, che ha dialogato con l’autore e con lo psichiatra Maurizio Ramonda, curatore della revisione medico-scientifica del romanzo. Presente anche il capotreno di Trenitalia Roberto Pantalone che ha ispirato uno dei personaggi del libro.

Fizzarotti, che libro è “Carnaio 8844”?
“Si tratta di un giallo psicologico, ambientato su un treno di pendolari nel tragitto tra La Spezia Centrale e Genova Voltri. In realtà l’azione si svolge soprattutto nel Golfo del Tigullio e nel Golfo Paradiso, tra Sestri Levante e Genova Nervi. Il treno fa tutte le fermate, tranne Sori, Pieve e Pontetto”.

Che significa il titolo?
“All’inizio del libro c’è una definizione della Treccani, che lo spiega. Un carnaio, come sappiamo, è un luogo molto caldo e affollato, come un treno di pendolari in estate, ma è anche un cumulo di cadaveri. Dato che qui abbiamo un serial killer in azione…”.

E il numero?
“È il numero del treno regionale, in questo caso ovviamente è un numero di fantasia. Ma fino a un certo punto. Infatti basta andare sul sito ufficiale del gioco del Lotto, scegliendo la Smorfia Moderna, per interpretare i sogni (o gli incubi). Se scriviamo “treno” esce fuori il numero 88. Se scriviamo “omicidio”, esce il numero 44”.

C’è molto sangue?
“I morti ammazzati ci sono, visto che c’è un serial killer. Ma la storia non gronda sangue, in generale non mi piace il genere splatter”.

Il killer è un pazzo?
“Posso solo dire che il testo è stato revisionato dallo psichiatra Maurizio Ramonda, di Voghera, che ringrazio per l’aiuto”

È la prima presentazione di Carnaio?
“La seconda. Io e l’editore abbiamo presentato il volume in anteprima nazionale al Salone del Libro di Torino, a maggio. Ma penso che nei prossimi mesi ci saranno altre presentazioni in giro per l’Italia: soprattutto qui in Riviera Ligure”.

Provi a descrivere la storia senza anticipare troppo, per non ridurre la suspense in chi lo leggerà.
“C’è un treno affollato, dove tutti si conoscono e contemporaneamente sono perfetti sconosciuti. Storie che si intrecciano o che procedono parallele senza incontrarsi mai: come le rotaie di un binario. Tutto avviene sul Regionale 8844, che diventa un mondo parallelo: un microcosmo autonomo che attraversa la realtà esterna come se fosse impermeabile. Poi una serie di delitti inspiegabili, che sembrano scollegati fra loro. Ci sono un poliziotto, la sua ragazza; un telepate che naviga nei pensieri dei suoi compagni di viaggio; due pendolari cinici e disincantati, che tengono la conta dei morti; uno stalker e la sua vittima; un controllore che traghetta ogni giorno il suo carico di umanità dolente. Su tutto una domanda: chi sarà il prossimo?”.

È già in distribuzione nelle librerie?
“Sì, ma come accade spesso con i piccoli editori è difficile che i distributori propongano autonomamente i titoli ai negozi: ovviamente chi è interessato a Carnaio 8844 può ordinarlo. La Mondadori di via XX Settembre ne ha vendute parecchie copie, ma qualcosa le è rimasto. Mi auguro che le altre librerie della zona lo ordinino, visto che la vicenda è ambientata proprio qui”.

 

‘Tengo a dirlo’, cresce l’attesa per l’anteprima del film di Emma Thompson

Super User 10 Giugno 2023 2376 Visite

Una storia di amicizia nata negli anni Settanta tra i caruggi del centro storico genovese e ritrovata a distanza di tempo, quando i due ragazzini sono ormai adulti. Questa è la trama di ‘Tengo a dirlo’, il film nato da un copione della scrittrice genovese Emma Thompson e diretto da Marino Carmelo.

Federico e Francesco si conoscono sui banchi delle elementari. Anche se provengono da famiglie socialmente diverse, molto più agiata quella di Federico, tra i due nasce una simpatia capace di durare nel tempo. Pure le vite sono opposte: più lineare quella di Francesco, più tribolata quella di Federico, costretto a trascorrere un lungo periodo in una comunità per tossicodipendenti e a soffrire per un rapporto omosessuale.

Nella storia si inserisce bene la figura di Alfia, interpretata da Emma Thompson e dalla figlia Simona Migliaccio (da giovane), che entra in scena grazie all’incontro con Francesco: i due si conoscono casualmente davanti a Palazzo Ducale. La donna, che sogna di fare l’attrice, resta a lungo in attesa di ricevere un ruolo in un film, per questo rinuncia agli studi di medicina. Ma quando il copione arriva, Alfia decide di rifiutare la proposta, abbandonando così definitivamente i sogni romani.

I continui flashback, resi necessari per narrare i momenti passati e presenti dei vari protagonisti, sono resi piacevoli dai numerosi inserti panoramici, anche aerei, che esaltano le bellezze naturali, culturali e architettoniche di Genova. Il risultato è un documentario sulla città che va oltre le produzioni realizzate per tale scopo.

Tra gli interpreti anche Simone Alessio (in arte Garibaldi), Andrea Speciale, Angelo Di Grumo, Roberto Edgardo Guida Farnesi, Marco Costaguta, Raffaele Nicolella, Maria Principalli e Lorenzo Raineri.

L’anteprima del film si terrà martedì 13 giugno, ore 18:00, a Palazzo Ducale. L'ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.

A presentare la proiezione sarà la consigliera comunale Tiziana Lazzari.

Simone Alessio e Fabrizio Sodaro eseguiranno ‘Il senso della vita’, brano principale della pellicola.

Emma Thompson a Palazzo Ducale. Nel fotogramma del film, gli attori Simona Migliaccio (Alfia da giovane) e Andrea Speciale (Francesco)

Dal 5 all’8 ottobre torna GenovaJeans: la mostra sul tessuto da lavoro diventato iconico capo di abbigliamento

Super User 08 Giugno 2023 1713 Visite

Il jeans è il protagonista della storia della moda. Da tessuto da lavoro utilizzato nei porti è diventato un capo di abbigliamento iconico che annulla le differenze generazionali, sociali, stagionali e culturali ed è presente nel guardaroba di tutti, negli stili di vita e nell’immaginario collettivo.

Genova è la culla del jeans e si fa portavoce di nuovi valori quali creatività, tecnologia e produzione responsabile, nel rispetto dell’heritage culturale profondamente intrecciato con la città in cui tutto ebbe inizio: Janne, il nome di Genova in francese antico, secondo il dizionario Oxford è laddove è stato prodotto il cotone pesante oggi utilizzato per i jeans. I genovesi sono stati i primi ad avere l’idea di tingere di blu indaco un fustagno prodotto nella città ligure.

Da Genova, dal 5 all’8 ottobre con GenovaJeans (concept ideato da Manuela Arata, oggi presidente di GenovaJeans), prende forma il concetto di jeans di nuova generazione che rappresenterà tutti i suoi valori attraverso design, arte, innovazione e produzione responsabile, trasformando Genova nel punto di riferimento e vetrina nazionale e internazionale per tutti gli innovatori e la jeans community: dai creatori, ai produttori, fino al consumatore contemporaneo, abbracciando la cultura del design e dell’innovazione responsabile e diventando protagonista del cambiamento. 

L’evento, dal format unico e nuovo, che si svolgerà nel centro storico di Genova, trasformerà per l’occasione il capoluogo ligure in un networking space a cielo aperto con l’obiettivo di creare una jeans community innovativa dall’approccio circolare ed inclusivo, in linea con la politica green intrapresa dal Comune di Genova e con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Marco Bucci, sindaco di Genova, commenta: “Siamo pronti a ospitare a Genova una manifestazione che porterà alla riscoperta di uno dei tessuti e dei capi di abbigliamento più celebri al mondo le cui origini sono indissolubilmente legate alla nostra città. Questa quattro giorni di eventi è parte del grande progetto di GenovaJeans: vogliamo creare una vetrina per l’artigianato e il commercio che possa rappresentare un volano per il settore e che possa diventare parte integrante della nostra economia in maniera stabile. Proiettandoci nel jeans del futuro - sempre più attento ai criteri della sostenibilità ambientale - riporteremo alla luce le origini del tessuto, raccontando la storia della nostra città a tutto il mondo. Genova è pronta a ritagliarsi uno spazio importante nel settore della moda, partendo proprio da quel capo di abbigliamento utilizzato già da secoli dai lavoratori nel nostro porto”.

L'intervento di Anna Orlando

“GenovaJeans è un progetto che vuole coltivare e trasmettere ideali molteplici e trasversali – afferma Anna Orlando, coordinatore per il Comune di Genova -. L’edizione 2023 intende essere sempre più inclusiva e partecipata anche sul piano storico e culturale. Il ricco carnet di eventi in programma aperti al pubblico, che affiancano quello dedicato agli operatori del settore con performance, spettacoli, concerti e installazione artistiche, assolve al ruolo principe dell’arte e della cultura, ossia sviluppare il senso di appartenenza identitaria al territorio: in questo caso, a Genova, che deve essere riconosciuta come indiscussa capitale del jeans, e dunque una delle città internazionali madrine del pop, capace di attirare davvero tutti”. 

“Dopo l’edizione zero del 2021, partiamo oggi con la prima vera edizione di GenovaJeans, che si inserisce nel palinsesto internazionale con un importante focus su responsabilità e innovazione sostenibile. Con lo slogan “Jeans before blue jeans” (cfr. M. Cataldi Gallo) si incontreranno aziende, creativi, produttori di tecnologie ed esperti del settore con buyers, traders e utilizzatori finali perché sempre di più l’innovazione nasce da loro, che negli ultimi anni hanno acquisito una sempre maggiore consapevolezza dei temi ambientali ed etici rispetto alle generazioni precedenti. Genova, da sempre città dell’innovazione, accompagnerà questo evento annuale con investimenti dedicati a valorizzare la ‘Via del Jeans’ e la sua storia in un’ottica di sviluppo e crescita dell’area che già cinque secoli fa produceva, commercializzava e utilizzava la tela jeans”, dichiara Manuela Arata, presidente di GenovaJeans.

Una narrazione creativa e al contempo informativa, curata da Sergio Salerni, che si occupa del concept creativo degli allestimenti di GenovaJeans, trasformerà location suggestive della città con collettive di brand, artigiani, designer affermati e di nuova generazione, insieme ad aziende innovative dell’intera filiera produttiva.

I brand saranno ospitati nella Biblioteca Universitaria di via Balbi, mentre i nuovi creativi - marchi e designer di nuova generazione che adottano strategie di eco-design circolari per la creazione di jeans dall’approccio smart - parteciperanno a un’esposizione collettiva nell’edificio Metelino.

La filiera produttiva, le aziende italiane icone della catena di fornitura e del valore del jeans, che rappresentano tutti i passaggi della produzione, saranno presenti in una suggestiva location storica a loro interamente dedicata.

Le imprese di CNA Federmoda esporranno al Laboratorio del Jeans in via di Pré e gli associati di Confartigianato si distribuiranno in diverse location lungo la ‘Via del Jeans’ tra cui anche alcuni magnifici palazzi ‘dei rolli’. 

Genova è il luogo delle possibilità, da cui è nato il jeans prima ancora di chiamarsi così: una città ricca di stimoli, un melting pot di tradizioni e contaminazioni che simboleggia lo spazio ideale dove raccogliere la necessità globale di creare sinergie, condividere valori e conoscenza, imparare a esplorare nuovi orizzonti in un’ottica di innovazione responsabile e trasformazione nel segno della sostenibilità.

GenovaJeans e la sua identità responsabile verranno condivise attraverso uno speciale tag con QR code powered by C.L.A.S.S. (Creativity Lifestyle And Sustainable Synergy), un “passaporto” che racconterà le scelte aziendali rispetto all’etica ed alla trasparenza e la tracciabilità dei suoi prodotti quali abbigliamento, accessori, borse, calzature ed elementi d’arredo. 

La gallerista Ursula Casamonti con il nostro direttore Vittorio Sirianni al Metellino nel 2021

Durante GenovaJeans saranno allestite alcune mostre: “Un mito nelle trame dell’Arte contemporanea”, ideata dall’Associazione ArteJeans, curata dalla gallerista Ursula Casamonti e ospitata all’Edificio Metelino, presenterà una cinquantina di opere, molte ancora inedite, realizzate in jeans Candiani donate alla città da artisti contemporanei di livello internazionale in vista della creazione del primo Museo Internazionale del Jeans, un progetto di museo diffuso e in evoluzione.

L’esposizione ‘Alle radici del jeans’ sarà ospitata presso il MEI (Museo dell’Emigrazione Italiana) alla Commenda di Pré e racconterà le origini genovesi del jeans e la loro evoluzione nei secoli attraverso reperti storici e postazioni multimediali.

Al Museo del Risorgimento sarà esposta l’opera originale di Ian Berry, artista inglese di fama internazionale che deve la sua notorietà al particolare uso del tessuto jeans per i suoi lavori, dal titolo “Garibaldi in Jeans” che mette insieme i jeans dell’eroe dei due mondi con quello utilizzato per realizzare il ritratto. L’opera, esposta nel percorso museale in dialogo con la documentazione che sottolinea l’uso dei jeans da parte di Garibaldi e dei Garibaldini, generosamente donata dall’artista alla città di Genova, è tra i pezzi più significativi della collezione permanente, in cui si distinguono anche le “Camicie Rosse” e i “Jeans dei Garibaldini”. 

Presso il Museo Diocesano sarà possibile visitare i Teli della Passione, considerati gli antenati del jeans: quattordici grandi opere in tela di lino e cotone tinte con indaco dipinte a biacca intorno al 1540 dal pittore genovese Teramo Piaggio per coinvolgere i fedeli nei misteri della Passione di Cristo. 

Di particolare rilevanza sarà il Laboratorio del Jeans, in partnership con CNA-Federmoda attraverso la sua organizzazione di formazione ECIPA, in collegamento con Fulgis (Fondazione Urban Lab Genoa International School) e l’Istituto Istruzione Secondaria Superiore Duchessa di Galliera, che ospiterà iniziative di manufacturing e design e fungerà da incubatore per offrire formazione sulla lavorazione del jeans ad artigiani ed aspiranti tali all’interno di una facility attrezzata, grazie alla collaborazione dei partner industriali Candiani e Diesel. Questa iniziativa, sostenuta e ospitata all’interno di spazi allestiti appositamente dal Comune di Genova, si affiancherà agli importanti incentivi economici previsti dal Comune di Genova a coloro che decideranno di insediarsi lungo la ‘Via del Jeans’, che va da via di Pré fino in fondo a via San Luca. 

Durante GenovaJeans, all’interno della Biblioteca Universitaria, si svolgeranno numerosi momenti di formazione e informazione, workshop con personaggi di rilievo mondiale, esperti, associazioni riconosciute a livello internazionale che si confronteranno sui temi attuali della transizione ecologica, del ruolo sempre più importante della tecnologia e del consumo responsabile, del design e dell’economia circolare, della comunicazione autentica, legati ai business di nuova generazione. Per quanto riguarda l’ambito dell’innovazione responsabile, verranno coinvolti i key players del mondo della scienza, dell’innovazione, del design e della supply chain.

I jeans lovers e i consumatori interessati a conoscere il valore culturale e internazionale di questo prodotto iconico e sempre contemporaneo, potranno prendere parte a un ricco programma composto da eventi pubblici, gratuiti, aperti alla città, che intratterranno ospiti e cittadini, immergendosi così nel jeans lifestyle più autentico. 

GenovaJeans è promosso dal Comune di Genova, in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, in partnership con Regione Liguria, con l’omonimo Comitato Promotore di cui oltre al comune fanno parte Camera di Commercio di Genova, Candiani, Diesel, ETT e gli Ideatori, e con il patrocinio di SMI – Sistema Moda Italia.

 

Marketing territoriale, le eccellenze della cultura di Genova in vetrina a Madrid

Super User 02 Giugno 2023 1405 Visite

Nell’ambito delle giornate di marketing territoriale organizzate dall’Ambasciata d’Italia a Madrid per il Comune di Genova, in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno, è stato presentato questo pomeriggio il Museo Nazionale dell’Emigrazione-Mei nella sede della Cancelleria Consolare di Madrid.

«Ringrazio l’ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi che, subito dopo il suo insediamento, ha presenziato alla presentazione di oggi come primo evento ufficiale pubblico – commenta il consigliere delegato ai Rapporti internazionali del Comune di Genova Barbara Grosso – la comunità italiana in Spagna è molto radicata e, come ha ricordato l’Ambasciatore, è raddoppiata negli ultimi 10 anni per un totale di circa 280.000 persone iscritte all’Aire e che aumentano di circa il 5% anno, visto il crescente fenomeno degli emigrati di ritorno in Europa dall’America Latina. Questo dato indica anche la strategicità degli incontri di questi giorni che stanno facendo scoprire agli italiani in Spagna le eccellenze di Genova e del territorio circostante. Il Mei, che abbiamo presentato oggi con il presidente del comitato di indirizzo Paolo Masini, ha forti potenzialità per le comunità italiane all’estero: anche la scelta della sede nel luogo simbolo della Commenda di Prè, dove in migliaia sono partiti e tornati nei secoli, racconta come Genova sia una delle città più stratificate d’Italia perché un luogo storicamente di scambio». 

A seguire, la delegazione è stata ricevuta nella sede dell’Istituto italiano di Cultura per l’evento “Virtuosismos genoveses: Génova entre deporte, ciencia, cultura y gastronomía” (Virtuosismi genovesi: Genova tra sport, scie za, cultura e gastronomia”. Organizzato dall’IIC, sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia a Madrid e con la collaborazione dell’Ufficio Enit, l’evento, dopo i saluti istituzionali dell’Ambasciatore d’Italia Giuseppe Buccino Grimaldi, il consigliere Barbara Grosso ha illustrato Genova come destinazione turistica dalla cultura allo sport, con i grandi eventi dei prossimi mesi dal The Ocean Race The Grand finale, a Genova capitale europea dello Sport nel 2024, alle candidature a ospitare eventi internazionali di sport. Inoltre, sono stati fatti approfondimenti su Genova e la scienza con il professor Nicola Torelli dell'IIT, sul Festival della scienza, sui Palazzi dei Rolli patrimonio dell’Umanità, con un approfondimento sui Rolli e l’architettura storica di Genova del professor Carlos Chocarro e sul Premio Paganini. L’evento è stato moderato da Marialuisa Pappalardo, direttrice IIC. 

Nel finale di serata, il concerto del Maestro Oleksandr Pushkarenko che ha eseguito musiche per violino solo di Niccolò Paganini (6 Capricci, Introduzione, Tema con Variazioni sull’Aria “Nel cor più non mi sento” dall’opera “La Bella Molinara” di G. Paisiello op. 38, M.S. 44). Oleksandr Pushkarenko è un giovane violinista e compositore genovese di origine ucraina, diplomato presso il Conservatorio “Niccolò Paganini” di Genova. Vincitore di numerosi premi in concorsi internazionali e nazionali di violino, a 11 anni ha debuttato come solista. Si è esibito in vari festival internazionali con il programma virtuosistico “Il Percorso Paganiniano” per violino solo. Nel 2018 si è classificato 5° alla 55° edizione del Concorso Internazionale di violino “Premio Paganini'. 

Al termine dell'evento, la degustazione del pesto genovese a cura di Roberto Panizza del Campionato mondiale del pesto al mortaio. 

Il programma del 2 giugno. Domani il sindaco di Genova Marco Bucci sarà a Madrid e incontrerà rappresentanti dell’imprenditoria locale, associazioni di categoria spagnole presso la Camera di Commercio e industria per la Spagna. Coorganizzati dall’Ambasciata d’Italia a Madrid, dall’Ufficio Ice e dalla Camera di Commercio industria italiana per la Spagna, gli incontri saranno con imprenditori locali, fondazioni culturali e rappresentanti di categoria e vedranno la presenza, oltre che del sindaco Bucci, dei consiglieri delegati alle relazioni internazionali Barbara Grosso e ai Nuovi insediamenti aziendali sul territorio Davide Falteri, della Camera di Commercio di Genova. L’introduzione sarà l’ambasciatore italiano Giuseppe Buccino Grimaldi e del presidente della Camera di Commercio Marco Pizzi. Al termine degli incontri si terrà una conferenza stampa nella sede della cancelleria consolare. 

A seguire la visita al Senato spagnolo dove è custodito il ritratto del doge genovese Federico De Franchi. Il sindaco Bucci incontrerà il primo vice presidente del Senato spagnolo Maria Cristina Narbona Ruiz. In serata, inaugurazione della mostra fotografica all’interno dell’Ambasciata, il concerto del maestro Pushkarenko a cura del Premio Paganini. Sarà anche presentato il catalogo sulla promozione integrata “Fiesta del la Repùblica italiana en Madrid: 2023 una mirada sobre Génova entre pasado, presente y futuro”.

L'intervento della consigliera comunale Barbara Grosso

Il nuovo romanzo fantastico di Andrea Percivale

Super User 29 Maggio 2023 1300 Visite

Fantasia senza limiti quella di Andrea Percivale, noto avvocato del Foro di Genova ma forse ancora più rinomato e fecondo romanziere-scrittore: dopo un azzeccato e pure preveggente racconto sul buio in Val Trebbia scritto ante Covid, ecco che ci propone un romanzo davvero eccezionale su temi tanto vari quanto attualmente vibranti, come la redenzione dopo il carcere, la nostra società che tende e intende creare eroi immaginifici, esaltandoli in maniera forse persino eccessiva a scopi di trarne vantaggio.

Tutto ciò si può trovare nel libro “Costruzione di un eroe”, di Morellini Editore ed in uscita ufficiale il prossimo 9 giugno.

Duecentosettanta pagine che scorrono intense e veloci con una narrazione incalzante di un giovane assassino, in carcere per scontare 30 anni di carcere, tanti oltre persino la sua età, che tuttavia dietro alle sbarre studia fino a laurearsi nientemeno che in Medicina; scienza che gli è probabilmente nel dna e dove diventa un’eccellenza, tanto da salvare la vita al fratello della sua vittima, in gravissime condizioni e con scarse possibilità di sopravvivere al male.

Giacomo, protagonista del romanzo, compie il miracolo durante uno dei suoi permessi ottenuti dopo molti anni di detenzione.

Ottenuta la grazia entra tuttavia in un vortice che pare più grande di lui, venendo utilizzato dalla Curia come iconica figura della redenzione, ma anche di guarigioni apparentemente inspiegabili, al fine di attirare pazienti alle strutture sanitarie dove presta la sua opera.

Un turbinio complesso che Percivale sa rendere attrattivo e tale da catturare l’attenzione forte del lettore che, ad ogni pagina, ha curiosità crescente di passare alla successiva.

Giacomo avverte questa situazione e cerca di capire, tra famiglia, parenti di chi ha privato della vita, mondo degli studi, insieme ad inevitabili contorni sentimentali e sensazioni varie che macina all’interno per la varietà delle esperienze di vita.

E se, di come e cosa sia questa verità Giacomo otterrà contezza, è un finale un po’ a sorpresa che lasciamo alla piacevolezza della lettura ed alla curiosità inevitabile del lettore.

Dino Frambati

Capitale italiana del libro, Genova raccoglie il testimone da Ivrea

Super User 21 Maggio 2023 948 Visite

Genova Capitale Italiana del Libro raccoglie il testimone dalla città di Ivrea. Il passaggio di consegne è avvenuto oggi a Torino, nell’ambito del XXXV Salone del libro in corso al Lingotto Fiere fino al 22 maggio.  

All’incontro, in Sala CEPELL, erano presenti il sindaco di Genova Marco Bucci, il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore, la direttrice di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Serena Bertolucci e Giacomo Montanari, coordinatore del Tavolo della Cultura del Comune di Genova, che – insieme a Bertolucci – ha stilato il progetto “A Pagine spiegate!” con il quale Genova si è aggiudicata la medaglia di Capitale del Libro 2023. Presenti anche Marino Sinibaldi e Costanza Casali, rispettivamente presidente e direttrice del CEPELL, Centro per il Libro e la Lettura.

«Essere la Capitale italiana del libro per noi è importante e ne siamo orgogliosi – ha commentato il sindaco Marco Bucci - Siamo riusciti a creare una rete che pone il libro, le biblioteche e gli archivi al centro. Questo progetto contribuirà all'innalzamento del livello culturale della città, di tutti, dai giovani a meno giovani dagli operatori economici a quelli che fanno turismo. Sarà un anno ricco di eventi che vedranno Genova protagonista. Andiamo avanti a “parole spiegate”».

A suggellare anche simbolicamente questa staffetta tra Capitali, il sindaco Marco Bucci ha consegnato al sindaco di Ivrea Matteo Chiantore una copia di tre opere significative che vedono Genova e la Liguria come protagoniste.

Innanzitutto, Il Milione, che venne trascritto da Rustichello da Pisa sotto dettatura di Marco Polo proprio a Genova, dove i due si trovavano incarcerati alla fine del Duecento. E poi una preziosa copia anastatica de Palazzi di Genova, lo straordinario volume di Pietro Paolo Rubens, che nel 2022 ha compiuto quattrocento anni dalla pubblicazione ad Anversa e che per l’occasione ha dato vita alla fortunata mostra “Rubens a Genova” ospitata da Palazzo Ducale. Infine – ultima, ma non ultima – una copia di Ossi di seppia, la celebre raccolta di liriche di Eugenio Montale, data alle stampe nel 1925.

Il sindaco di Ivrea ha consegnato al sindaco Bucci il Manifesto per il futuro del libro, scaturito dall’esperienza di Capitale nel 2022. Il documento è suddiviso in 22 punti e 99 parole chiave ed è l’esito finale di un percorso di analisi e confronto che ha coinvolto oltre 150 partecipanti tra editori, scrittori, lettori, librai, bibliotecari, insegnanti e operatori del digitale. 

Nel corso del passaggio di consegne, la città di Genova ha anticipato che metterà in campo iniziative a sostegno delle biblioteche dell’Emilia-Romagna, in segno di vicinanza alle popolazioni colpite dall’alluvione dei giorni scorsi. 

Sono poi stati ricordati i punti salienti del progetto A Pagine Spiegate, che è valso la designazione di Genova come Capitale del Libro 2023. La proposta – che individua Palazzo Ducale come soggetto attuatore – prevede un vasto numero di attività sul territorio con letture pubbliche e interventi strutturali alle biblioteche cittadine, attività educative e mostre. 

Un anno ricco di proposte intorno a un tema denso di significati e di approcci multidisciplinari che già alla fine di maggio presenta alcuni appuntamenti prestigiosi. Il 27 maggio Palazzo Ducale ospiterà l’appuntamento finale del Premio Andersen, il riconoscimento italiano attribuito ai migliori libri per ragazzi dell’annata editoriale, ai loro autori, illustratori ed editori. Domenica 28 maggio inaugura alla Biblioteca De Amicis una mostra immersiva sul tema del bosco, realizzata dalla rivista Andersen con l’editore Lapis. L’iniziativa farà da sfondo a eventi e iniziative promosse da Andersen tra cui appuntamenti formativi e laboratori. 

Il 31 maggio il Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale accoglierà i candidati alla fase finale del Premio Strega.

L’anno proseguirà con le manifestazioni per i 200 anni della Biblioteca Berio. Due i filoni di eventi, il primo con iniziative legate all’entertainment (visite guidate a tema, video interviste, personaggi celebri), il secondo con attività di ricerca, da convegni e seminari a esposizioni di libri antichi. In particolare, a ottobre verrà esposto al pubblico uno dei più importanti codici purpurei al mondo, il codex pergamenaceo conosciuto come l’Offiziolo Durazzo.

Importante anche il progetto Arcipelago della Creatività alla Biblioteca De Amicis con creazioni di spazi laboratoriali rinnovati e tematici (teatro e arti performative - musica e arti visive - arte e attività creative - scienza e tecnologia).

A ottobre Palazzo Ducale ospita il Bookpride, la Fiera nazionale dell’editoria indipendente. Si tratta di un’edizione speciale – la quarta – proprio in occasione di Genova Capitale italiana del Libro 2023. L’eccellenza dell’editoria di progetto in Italia partecipa alla manifestazione con una miriade di eventi, tra dibattiti, conferenze e presentazioni di libri.

E poi – a cavallo tra ottobre e novembre – il Festival della Scienza, la con la parola guida “Impronte” dell’edizione 2023: dieci giorni di conferenze, mostre, laboratori, spettacoli, eventi speciali, film, documentari, ospiti internazionali.

Sempre a novembre Limes, la più importante rivista di geopolitica italiana, organizza tre giorni per riflettere sugli scenari e sugli sviluppi della politica internazionale. Dal 2014 un appuntamento prestigioso con i maggiori studiosi ed esperti italiani di geopolitica e non solo.

Ideale conclusione di questo ricco programma legato al libro sarà la XIII edizione di La Storia in Piazza, il cui focus – dal 14 al 17 marzo – sarà “Libro e Libertà”.

 

 

Genova, una città di biblioteche, di libri e… di carta

Genova ha ancora oggi, ha nel suo centro storico, una piazza della stampa che nel 1471 fu sede del primo laboratorio cittadino, fondato da artigiani provenienti dal Nord Europa. La città e le sue vallate sono state nel passato un importante centro di produzione di carta. Secondo alcuni atti notarili del 1424 fu Grazioso di Damiano da Fabriano ad insegnare l’arte della lavorazione della carta nella zona, favorita da un territorio ricco di acqua in tutte le stagioni e dalla posizione privilegiata, che da una parte vede lo sbocco al mare e dall’altra il passaggio verso il basso Piemonte. Nel XVII secolo, nella zona di Voltri, a occidente della città, le cartiere censite erano oltre 150 e producevano una fra le carte più pregiate d’Europa, esportata in tutto il Mediterraneo. In questa zona oggi è attivo il Museo della Carta, a Mele.  

Genova è il luogo dove, nel 1639, appare la prima gazzetta a stampa, dal tipografo Pier Giovanni Calenzani. Il 22 luglio di quell’anno il novellista Michele Castelli, dopo essersi guadagnato fin dal 1638 il favore del doge Agostino Pallavicino, presentò la richiesta ufficiale e ottenne il permesso di stampa, detto privilegio, continuando ad utilizzare la stamperia Calenzani presso la chiesa di San Donato. Genova a differenza delle altre città, concesse il privilegio all’autore dei testi e non al tipografo. 

Genova è città di biblioteche. Fin dal XVII secolo istituzioni, come il collegio dei Gesuiti, e privati, raccolgono libri e documenti o ne favoriscono la stampa. Questo fa sì che oggi il numero e la varietà delle biblioteche, così come la consistenza e l’importanza del patrimonio librario cittadino, siano rilevanti. Ricordiamo, ad esempio la Raccolta Dantesca che comprende la maggior parte delle edizioni delle opere di Dante dal XV al XIX sec., provenienti dalla collezione del bibliofilo scozzese Evan Mackenzie e la Raccolta Colombiana, costituita da circa 5.000 volumi ed opuscoli relativi a Cristoforo Colombo e alla scoperta dell’America dal XVI sec. a oggi, compresa la sezione donata da Paolo Emilio Taviani nel 2000. 

Genova è la città che deve la propria fama anche ad un libro che nel 2022 celebra il suo quattrocentesimo compleanno: è infatti nel 1622 che il pittore Pietro Paolo Rubens pubblica ad Anversa i Palazzi di Genova, opera che permette per la prima volta la conoscenza a livello europeo del patrimonio artistico della città. 

Genova è sede della prima libreria dell’Italia ancora da unificare, situata in Strada nuovissima, fondata nel 1810 dal tipografo francese Antonio Boeuf. Questo luogo è fin dalla sua origine uno spazio di incontro tra lettori e autori. La frequentano, ad esempio Dickens e Manzoni. Sul suo esempio nascono altre librerie come la Libreria Editrice Moderna, aperta alla fine dell’Ottocento in Galleria Mazzini che ospita per parlare dei loro volumi autori come De Amicis e Gozzano. Da qui nasce una importanza tradizione che ancora oggi pervade la città nella qualità e particolarità delle attività imprenditoriale e nelle diverse manifestazioni di presentazione di volumi e autori.

Genova è città di lettori. È la città, ad esempio dove alla vigilia del Novecento il primo libro di Giovanni Pascoli, Myricae, registra il maggior numero di vendite.

A tu per tu con Van Gogh: a Palazzo Ducale l’opera ‘Paesaggio con covoni e luna nascente’

Super User 14 Maggio 2023 818 Visite

“Siamo di fronte a un’opera di straordinaria bellezza ed è emozionante poterla ammirare. Un’iniziativa che arriva dopo quella di grande successo, dedicata a Monet, che ci aveva consentito di riaprire questo Palazzo dopo il Covid. Oggi è possibile ammirare questa opera di Van Gogh, in un’esperienza unica, immersiva e che conferma come Palazzo Ducale rappresenti un polo di grande rilievo culturale”. Così il presidente e assessore alla Cultura della Regione Liguria Giovanni Toti, a Palazzo Ducale per l’iniziativa ‘A tu per tu’ con i grandi capolavori dell’arte che fino al 10 settembre, nella Cappella del Doge, consente di ammirare l’opera ‘Paesaggio con covoni e luna nascente’ di Van Gogh. Un format espositivo inaugurato nel 2020, in piena pandemia, con Monet e riproposto oggi per offrire ai visitatori l’opportunità di rimanere ‘a tu per tu’ con il quadro, in modo intimo, raccolto, esclusivo grazie a visite singole o per piccoli gruppi familiari.

“Questa iniziativa è un tassello importante dell’offerta complessiva di una città e di una regione sempre più votate al turismo – prosegue il governatore -. I numeri registrati nei primi mesi di questo 2023 ci dicono che le politiche di marketing territoriale messe in atto dalla nostra amministrazione funzionano, con un +22% di presenze sul nostro territorio. Questo anche grazie alla sempre maggiore compenetrazione tra tutte le nostre bellezze ed eccellenze: dai nostri paesaggi, all’offerta culturale, dal nostro artigianato all’agroalimentare fino alla nautica. Questa offerta variegata riscuote successo e i numeri ci dicono che siamo sulla strada giusta. Continueremo a lavorare e investire per allargare sempre di più la nostra potenziale platea, e questa mostra rappresenta un elemento importante del mosaico dell’offerta turistico-culturale della Liguria”.

L’esposizione è organizzata e promossa da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Regione Liguria, Comune di Genova e Arthemisia, in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo, The Netherlands e a cura di Costantino D’Orazio.

Palazzo Tursi, inaugurata la mostra ‘Cent’anni al volo’

Super User 06 Maggio 2023 1193 Visite

Inaugurata questo pomeriggio la mostra “Cent’anni al Volo”, evento di apertura di “Cento anni dell’Aeronautica militare-In volo verso il futuro 1923-2023”, un calendario di iniziative organizzate a Genova dall’Associazione Arma Aeronautica-Aviatori d’Italia, con il supporto della rete Ambasciatori di Genova nel Mondo, in collaborazione con il Comune di Genova. 

In 30 pannelli vengono ripercorse, in un secolo di storia, le conquiste tecnologiche nell’ambito dell’aviazione e dell’aerospazio che hanno visto l’Aeronautica militare come driver dell’innovazione, dalla nascita il 28 marzo 1923, passando per i due conflitti mondiali, i lanci satellitari negli anni Sessanta, le missioni di pace e il ruolo fondamentale svolto nelle emergenze, dal terremoto dell’Aquila alla logistica durante i momenti più bui dell’emergenza Covid, oltre che alle quasi quotidiane missioni sanitarie e alla sorveglianza dello spazio aereo nazionale h 24 per tutto l’anno.

«Sono orgoglioso che anche Genova ospiti questa mostra itinerante che racconta la storia e le eccellenze dell’Aeronautica militare che tanto ha dato anche al progresso tecnologico del Paese e dell’aviazione civile fino all’innovazione aerospaziale» ha detto l’assessore alla Sicurezza Sergio Gambino, intervenuto all’inaugurazione della mostra su delega del sindaco. L’assessore Gambino ha anche ricordato, con un minuto di silenzio, Alessio Ghersi, il capitano dell'Aeronautica militare e pilota delle Frecce tricolori, scomparso tragicamente sabato scorso.

All’inaugurazione sono intervenuti il Gen. D.A. (R) Salvatore Galliano presidente regionale Associazione Arma Aeronautica-Aviatori d’Italia, Col. Pil. Davide Testa comandante del Centro areale di supporto aeronautica militare Cadimare (Sp) e Giuseppe Franceschelli coordinatore Rete Ambasciatori Genova nel Mondo. Erano inoltre presenti il presidente del consiglio comunale Carmelo Cassibba, la consigliera delegata ai Grandi Eventi Federica Cavalleri, oltre che a una nutrita rappresentanza di consiglieri comunali.

Oltre alla mostra, tante le iniziative promosse e organizzate, in collaborazione con il Comune di Genova, dall’Associazione Arma Aeronautica-Aviatori d’Italia, con il supporto della rete Ambasciatori di Genova nel Mondo.

Nel cortile di Palazzo Tursi, è in esposizione il velivolo Dardo un 'dimostratore tecnologico' con motore ibrido. Nel pomeriggio di sabato 6, in piazza De Ferrari, l’incontro degli appassionati delle 'moto dell'Aquila', della mitica Guzzi, fondata a Genova nel 1921, con un forte legame storico al mondo dell’aviazione. 

Poi in serata, dalle 20.30, in piazza San Lorenzo, il concerto della Fanfara del Comando della Prima Regione Aerea dell'Aeronautica Militare insieme al Coro Nazionale “Italian Gospel Choir”.

Gli eventi si concluderanno giovedì 25 maggio, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, con la conferenza "Aeronautica Militare: competenza aerospaziale e motore di sviluppo tecnologico (1923-2023)" con qualificati esponenti istituzionali, dell'industria e dell'università volti a immaginare la rotta tecnologica dell'Aeronautica nel prossimo futuro, al servizio della sicurezza collettiva e dello sviluppo. 

I Rolli Days chiudono con oltre 80mila presenze, Bucci: “Patrimonio inestimabile della nostra città”

Super User 02 Maggio 2023 691 Visite

 L’edizione primaverile dei Rolli Days, evento di punta della cultura genovese, fa registrare anche stavolta una decisa crescita con oltre 80mila presenze complessive, 10mila in più rispetto ai Rolli Days dello scorso ottobre.

Sono stati dunque oltre 80mila gli ingressi - tra genovesi e turisti, questi ultimi hanno raggiunto il 41% del totale - che tra venerdì 28 aprile e lunedì 1° maggio hanno visitato, su prenotazione, i 44 palazzi aperti e hanno partecipato ai concerti, agli eventi collaterali e alle visite guidate, comprese quelle in genovese (che in poche ore hanno registrato il sold out) e quelle riservate alle persone con disabilità.

Anche in questa edizione, i numeri confermano la qualità dell’evento di valorizzazione del sito Unesco genovese e sottolineano il ruolo sostanziale dei divulgatori scientifici: 92 professionisti provenienti da tutta Italia selezionati, in gran parte, attraverso un bando che si è chiuso a febbraio, anche grazie alla collaborazione alla collaborazione tra Comune e Università di Genova.

In quest’ottica è risultata vincente anche la sinergia con altri eventi culturali della città e in particolare con Genova Capitale italiana del libro, protagonista con numerosi eventi, tra cui l’apertura della Sala Chierici della Biblioteca Berio in cui sono stati esposti i preziosi volumi illustrati con le araldiche delle famiglie genovesi, pubblicati da Agostino Franzone. 

«I Rolli Days si confermano un grande successo anche in questa edizione. Decine di migliaia di genovesi e turisti sono rimasti incantati di fronte alla bellezza dei nostri palazzi che meritano di essere scoperti e valorizzati – ha commentato il sindaco di Genova Marco Bucci - I numeri ottenuti in questa edizione sono addirittura superiori a quelli di ottobre, un risultato straordinario. La città viva, piena di visitatori estasiati di fronte a tanta bellezza, è un’immagine che ci riempie di orgoglio e che conferma i frutti del lavoro effettuato per la cultura e il turismo a Genova. I Palazzi dei Rolli risultano sempre più apprezzati in tutto il mondo, un patrimonio inestimabile della nostra città».

«Credo che poter ammirare le bellezze artistiche e culturali della città di Genova abbia davvero un grande valore. Conoscere la nostra storia e ripassarla è un ottimo viatico per costruire il futuro, ricordare la storia della città di Genova, delle grandi famiglie e dei suoi commerci, la sua ricchezza, la sua capacità di innovazione architettonica e artistica vuol dire conoscere bene quale eredità abbiamo raccolto – ha affermato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti - Poi vedere decine di migliaia di persone visitare questi palazzi rappresenta un successo, ormai consolidato e che cresce di anno in anno, e si somma a risultati turistici straordinari: da gennaio al 15 aprile le presenze in Liguria sono cresciute di oltre il 20% e non è ancora cominciata la stagione migliore per il nostro turismo. Credo sia dimostrazione che tante cose sono state fatte bene, e i Rolli certamente sono una di queste».

Dopo 37 edizioni a Rapallo, il premio letterario per la donna scrittrice riparte da Savona

Super User 26 Aprile 2023 1138 Visite

Dopo un anno di sospensione, riprende il suo cammino il premio letterario nazionale per la donna scrittrice, il primo riconoscimento, almeno in Italia, riservato esclusivamente alla letteratura femminile. La sosta, dopo 37 edizioni, si era resa necessaria nel maggio 2022, in seguito alla rinuncia del Comune di Rapallo, storico sponsor, a proseguire il trentennale rapporto.

La 38^ edizione è promossa dal Comune di Savona, che ne ha affidato l’organizzazione al Teatro dell’Opera Giocosa Onlus – Teatro di Tradizione.

L’iniziativa, dedicata quest’anno alla scrittrice savonese Milena Milani, nel decennale della scomparsa, è stata presentata a Savona, nella sala Rossa del Palazzo Comunale, dal sindaco Marco Russo e dall’assessore alla cultura Nicoletta Negro, con la collaborazione del presidente del Teatro dell’Opera Giocosa Giovanni Di Stefano e dell’ideatore del premio Pier Antonio Zannoni.

Il bando stabilisce che, entro il prossimo 15 maggio, possono essere presentate alla segreteria del premio (c/o Teatro dell’Opera Giocosa, piazza Diaz 2, 17100 Savona) opere di narrativa in lingua italiana, pubblicate per la prima volta a partire dal 1° gennaio 2022. Successivamente, la giuria tecnica, presieduta da Elvio Guagnini, professore emerito di Letteratura italiana dell’Università di Trieste e composta da Emanuela Ersilia Abbadessa, Maria Pia Ammirati, Mario Baudino, Francesco De Nicola, Luigi Mascheroni, Ermanno Paccagnini, Mirella Serri e Pier Antonio Zannoni (segretario coordinatore), sceglierà la terna delle opere finaliste e assegnerà direttamente i due premi collaterali: il premio “opera prima” per le scrittrici esordienti e il “premio speciale della giuria” ad un’opera di particolare valore culturale.

Il primo premio scaturirà da una votazione congiunta sulla terna, da parte della giuria tecnica e della giuria popolare (formata da 20 lettori, di cui la metà sotto i trent’anni), che si svolgerà nel corso della cerimonia conclusiva, in programma il 16 luglio 2023 a Savona, nel piazzale del Maschio, sulla storica fortezza del Priamàr. La vincitrice riceverà un premio di 3.000 euro, la seconda classificata un premio di 2.000 euro, la terza un premio di 1.000 euro. Le vincitrici del premio opera prima e del premio speciale della giuria riceveranno un premio di 1.000euro ciascuna.

Farà da corollario alla cerimonia la premiazione di un concorso a carattere locale, intitolato al grande soprano savonese Renata Scotto che, tornata nella sua città natale, dedica la sua arte e la sua esperienza ai giovani e al mondo dell’opera. Il concorso, promosso dal Teatro dell’Opera Giocosa, è riservato alle allieve delle scuole secondarie di primo grado di Savona e Provincia, chiamate a cimentarsi con un racconto breve sul mondo del teatro e dell’opera lirica.

Il bando del premio è pubblicato sui siti https://www.fb.com/PremioDonnaScrittrice , https://www.facebook.com/operagiocosa/?locale=it_IT , https://www.comune.savona.it/it/https://visitsavona.com/it/ , http://www.operagiocosa.it/ .

 

Un premio unico

Il premio letterario per la donna scrittrice è il frutto di un’idea del giornalista Pier Antonio Zannoni, partorita nei primi anni Ottanta: un’idea originale, soprattutto per l’epoca, che nessuno, almeno in Italia, aveva avuto in precedenza.

La sua priorità, come premio letterario riservato al genere femminile, è fuori discussione. A tale riguardo è del tutto fantasiosa la recente attribuzione di tale priorità a un premio per inediti iniziato nel 1962 (il premio “Prove – Città di Rapallo”, divenuto nel 1968 “Rapallo Prove”), che era aperto a scrittori e scrittrici e terminò nel 1983, dopo 16 edizioni, con un bilancio di 14 affermazioni maschili e solo 2 femminili.

Il premio per la donna scrittrice, al debutto, nel 1985, venne configurato nella sua attuale impostazione con l’apporto prezioso del critico letterario Francesco De Nicola, tuttora membro della giuria.

Oggi, dopo 38 anni, l’iniziativa conserva la sua marcata identità che la distingue dalle imitazioni; mentre il proseguimento della sua storia, fin qui documentata nelle riviste annuali che hanno scandito tutte le edizioni a partire dalla prima, la rende refrattaria a velleitari tentativi di usurpazione.

Il premio, nel cui albo d’oro figurano, tra gli altri, i nomi di Fernanda Pivano, Gina Lagorio e Dacia Maraini, ha avuto per molti anni, come presidenti della giuria, prima Carlo Bo e poi Leone Piccioni. Attualmente il presidente è Elvio Guagnini.

Tra i meriti del premio c’è quello di avere “scoperto” alcune giovani scrittrici destinate in seguito a grande popolarità come Susana Tamaro, Margaret Mazzantini e, più avanti, Simona Vinci.

A ciò si aggiunga, già nella prima edizione, il rilancio di un’autrice prestigiosa come Anna Maria Ortese, ingiustamente dimenticata in quel periodo e, successivamente, la valorizzazione di una scrittrice particolarmente geniale, ma fuori dagli schemi, come Alda Merini.

Da non dimenticare, infine, i richiami, attraverso convegni e tavole rotonde, su tematiche legate all’emancipazione femminile; alcune scottanti, come la violenza sulle donne, denunciata nel 2013 con l’attribuzione del premio speciale della giuria al libro di Serena Dandini “Ferite a morte”, fatto oggetto, in quell’occasione, di un pubblico dibattito.

Allo stato attuale, dopo la pausa forzata, il premio per la donna scrittrice riparte da Savona guardando al futuro con rinnovata fiducia, nuove idee e immutato entusiasmo: sempre a sostegno delle donne impegnate in letteratura, che, nonostante gli innegabili progressi, non hanno ancora raggiunto il traguardo della piena parità con i colleghi uomini.

 

Perché a Savona

Per la sua tradizione nel campo della letteratura, la città di Savona ha ottimi requisiti per ospitare uno dei più longevi e originali premi letterari italiani, quale è il premio per la donna scrittrice.

Patria di Gabriello Chiabrera, il più importante poeta vissuto a cavallo tra il ‘500 e il ‘600, la città della Torretta ha dato i natali a Milena Milani ed è stata la patria di elezione di Gina Lagorio, altra illustre scrittrice del ’900.

Del territorio savonese erano originari due tra i maggiori autori risorgimentali, Anton Giulio Barrili, nato a Savona, scomparso a Carcare e Giuseppe Cesare Abba, nato a Cairo Montenotte.

Alla vicina cittadina marinara di Spotorno, verso ponente, è legato il nome di Camillo Sbarbaro, uno dei poeti più significativi del secolo scorso, scomparso a Savona nel 1967. Della stessa epoca era Angelo Barile, poeta sensibile e delicato, nato ad Albissola Marina, alle porte orientali di Savona, scomparso, anch’egli nel 1967, nella confinante Albisola Capo.

 

Di Albissola Marina era anche il poeta Enrico Bonino, scomparso nel 2005.

Né si dimentichi, infine, la vivace stagione futurista che animò Savona negli anni trenta, sotto la spinta di personaggi come Farfa, Luigi Pennone e Giovanni Acquaviva; senza trascurare l’analoga stagione vissuta da Albissola, la pulsante città della ceramica che Filippo Tommaso Marinetti aveva ribattezzato “libera repubblica delle arti”.

Il mare, Genova e i suoi palazzi: tornano i Rolli Days di primavera

Super User 12 Aprile 2023 1214 Visite

Gli antichi Palazzi dei Rolli tornano a riaprire le loro porte ai visitatori, per raccontare una Genova di nobili e potenti famiglie, di affari, commercio e finanza. La storia di Genova e del suo porto, il principale del Mediterraneo, un crocevia di umanità e di scambi mercantili che ha reso Genova la Superba, regina del mare.

Il mare, Genova e i suoi Palazzi è infatti il filo conduttore di questa edizione primaverile dei Rolli Days, l’evento dedicato ai palazzi Patrimonio Unesco che per il quindicesimo anno di fila porta decine di migliaia di persone a visitare le splendide dimore dell’aristocrazia genovese.

L’appuntamento con i Rolli Days, dal 28 aprile al 1° maggio, sarà l’occasione per una full immersion nella bellezza, tra arte, cultura e mare; saranno quattro giorni da non perdere per concedersi un lungo week end genovese tra i magnifici palazzi cinquecenteschi, le ville e le strade monumentali.

«Torna uno degli appuntamenti più attesi da genovesi e turisti. L’apertura degli antichi Palazzi dei Rolli rappresenta un’opportunità incredibile per scoprire la cultura, l’arte e la bellezza delle splendide dimore dell’aristocrazia genovese – commenta il sindaco Marco Bucci - Un simbolo di un passato glorioso della nostra città che ci rende orgogliosi e che ancora una volta siamo pronti a mostrare al mondo intero. Uno spettacolo che chiunque dovrebbe ammirare almeno una volta, i Palazzi dei Rolli sono delle vere e proprie perle che meritano di essere scoperte. Sono certo che anche questa edizione dei Rolli Days saprà incantare decine di migliaia di persone».

«Annunciare oggi la nuova edizione dei Rolli Days a 15 anni dal primo evento è già di per sé un grande successo: significa che i Palazzi dei Rolli, dichiarati patrimonio dell'Umanità UNESCO nel 2006, sono diventanti un bene davvero condiviso, identitario e ricco di prospettive future per i genovesi, gli italiani e i cittadini del mondo - spiega il curatore scientifico dei Rolli Days Giacomo Montanari - L'edizione di aprile e maggio 2023 vuole ribadire il ruolo della cultura come presidio sociale, andando a coinvolgere nelle aperture dei Rolli Days una larga parte di siti ubicati nel cuore del nostro centro storico, oltre ai meravigliosi 12 palazzi affacciati su Strada Nuova. Sarà anche occasione per mettere al centro il mare, come elemento unificante della storia, della politica e dell'arte cittadina nei secoli passati, così come oggi: a questo tema si collegano le aperture di Palazzo San Giorgio e di spazi eccezionali e mai aperti al pubblico prima d'ora, come villa Lomellini Rostan Reggio a Pegli. Non bisogna dimenticare, però, che parlare di cultura significa anche e soprattutto parlare di persone e di professionalità: senza il lavoro degli uffici del Comune di Genova questo tipo di opportunità non esisterebbe, così come indispensabili sono oggi le figure dei divulgatori scientifici, una eccellenza a livello nazionale, che permettono ai visitatori di portarsi a casa una 'cassetta degli attrezzi' personale per garantirsi, ogni volta che lo desiderino, l'accesso alla lettura del nostro meraviglioso patrimonio monumentale. Dei veri e proprio mediatori culturali: una figura professionale ancora non codificata in Italia (diversamente da altri paesi) ma di cui si sta percependo sempre più il bisogno, anche attraverso queste best practice».

A partire dall’11 aprile sarà possibile prenotare le visite su https://www.visitgenoa.it/rollidays-online/ dove si troveranno anche tutti gli aggiornamenti, i dettagli sui siti aperti e il programma degli eventi collaterali.

Sul sito www.visitgenoa.it sono anche disponibili tutte le info per un soggiorno a Genova.

Le strade monumentali sono il cuore del sito UNESCO genovese. Nella cinquecentesca Strada Nuova, oggi via Garibaldi, saranno aperti tutti i 12 palazzi mentre in via Balbi, insieme agli altri palazzi oggi sede dell’Università di Genova, riaprirà al pubblico lo splendido palazzo Balbi Senarega, recentemente restaurato.

Aprirà Palazzo San Giorgio, fin dal ‘400 sede della banca dei genovesi, e saranno visitabili anche altre dimore straordinarie come quella di Ambrogio di Negro, nel ‘500 uno tra gli uomini più ricchi del mondo, e si potrà tornare nei palazzi di Brancaleone Grillo, di Nicolò Cattaneo della Volta, del Doge Ferretto.

Le ville attorno alla città antica sono un altro importante capitolo della narrazione di questi Rolli Days, che propongono un focus sulle ville lungo la costa a ponente del centro storico, tra Sampierdarena e Pegli. Tra queste novità assoluta è Villa Rostan, raggiungibile anche via mare (meteo permettendo) tramite il servizio Navebus e Villa Centurione Doria, che nasce a metà del ‘500 per volontà di Adamo Centurione, ricco commerciante, attivo investitore negli affari di Spagna nonché proprietario di Palazzo Centurione Pitto, anche questo aperto e visitabile con la sua preziosa decorazione del ‘600/’700.

Sabato 29 aprile la Biblioteca Berio apre ai Rolli Days la sala dei Chierici, antica cappella del seminario - situata nell'ala seicentesca dell'edificio - che conserva l'aspetto architettonico e le decorazioni originarie. In occasione di Genova Capitale italiana del Libro, verrà esposto il celebre stemmario seicentesco Nobiltà di Genova di Agostino Franzoni, frutto dell'incontro tra il pittore Luciano Borzone e l'incisore Jérôme David, che raffigurarono gli scudi araldici delle famiglie genovesi divise nei 28 alberghi. La Biblioteca Berio conserva due esemplari della prima edizione del 1636 e due successive copie manoscritte colorate ad acquerello, realizzate nel XIX secolo. Visite guidate ogni ora, dalle 10 alle 18. 

Inoltre, subito dopo il weekend dei Rolli Days le chiese del centro storico, autentici scrigni di arte, storia e cultura, saranno liberamente visitabili tutti i sabati di maggio dalle 10 alle 18.

Tra gli eventi collaterali, la mostra Il magnifico dono dedicata ai Duchi di Galliera e alle loro donazioni per il porto e la città di Genova, che sarà ospitata nella Villa Duchessa di Galliera. Durante i Rolli Days, per la prima volta in assoluto, sarà aperto il budoir settecentesco della duchessa con arredi e suppellettili originali.

Il centro storico sarà inoltre arricchito dalla visita straordinaria di alcune terrazze dei Palazzi dei Rolli del Sestiere del Molo, da cui si potrà godere di una vista impareggiabile sui vicoli e sul porto.

Come sempre i grandi protagonisti dei Rolli Days saranno i divulgatori scientifici, giovani professionisti che condurranno le visite negli antichi palazzi e con le loro parole daranno vita alle architetture, ai dipinti, alle sculture e agli arazzi di quelle dimore uniche al mondo e alle storie dei loro proprietari.

I Rolli sbarcano su Facebook e su Instagram – informazioni, storie, immagini dei Rolli sono ora disponibili anche sui canali social ufficiali del sito UNESCO Il sistema delle Strade Nuove e i Palazzi dei Rolli di Genova, all’indirizzo @rolliestradenuove_genova  

ROLLI DAYS PRIMAVERA 2023 è un evento promosso e organizzato dal Comune di Genova in collaborazione con Camera di Commercio di Genova, Ministero della Cultura – Segretariato Regionale della Liguria, Associazione dei Rolli della Repubblica Genovese, Università di Genova, Arcidiocesi di Genova.

Ecco i siti aperti:

Palazzo Antonio Doria (Spinola – Prefettura di Genova) - largo Eros Lanfranco

Palazzo Agostino Pallavicino - via Garibaldi 1

Palazzo Pantaleo Spinola (Gambaro) - via Garibaldi 2

Palazzo Lercari Parodi - via Garibaldi 3

Palazzo Tobia Pallavicino (Camera di Commercio di Genova) - via Garibaldi 4

Palazzo Angelo Giovanni Spinola - via Garibaldi 5

Palazzo Spinola Doria - via Garibaldi 6

Palazzo Nicolosio Lomellino - via Garibaldi 7

Palazzo Lazzaro e Giacomo Spinola – Novità - via Garibaldi 8

Palazzo Niccolò Grimaldi (Palazzo Tursi) - via Garibaldi 9

Palazzo Luca Grimaldi (Palazzo Bianco) - via Garibaldi 11

Palazzo Baldassarre Lomellini - via Garibaldi 12

Palazzo Gio Francesco e Ridolfo Brignole Sale (Palazzo Rosso) - via Garibaldi 18

Palazzo Gerolamo Grimaldi (Palazzo della Meridiana) - salita San Francesco 4

Palazzo Giacomo Lomellini (Patrone) - largo Zecca 2

Palazzo Giacomo e Pantaleo Balbi (Senarega) - via Balbi 4

Palazzo Stefano Balbi (Reale) - via Balbi 10

Palazzo Gio Battista Centurione (Pitto) - via del Campo 1

Palazzo Francesco Grimaldi (Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola) - piazza di Pellicceria

Palazzo Ambrogio di Negro - via San Luca 2

Palazzo Nicolò Cattaneo della Volta - piazza Cattaneo 26

Palazzo Doge Ferretto - piazza Ferretto 1

Palazzo Nicolò Spinola (Franzone) - via Luccoli 23

Palazzo Gio Vincenzo Imperiale - piazza Campetto 8

Villa Spinola di San Pietro - via San Pietro 2

Villa Imperiale Scassi - largo Pietro Gozzano

Villa Pallavicino delle Peschiere – via San Bartolomeo degli Armeni 5

Villa del Principe - piazza del Principe 4

Palazzo San Giorgio – via della Mercanzia

Albergo dei Poveri - piazzale Emanuele Brignole 2-

Teatro Carlo Felice - passo Eugenio Montale 4

Basilica delle Vigne Kalatà Experience - vico del Campanile delle Vigne 5

Archivio del Magistrato di Misericordia - via dei Giustiniani 25

Villa Duchessa di Galliera - vico Nicolò da Corte 2

Villa Lomellini Rostan (Reggio) - Novità - via Ronchi 67

Villa Adamo Centurione (Doria) - piazza Bonavino 7

Basilica delle Vigne Kalatà Experience - vico del Campanile delle Vigne 5

Villa Adamo Centurione (Doria) - piazza Bonavino 7

Archivio di Stato - via Santa Chiara 28r

 

Cultura, Renato Tortarolo nominato nel Consiglio Superiore dello Spettacolo

Super User 23 Marzo 2023 908 Visite

Il giornalista ligure Renato Tortarolo è stato nominato nel Consiglio Superiore dello Spettacolo, in rappresentanza delle Regioni e delle Province Autonome.

La nomina è stata decisa dalla Conferenza Stato-Regioni su proposta del presidente e assessore alla Cultura della Regione Liguria Giovanni Toti.

Renato Tortarolo, storico giornalista culturale del Secolo XIX, prende il posto di Vincenzo Spera, tragicamente scomparso a Genova lo scorso 14 marzo in un incidente stradale.

“Dopo la morte di Vincenzo Spera, un amico di cui non dimenticheremo mai la professionalità e la capacità di lavorare a 360 gradi per la cultura della Liguria e di tutto il Paese, abbiamo individuato in Renato Tortarolo il profilo più adeguato a portare avanti un’eredità molto importante – dichiara il presidente e assessore alla Cultura di Regione Liguria Giovanni Toti – Tortarolo, che di Vincenzo era amico e co-autore della sua memorabile autobiografia, è una persona molto competente e preparata che, grazie alla sua lunga esperienza nel settore della cultura, saprà lavorare in continuità con il suo indimenticabile predecessore per il bene di un settore strategico per la crescita economica della Liguria e del Paese”.

“Sono onorato di questa nomina, che arriva dopo la tragica scomparsa dell’amico e stimato professionista Vincenzo Spera. Cultura e territorio sono indissolubili per affrontare le sfide dei prossimi anni, anche nel mondo dello spettacolo – spiega il rappresentante delle Regioni e delle Province Autonome nel Consiglio Superiore dello Spettacolo Renato Tortarolo – In particolare, mi è caro il legame con le nuove generazioni che si aspettano risposte e visioni. Sarà altrettanto importante recepire i loro punti di vista. E l’opportunità di poter lavorare con le Regioni e le Province Autonome si concretizzerà, ne sono sicuro, in sinergie e proposte che le valorizzeranno in pieno".

Compito di Tortarolo sarà di portare all’attenzione del Consiglio Superiore dello Spettacolo le posizioni delle Regioni e delle Province Autonome, evidenziando le peculiarità dei territori e valorizzando le diverse esperienze. Tra i primi compiti affrontati dal Consiglio Superiore dello Spettacolo ci saranno i decreti di riparto delle risorse del FUS e i decreti attuativi di riforma del settore.

Renato Tortarolo (in piedi) alla presentazione del libro di Vincenzo Spera, seduto accanto a Luca Bizzarri

Palazzo Ducale, la mostra Man Ray rende omaggio al lavoro del maestro Emmanuel Radnitzky

Super User 10 Marzo 2023 991 Visite

La mostra Man Ray. Opere 1912-1975 rende omaggio al lavoro del grande maestro Emmanuel Radnitzky, in arte Man Ray, nato a Filadelfia nel 1890 e morto a Parigi nel 1976, passato alla storia come uno dei più grandi fotografi del secolo scorso, ma anche straordinario pittore, scultore e regista d’avanguardia.

Il progetto è firmato Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova e Suazes, impresa culturale e creativa con la quale Fondazione è alla sua quinta collaborazione.

La mostra – curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola – raccoglie circa 340 pezzi, fra fotografie, disegni, dipinti, sculture e  film:  il percorso espositivo è, per la qualità delle opere e per la loro provenienza da importanti collezioni nazionali e internazionali, un appuntamento imperdibile  per tutti coloro che desiderano immergersi nel fecondo periodo delle avanguardie di inizio Novecento e nella creatività di uno dei protagonisti assoluti di quella stagione, attivo poi anche nella seconda metà del secolo.

La volontà dell’artista di rompere gli schemi e creare nuove estetiche, unita all’ironia e alla sensualità che permeano ogni sua opera, sono gli elementi che ne hanno ispirato e caratterizzato la poetica. Lo stesso Man Ray racconta nella sua autobiografia del carico di «entusiasmo a ogni nuova direzione imboccata dalla mia fantasia, e con l’aiuto dello spirito di contraddizione progettavo nuove escursioni nell’ignoto».

La mostra di Palazzo Ducale si articola in sezioni che ne ripercorrono cronologicamente la biografia, dai suoi esordi nella New York di inizi Novecento, passando per la Parigi delle avanguardie storiche tra anni Venti e Trenta, fino a giungere agli ultimi anni della sua carriera e della vita, trascorsi tra gli Stati Uniti e Parigi.

Un viaggio che comincia – nella prima sezione – con una serie di autoritratti dell’artista, nei quali già si ritrova quell’idea di corpo che sarà centrale in tutta la sua produzione; autoritratti fotografici, tra cui quello celeberrimo con la barba tagliata a metà, ma anche calchi dorati, maschere, in una continua rappresentazione di sé e della propria ambigua e sempre mutante identità.  Ad essi si affiancano alcuni ritratti di Man Ray realizzati da grandi protagonisti dell’arte della seconda metà del Novecento come Andy Warhol (una splendida tela e una preziosa serigrafia), David Hockney e Giulio Paolini, a dimostrazione del rispetto e della considerazione di cui Man Ray ha sempre goduto nell’ambiente artistico.

La seconda sezione della mostra – "New York" – racconta il rapporto con la metropoli americana, dove l’artista tiene la sua prima personale alla Daniel Gallery nel 1915. In questo periodo realizza alcuni dei suoi primi capolavori, come i collages della serie Revolving Doors esposti in mostra, e le due versioni della scultura By Itself. È la stagione del Dada americano, che Man Ray vive da protagonista assieme a colui che sarà prima il suo mentore e poi l’amico e complice artistico di una vita, Marcel Duchamp, autentico faro dell’avanguardia mondiale nella prima metà del Novecento.

È proprio questo rapporto creativo con Marcel Duchamp a costituire la terza sezione della mostra genovese. Qui si trovano due autentiche icone dell’arte del XX secolo come La tonsure e Elevage de poussiére (entrambe realizzate nel 1921), fotografie che rimettono in discussione l’idea stessa di ritratto e di realtà, là dove la superficie impolverata di un vetro diventa un paesaggio alieno, futuribile.

La sezione che segue è dedicata a Parigi e alla “scoperta della luce”. Man Ray giunge nella capitale francese nel 1921, accolto dallo stesso Duchamp e dall’intera comunità dadaista: il racconto degli Anni Venti e Trenta e dell’evasione dell’artista dalle abitudini e dalle convenzioni sociali americane viene sviluppato interamente attraverso la fotografia, tecnica alla quale Man Ray deve la parte più consistente della sua fama. A Parigi tiene una personale alla Librairie Six di Parigi e l’anno dopo pubblica i primi Rayographs, le immagini fotografiche ottenute senza la macchina fotografica che saranno accolte con entusiasmo dalla comunità artistica parigina. Una comunità che vive, tra Dadaismo e Surrealismo, la sua stagione d’oro negli anni Venti e Trenta, e di cui Man Ray è insieme protagonista e testimone.

Proprio in questa sezione sono esposte le immagini dei personaggi che animavano il contesto culturale dell’epoca, che diventano protagoniste di alcuni dei capolavori assoluti dell’artista. Ad esempio, la leggendaria modella Kiki De Montparnasse (soggetto di una delle icone più celebri del XX secolo, Le Violon d’Ingres, esposto in mostra), oppure Lee Miller (assistente, compagna, musa ispiratrice e a sua volta grande fotografa, protagonista e complice di alcuni degli scatti più celebri di Man Ray), Meret Oppenheim e Nush Eluard, o artisti e intellettuali come Erik Satie, Antonin Artaud e Georges Braque. Nella “Ville Lumière”, Man Ray decide infatti di dedicarsi alla fotografia anche come professione, trovando uno studio, relazioni e strumenti propri per sostentarsi economicamente e instaurare legami di committenza con il mondo della moda, dell’arte e della cultura. È così che l’artista diventa il narratore per immagini di una delle stagioni più ricche di fascino della cultura del XX secolo, il ritrattista di un mondo irripetibile.

La mostra prosegue con le sezioni "Corpo surrealista" e "Corpo, ritratto e nudo". Temi fondamentali e ricorrenti nella ricerca visiva di Man Ray sono quelli del corpo e della sensualità, che nel periodo surrealista  diventano il centro della sua ispirazione, come dimostrano alcune delle immagini più note dell’artista esposte in questa occasione: le fotografie come Larmes, La Prière, Blanche et Noire, dipinti e grafiche come A l’heure de l’observatoire – Les Amoureux,  con le labbra di Kiki ingigantite che volano sopra il paesaggio, un’altra delle grandi icone inventate da Man Ray nella sua carriera, per giungere a una scultura come Venus restaurée, ironica e geniale riflessione sulla classicità. Un punto cardine nella storia del movimento è l’Exposition Internationale du Surréalisme del 1938, illustrata all’interno del percorso espositivo dalla serie fotografica Resurrection des mannequins (1938), e da numerosi prodotti editoriali creati a più mani per raccontare le varie modalità di rappresentare questa rivoluzione culturale e le intersezioni dell’avanguardia con il mondo reale. Nella serie Mode au Congo (1937), ad esempio, i copricapi centrafricani acquistati da Man Ray all'Esposizione coloniale di Parigi del 1931 sono sfoggiati come haute couture da modelle femminili, tra cui la compagna dell’epoca Ady Fidelin.  In questa sezione sono mostrate anche altre opere fotografiche come i ritratti di Meret Oppenheim al torchio da Louis Marcoussis e Models (1937), nucleo di lavori che presenta una raccolta quotidiana di fotografie di modelle e artiste che Man Ray aveva frequentato durante il primo periodo parigino, espressione di come l’erotismo e l’amore libero rappresentino non solo uno dei ricordi più intimi dell’autore ma anche uno dei motori propulsori della sua creatività.

Il 1940 segna l’anno del ritorno di Man Ray in America – prima a New York e successivamente a Los Angeles –, un ritorno causato dall’impossibilità di vivere nella Parigi occupata dai nazisti. Nella sezione "Los Angeles/Paris" vengono indagati gli anni in cui l’artista preferisce rimanere ai margini della scena e lavorare in ritiro solitario, dedicandosi in particolare alla sua prima grande passione, la pittura. Allo stesso tempo, sono tempi segnati dalla relazione con la ballerina e modella Juliet Browner, musa della sua vita e protagonista della meravigliosa serie fotografica 50 Faces of Juliet, realizzata tra il 1941 e il 1955. Si tratta di cinquanta ritratti della donna realizzati con diverse tecniche e stili, spaziando tra i vari registri per esplorare le possibilità creative offerte dalla fotografia. Continua comunque in questi anni anche la realizzazione di nuovi ready made, così come possibile vedere ad esempio in Mr Knife and Miss Fork (1944-1973). 

La sezione finale della mostra vede Man Ray attivo nuovamente a Parigi e in Europa, dove si consolida la sua fama di maestro dell’arte delle avanguardie. È una sorta di revisione, rilettura e aggiornamento del proprio percorso, rappresentata in mostra dagli splendidi dipinti Decanter (1942) e Corps à Corps (1952), da ready made come Pêchage (1972) e Pomme à vis (1973). La mostra si chiude dunque come era cominciata, con un maestro della luce che continua a reinventare il mondo attraverso l’arte, con infinita ironia e intelligenza.

La mostra evidenzia l’originalità, le innovazioni e i contributi dell’artista nell’evoluzione e nell’ideazione anche del cinema d’avanguardia, con pellicole storiche proiettate in un ambiente autonomo quali – tra le altre – Le Retour à la raison (1923), Emak Bakia (1926), L'Étoile de mer (1928) e Les Mystères du château du dé (1929).

Il catalogo, edito da Dario Cimorelli Editore, contiene la riproduzione di circa 150 opere, i saggi dei due curatori e un saggio di Matteo Fochessati dedicato al fondamentale rapporto tra Man Ray e l’editoria d’arte: si tratta di una delle tante particolarità della mostra, nella quale sono esposti alcuni dei preziosi volumi composti da Man Ray insieme ai compagni di strada surrealisti, tra cui i celebri e scandalosi Facile e 1929, realizzati  con i poeti e amici Paul Eluard, Benjamin Peret e Louis Aragon. 

Maurizio Gregorini, cultural manager del Comune di Genova

Record di iscritti al Premio Paganini: ben 117 le domande presentate dai giovani violinisti

Super User 06 Marzo 2023 1309 Visite

La 57esima edizione del Premio Paganini batte il record di iscritti dalla sua istituzione. Sono state ben 117 le domande presentate e i giovani violinisti designati a partecipare alle preselezioni sono 111, di cui 6 sono finalisti di concorsi internazionali membri della WFIMC (Seoul, Zhuhai, Odessa, “Michael Hill” e “Henryk Wieniawski”) i quali accedono di diritto alla fase eliminatoria del concorso, che si svolgerà a Genova dal 16 al 27 ottobre. 

Questa edizione del Premio è caratterizzata da una prevalenza femminile, sono infatti 60 le ragazze e 51 i ragazzi ammessi. Rafforzata la vocazione internazionale del Concorso, con oltre 30 nazioni rappresentate rispetto ai 21 Paesi della passata edizione: 71 i concorrenti che provengono dall’Asia, 29 dall’Europa, tra cui 4 italiani, e 11 dal continente americano. Il più giovane musicista è un ragazzo ucraino di 16 anni.

La maggior parte dei candidati ha designato Genova quale sede per svolgere le preselezioni, seguita nell’ordine da New York, Tokyo, Praga e Guangzhou. 

Le preselezioni per scegliere i concorrenti finali partiranno in aprile, ecco il calendario:

Buenos Aires, Istituto Italiano di Cultura - 17, 18, 19 aprile. Questa sede non è stata ancora confermata in considerazione dei limitati casi in cui è stata segnalata dai candidati quale prima preferenza.

Guangzhou, Kayserburg Concert Hall - 24, 25, 26 aprile 

New York, Istituto Italiano di Cultura - 8, 9, 10 maggio 

Praga, Istituto Italiano di Cultura - 16, 17, 18 maggio 

Tokyo, Istituto Italiano di Cultura - 22, 23, 24 maggio 

Genova, Conservatorio di musica Niccolò Paganini - 29, 30, 31 maggio 

«Il record di iscritti alla nuova edizione del Premio Paganini è un risultato che ci riempie di orgoglio, frutto di mesi di grande lavoro. Il concorso entra ora nella fase di preselezione dei candidati, in vista delle finali che avranno luogo dal 16 al 27 ottobre al Teatro Carlo Felice. Da qui a fine anno, sarà un crescendo di attività e appuntamenti. Stiamo lavorando a pieno ritmo per assicurare al Premio il più ampio successo, in sinergia con le altre iniziative e gli eventi che avranno luogo nella nostra città nei prossimi mesi», ha affermato il sindaco Marco Bucci.

«Centodiciassette iscritti è il numero più alto di sempre per il Premio Paganini. Un obiettivo centrato in pochissimo tempo grazie alle straordinarie energie messe in campo. Sono molto orgogliosa della partecipazione al Concorso di moltissime giovani violiniste e ancor di più se penso che la maggior parte dei concorrenti abbia scelto Genova quale sede per lo svolgimento delle preselezioni che, per la prima volta nella storia del Premio, si terranno al Conservatorio Niccolò Paganini. ha commentato il consigliere delegato Barbara Grosso - Sono certa che la “tre giorni” di maggio sarà un momento di grande stimolo e confronto per i nostri studenti».

«Non posso che rinnovare la mia soddisfazione per i risultati raggiunti, grazie a un lavoro di squadra davvero proficuo - ha spiegato così il presidente del Premio Giovanni Panebianco -. Risultati che, io credo, non possono essere discussi. Posso anche affermare che le occasioni nelle quali registro, soprattutto all'estero, interesse per il Concorso e proposte di collaborazione sono sempre più numerose, anche da aree geografiche del mondo in cui sinora il Premio Paganini non aveva suscitato particolare attrattiva. Questo è molto sfidante e costituisce un orizzonte nel quale impegnarsi nel futuro, in nome di Paganini e per la città di Genova». 

«Quando, il 19 maggio scorso, ho assunto la direzione artistica del Premio Paganini dissi che avremmo dovuto essere all’altezza del suo passato leggendario – ha aggiunto il direttore artistico Nazzareno Carusi - Avevamo solo pochi mesi, compresi quelli estivi, per pubblicare il nuovo bando entro il termine del 27 ottobre. Per questo abbiamo corso una piccola maratona alla velocità però dei cento metri. Oggi, scoprire questo record è una soddisfazione che ci riempie di orgoglio e ci abbraccia d’un sentimento di responsabilità ancora maggiore. Viva Paganini, viva il Paganini!». 

L’elenco dei candidati ammessi, le commissioni di preselezione e il relativo calendario, sono pubblicati sul sito www.premiopaganini.it e sui canali social del Concorso: https://www.facebook.com/premiopaganini e  https://www.instagram.com/premio.paganini/

Genova3000 TV

Genova3000 TV

Notizie

Levante

Cultura

Spettacoli

Sport

Gossip

Genova Sport 2024