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Spinelli cavaliere del lavoro

Aldo Spinelli

Conosco Aldo Spinelli da quando è salito alla ribalta. Cioè da quando Cesare Lanza, conosciuto anche

come scopritore di talenti, lo scovò sul fronte del porto. Lo premiò a Telegenova e poi lo convinse a comprare il Genoa da Renzo Fossati, che ormai aveva tutti contro. Sicuramente Spinelli aveva già la passione per il calcio (raccontava di aver giocato nei boys del Genoa, quelli guidati dall'indimenticabile Lino Bonilauri).

Spinelli, allora, era un illustre sconosciuto. Ma Lanza, nato in Calabria come lui, intuì che avrebbe fatto grandi cose. Per introdurlo nel calcio, lo affidò a me, che ero la prima firma dello sport e che per mio passato nel mitico Guerin Sportivo, avevo agganci dappertutto.

Con Primo Salvi lo portammo a cena ad Alassio con il vicepresidente del Milan Gianni Nardi e Gianni Rivera. Lo feci inserire nella giuria di Miss Muretto e pubblicai la sua foto con Luisella Berrino, che era la mitica voce di Radio Montecarlo.

A Milano, mi sentivo spesso dire: ma sei sicuro che il tuo presidente abbia i soldi ? Questo perché continuava ad abitare a Pegli 2 e non sentiva il bisogno di trasferirsi nei quartieri residenziali. Aveva unito due appartamenti, si trovava benissimo. Come si era trovato bene a San Bartolomeo del Fossato, a Sampierdarena, e prima ancora in via Orefici nel centro storico.

Spinelli è sicuramente un uomo fortunato perché senza la dea bendata non si fa niente nella vita. Mi dicono che riesce a vincere anche al casinò di Montecarlo. Io ricordo allora quando guidava personalmente la barca, dicendo agli amici: "I marinai si divertono solo a raccontare pettegolezzi sui padroni". E quando nel principato di Monaco andava a comprare i giornali alle 6 del mattino perché sarebbe arrivato all'edicola anche Gianni Agnelli.

E' superstizioso. Odia il viola. Adora il giallo. Ha sempre qualcosa di giallo nel suo look e subito lo inquadrano. Perché giallo era il colore con il quale aveva comprato i primi quattro camion sgangherati, che aveva comprato con i soldi ricevuti dall'assicurazione per la morte del padre Roberto, deceduto nel naufragio della Bonitas (Flotta Ravano). Essendo il più grande, si era ritrovato capofamiglia, doveva sfamare tutti. Poi ha riscattato l'azienda dai fratelli, uno che è nato leader deve avere carta bianca.

Ha ottenuto risultati strepitosi anche nel calcio. Nel Genoa è stato il presidente del quarto posto, record del dopoguerra. Ha preso il Livorno in serie C e l'ha portato in Europa.

Ci teneva ad avere un'onorificenza, visto che non aveva potuto continuare gli studi. E gli diedi una mano per diventare Commendatore, evitando di rendere nota la condanna per i collaudi dei camion (ne aveva 700, rispettando le regole avrebbe impiegato due anni). Ho continuato a seguire la sua scalata, ma onestamente non pensavo che sarebbe arrivato a questi livelli. A 75 anni ha ancora l'entusiasmo di quando aveva cominciato. Ha venduto una quota delle aziende, ma per poter comprare l'aeroporto.

Mi meraviglio che un imprenditore di questo calibro non sia stato ancora fatto Cavaliere del lavoro. Mi auguro che quest'anno il presidente Sergio Mattarella, quando nominerà i magnifici 25, si ricordi anche di lui. Aldo Spinelli lo merita più di tutti.

Elio Domeniconi

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